Emergenza siccità in Cina: i fiumi sono in secca, manca l’energia idroelettrica e le industrie si fermano

La Cina è alle prese con una siccità record e anche nel Fiume Azzurro, il terzo fiume più lungo del mondo, l’acqua scarseggia. Alcune compagnie sono costrette a fermare gli impianti che sfruttano energia idroelettrica e la provincia di Sichuan deve tagliare i consumi di elettricità.
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Martina Alfieri 22 Agosto 2022

La siccità, provocata dalla prolungata assenza di piogge e aggravata dalle ondate di calore estremo, sta mettendo a dura prova anche la Cina. La mancanza d’acqua ha una conseguenza secondaria importante, e spesso poco considerata: mette a rischio anche la produzione di energia idroelettrica. Alcune compagnie cinesi hanno già dovuto fermare i loro impianti e diverse regioni attraversate dal Fiume Azzurro – terzo fiume più lungo del mondo, ora parzialmente in secca – e dai suoi affluenti stanno attivando misure straordinarie per affrontare la povertà idrica. Nella provincia di Sichuan, ad esempio, è stato limitato l’utilizzo della corrente per diverse fabbriche e anche l’elettricità pubblica è stata razionata.

Il Fiume Azzurro (in cinese Chang Jiang, anche chiamato Yangtze), principale fiume dell'Asia, è vitale per la Cina: normalmente è in grado di fornire acqua potabile a più di 400 milioni di persone, ed è inoltre fondamentale per lo svolgimento di numerose attività economiche. Quest’estate, però, la sua portata ha registrato livelli eccezionalmente bassi. Nel suo letto scorrerebbe oltre il 50% dell’acqua in meno rispetto alle medie degli ultimi cinque anni.

Da diverse settimane le province della Cina centrale e meridionale stanno facendo i conti con temperature molto alte, con picchi che superano anche i 40°C. E la provincia di Sichuan, che conta 94 milioni di persone e che soddisfa più dell’80% del proprio fabbisogno energetico grazie alla produzione di energia idroelettrica, si trova al momento in grande difficoltà. Toyota, Foxconn e Tesla sono solo alcune delle compagnie che hanno dovuto temporaneamente interrompere la loro attività a causa della siccità estrema.

Oltre a ostacolare l’industria, la crisi idrica danneggia anche l’agricoltura e direttamente la popolazione: secondo il Guardian, il Ministero per la Gestione delle Emergenze cinese avrebbe fatto sapere che 780.000 persone colpite dalla siccità avrebbero già dovuto chiedere l’aiuto del Governo.

La Cina, come grande emettitore, riveste un ruolo centrale nella lotta all’inquinamento e ai cambiamenti climatici, responsabili di condizioni ambientali e meteorologiche sempre più estreme. E alla prossima Cop27 di Sharm El-Sheikh, gli impegni che prenderà il colosso asiatico potrebbero essere decisivi per accelerare – o rallentare – la transizione ecologica mondiale.