La popolazione mondiale ha raggiunto gli 8 miliardi, ma aumentano le disuguaglianze demografiche

Oggi è nato l’ottomiliardesimo bambino nel mondo, la natalità è aumentata significativamente e le nazioni dovranno adattare i propri programmi pubblici in base all’aspettativa di vita media globale, che è già in aumento.
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Francesco Castagna 15 Novembre 2022

Sembrava una predizione troppo precisa per essere vera, ma è successo veramente. L'11 luglio l'Onu scriveva testualmente: "La popolazione mondiale raggiungerà gli 8 miliardi il 15 novembre 2022". E così è stato, proprio il 15 novembre 2022 abbiamo raggiunto il numero previsto dalle Nazioni Unite. L'analisi era stata presentata dal Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite con il report World Population Prospects 2022, in cui gli autori del report hanno mostrato i trend di crescita della popolazione mondiale.

Nello stesso documento però è stato mostrato anche come le disuguaglianze a livello demografico stiano aumentando, tant'è che l’India in questo momento storico ha superato la Cina sulle nascite, l’Africa continua a essere il continente in cui l'aumento demografico aumenta maggiormente, mentre l'Europa vive da tempo ormai quello che viene chiamato "inverno demografico". Secondo il World Population Prospects 2022 "Oggi, due terzi della popolazione mondiale vive in un Paese o in un'area in cui la fertilità nell'arco della vita è inferiore a 2,1 nascite per donna, all'incirca il livello richiesto per una crescita zero nel lungo periodo per una popolazione con bassa mortalità".

Dal 2022 fino al 2050 le popolazioni in 61 Paesi diminuiranno dell'1%, questo a causa dei bassi livelli di fertilità e degli elevati tassi di emigrazione.

Uno scenario anticipato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, nel suo discorso di apertura alla Cop27 di Sharm el-Sheikh "Cari amici, tra pochi giorni la popolazione del nostro pianeta supererà una nuova soglia. Nascerà l'ottomiliardesimo membro della nostra famiglia umana. Questa pietra miliare mette in prospettiva il significato di questa conferenza sul clima. Come risponderemo quando il "bambino di 8 miliardi" sarà abbastanza grande da chiedere: Cosa hai fatto per il nostro mondo – e per il nostro Pianeta – quando ne hai avuto la possibilità? La finestra dell'opportunità è ancora aperta, ma rimane solo uno stretto raggio di luce. La lotta globale per il clima si vincerà o si perderà in questo decennio cruciale, sotto i nostri occhi. Una cosa è certa: chi si arrende è destinato a perdere. Quindi combattiamo insieme – e vinciamo. Per gli 8 miliardi di membri della nostra famiglia umana – e per le generazioni a venire".

Gli esperti delle Nazioni Unite segnalano che più della metà dell'aumento della popolazione mondiale previsto entro il 2050 non sarà redistribuito equamente in tutto il Mondo, ma sarà concentrato esclusivamente in otto Paesi: Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Etiopia, India, Nigeria, Pakistan, Filippine e Repubblica Unita di Tanzania. Queste saranno le nazioni in cui i governi internazionali e nazionali dovranno intervenire maggiormente per prepararsi all'aumento delle nascite. Si può intervenire con alcuni cambiamenti nella distribuzione dell'età, come il "dividendo demografico" come "opportunità limitata nel tempo per accelerare la crescita economica pro capite".

Inoltre, approfondendo le proiezioni sulle fasce d'età della popolazione mondiale, il report mostra come chi ha un'età superiore a 65 anni aumenterà dal 10% attuale al 16% nel 2050, "più del doppio del numero di bambini di età inferiore ai 5 anni e circa lo stesso di quelli di età inferiore ai 12 anni". Per i Paesi in via di invecchiamento servono programmi pubblici adatti al crescente numero di persone anziane, che prevedano assistenza sanitaria, a lungo termine e sistemi previdenziali e pensionistici. Questo perché l'aspettativa di vita media globale aumenterà sensibilmente: nel 2019 era di 72,9 anni, mentre nel 2050 arriveremo a 77,2 anni.

E questo scenario sarebbe stato diverso, se non fosse che -purtroppo- la pandemia da COVID-19 ha prodotto riduzioni a breve termine sulle nascite.