
C’è voluto un po’ di tempo prima che le istituzioni comunitarie (e nazionali) si rendessero davvero conto della gravità del problema dell’inquinamento da plastica negli oceani adottando misure reali, concrete e specifiche per combatterlo.
Se sei una persona interessata alle tematiche ambientali, questa storia l’avrai già sentita mille volte: nel 2015 la Commissione Juncker ha proposto un pacchetto europeo sull’economia circolare, per aiutare imprese e consumatori dei Paesi membri a spostare le loro attività verso un’impostazione più sostenibile e meno impattante, basata sul modello, appunto, di economia circolare che dovrebbe rivoluzionare i processi produttivi mondiali diminuendo drasticamente la produzione di rifiuti. Nell’ambito di questo pacchetto, nel maggio del 2018 la Commissione europea ha proposto una direttiva finalizzata a mettere al bando in tutti i Paesi Ue gli oggetti di plastica monouso maggiormente reperiti sulle spiagge e nei mari. L’approvazione definitiva di questa direttiva, avvenuta meno di due settimane fa, ha finalmente trasformato in realtà uno dei progetti ambientali più ambizioni della storia dell’Ue.
Forse hai seguito tutta la vicenda dall’inizio, forse hai scoperto questa novità da poco, forse ne sei venuto a conoscenza in questo momento grazie a questo articolo. In ogni caso, forse ancora non hai ben chiaro esattamente quali oggetti, grazie a questa direttiva, entro due anni spariranno dalla tua vita. O meglio, verranno sostituiti da loro corrispettivi biodegradabili. Per fare un po’ di chiarezza, eccoti l’elenco dei prodotti indicati dalla direttiva come dannosi e sostituibili:
Te ne sarai sicuramente accorto: la grande assenza, in questo elenco, sono i bicchieri e le bottigliette d’acqua. Quelle stesse bottigliette che diversi cittadini, bar e aziende stanno cercando di evitare a tutti i costi sostituendole con borracce di metallo, contenitori in vetro, distributori d’acqua comuni. Ma la Commissione europea ha pensato anche a loro, imponendo la raccolta, entro il 2025, del 90% di bottigliette di plastica monouso, al fine di un maggiore e più corretto avvio a riciclo delle stesse. Anche se, vedendo l’impatto che questo rifiuto ha sui fiumi di tutto il mondo, forse sarebbe opportuno introdurre misure decisamente più drastiche. E non solo: per quanto riguarda assorbenti, salviette igieniche e palloncini, sono state imposte misure di etichettatura che ne segnalino le corrette modalità di smaltimento e il loro impatto ambientale, così da favorire un’informazione completa e corretta. Sarà sufficiente?