Emanuele Gigante, il ragazzo che passeggiando ripulisce le strade e i sentieri dai rifiuti

Tutto è partito alla fine dello scorso febbraio con il lancio dell’hashtag #dirtywalkchallenge sui social network che ha già raccolto numerose adesioni da varie parti d’Italia. L’epicentro un piccolo paese in provincia di Alessandria. L’obiettivo di Emanuele è molto chiaro: sensibilizzare la gente e invitarla a darsi da fare per il bene dell’ambiente.
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Federico Turrisi 20 Luglio 2019

Far sembrare normale un gesto che sostanzialmente normale è. O meglio dovrebbe essere. Ti è infatti sufficiente un sacchetto per l'immondizia, dei guanti e, l'elemento più importante di tutti, voglia di attivarsi per partecipare alla Dirty Walk Challenge. Il concetto è semplicissimo: si tratta di fare una passeggiata e al tempo stesso raccogliere tutti i rifiuti che incontri. Si differenzia dal plogging per il fatto che in questo caso stiamo parlando di una camminata e non di una corsa. L'ideatore è Emanuele Gigante, classe 1996, di Cassano Spinola, un paesino della provincia di Alessandria. Non un supereroe, ma un ragazzo come tanti altri che in settimana studia all'università (è iscritto a Scienze geologiche a Pavia) e nel weekend lavora. Il suo tempo libero lo usa per aiutare l'ambiente. Il caso vuole poi che sia il venerdì la sua giornata libera, come proprio la giornata scelta da Greta Thunberg per il suo sciopero per il clima.

"Tutto ha avuto inizio naturalmente da una passeggiata e vedendo la spazzatura che c'era ai bordi della strada ho pensato «ma perché nessuno muove un dito?». Allora ho deciso di girare e poi postare un video, in cui mostravo qual era la situazione. La cosa ha fatto abbastanza clamore e da lì è partita l'idea di creare dei piccoli gruppi per organizzare le passeggiate e andare a raccogliere i rifiuti. La prima Dirty Walk è stata lo scorso 27 febbraio. Da quel momento hanno cominciato a scrivermi e mandarmi foto da varie regioni d'Italia, dalla Lombardia alla Sardegna, dal Veneto alla Puglia".

Emanuele ha usato il mezzo più potente a sua disposizione per propagare il suo messaggio: i social network. L'hashtag #dirtywalkchallenge gli ha permesso di superare la dimensione locale e di coinvolgere più persone. Chissà, magari un giorno la sua iniziativa potrebbe anche varcare i confini nazionali.

Emanuele Gigante

"Quello che ho notato è che i più convinti e i più attivi sono le persone nella fascia compresa tra i 30 e i 40 anni. Convincere i più giovani, invece, è decisamente più faticoso e ogni volta bisogna inventarsene una per attirarli. Nel tempo la partecipazione è senz'altro cresciuta, ma dopo un po' la gente comincia a mollare e diventa sempre più difficoltoso tirarla dentro. Mettici il lavoro, gli impegni vari, il fatto di trovare un orario che vada bene a tutti. Insomma, non è facile. Spero davvero, però, che il fenomeno delle passeggiate per l'ambiente continui a crescere."

I rifiuti in cui più frequentemente si imbattono Emanuele e i suoi "followers" sono imballaggi di plastica e soprattutto mozziconi di sigaretta. Ma non mancano altri materiali che si biodegradano dopo decenni come l'alluminio delle lattine ("una volta in una scarpata a fianco della provinciale ne abbiamo raccolta una risalente agli anni Ottanta"). Tutti questi oggetti vengono raccolti, differenziati e poi gettati ciascuno nell'apposito cassonetto. Un gesto normalissimo, come dicevamo all'inizio. Ma allora perché non lo facciamo tutti?

"Perché siamo abituati male. Siamo diventati più pigri. Pensa al fatto che al supermercato scegliamo sempre più prodotti pronti, già confezionati, anziché procurarci le materie prime e cucinare a casa nostra. Una tale tendenza contribuisce anche a incrementare la quantità di rifiuti. Ecco, dovremmo cambiare un po' le nostre abitudini. Alla fine è tutta una questione di senso civico e di pigrizia. Con la mia iniziativa non mi propongo certo di cambiare il mondo. Spero solo di incuriosire la gente e indurla a fare lo stesso."

E allora diamoci tutti una mossa. Non c'è niente di meglio della soddisfazione che puoi trarre da una bella camminata in mezzo alla natura, accompagnata dalla consapevolezza di aver dato il proprio piccolo contributo all'ambiente e alla comunità. Raccogliere rifiuti diventa anche la scusa per fare un po' di attività fisica. Il che non guasta mai.