End Of Waste: è arrivato il decreto che regola il riciclo degli pneumatici

Il decreto è stato firmato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa e mira a mettere ordine alle attività di riciclo degli pneumatici fuori uso. Inoltre servirà per certificare la qualità, la sicurezza e le modalità di utilizzo dei nuovi prodotti derivati dall’attività di riciclo. La speranza dei consorzi nazionali è che la nuova normativa eliminerà le incertezze rendendo così ancora più efficace il settore che, per l’Italia, rappresenta un importante fetta della propria economia circolare.
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Kevin Ben Alì Zinati 5 Aprile 2020

Sai che fine fanno gli pneumatici fuori uso della tua auto? Vengono riciclati. Questo grazie a una direttiva del 2006 che ha vietato di gettarli in discarica in favore di un loro recupero e riutilizzo. Per un’economia circolare che mira ad una sempre maggiore sostenibilità, non si tratta di una cosa da poco: pensa che ogni anno vengono prodotte circa 400mila tonnellate di questo tipo di rifiuti.

Ma che fine fanno gli pneumatici? Nel senso: che cosa diventano? Vengono riutilizzati per realizzare asfalto, superfici per campi sportivi, arredi urbani come panchine e anche per la produzione di energia. Ma se prima resistevano ancora incertezze e differenze “caso per caso”, oggi la qualità e la sicurezza dei nuovi prodotti rigenerati e l’intera filiera saranno certificate per legge.

Tutto questo grazie al nuovo decreto firmato dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Si chiama “End Of Waste” e prevederà una destinazione precisa per questo tipo di rifiuti che diventeranno materia prima seconda oltre a test di sicurezza e qualità e trasparenza sul nuovo utilizzo di ogni materiale riciclato.

Il decreto

Nonostante l’emergenza sanitaria che sta calamitando l’attenzione, le risorse e gli sforzi del governo e delle Istituzioni, è finalmente arrivata anche la firma sul decreto sugli pneumatici fuori uso. Lo ha annunciato lo stesso Ministro Sergio Costa sul proprio account Twitter.

Il ministro parla di panchine, campi sportivi e asfalto. A questo infatti mira il decreto: a dare “per legge” una destinazione alle oltre 400mila tonnellate di pneumatici che produciamo ogni anno. Secondo i dati di Ecopneus, uno dei tre principali consorzi (insieme a Greenture e Ecotyre) che si occupa della gestione e del riciclo di circa la metà del totale degli pneumatici fuori uso, in Italia ci sarebbero circa 100 aziende occupate in questo. Ovvero nella raccolta e nel riciclo di pneumatici in diversi settori.

La filiera del riciclo di questi prodotti, come avrai capito, ha un ruolo non indifferente nella nostra economia circolare. Da un lato infatti produce valore economico dando anche posti di lavoro ma dall’altro riduce le emissioni inquinanti e il consumo di acqua. Regolamentare un sistema produttivo così importante dunque, significa quindi stabilizzare l’attività di riciclo e contribuire a migliorare il nostro grado di sostenibilità.

Cosa diventano gli pneumatici

Quando uno pneumatico non ha più quelle caratteristiche che gli permetto di garantire una prestazione sicura su un’automobile, viene considerato fuori uso. Ma come ti dicevo, gli pneumatici vecchi sono più utili che mai perché possono essere riutilizzati. Hanno due strade: il riciclo, per diventare nuovi materiali come gomma, acciaio e fibre tessili, oppure il riutilizzo per il recupero di energia. 

Gli asfalti modificati

Molte industrie, grazie anche allo sviluppo tecnologico nell’ambito della tutela ambientale, sono in grado di riciclare oltre il 97% della totalità degli pneumatici raccolti ogni anno. Da qui vengono generati nuovi materiali, come il polverino e il granulo di gomma, che tornano protagonisti sul mercato sotto altre forme. Una di queste è l’urbanistica. Se non più sulle auto, gli pneumatici vecchi diventano utili sotto la macchina, nella forma di asfalto modificato.

Nella sua realizzazione viene infatti aggiunta gomma da riciclo che garantisce alla pavimentazione stradale vantaggi in più rispetto ai bitumi normali:

  • riducono la rumorosità dei veicoli in transito contribuendo quindi alla diminuzione dell’inquinamento acustico
  • hanno una durata maggiore nel tempo
  • sviluppano una maggior resistenza evitando quindi il continuo formarsi is crepe
  • maggior sicurezza: garantendo più drenaggio dell’acqua, danno alle auto molta più aderenza 

I campi sportivi

Probabilmente un altro utilizzo della gomma riciclata dagli pneumatici l’avrai conosciuto senza saperlo calpestando un campo da calcetto o da tennis. Grazie alle sua qualità di elasticità e al fatto che è in grado di assorbire gli urti e di resistere a condizioni meteorologiche avverse, la gomma riciclata da pneumatici è ottima per realizzare campi di strutture sportive.

È usata in granuli o polverino ma anche in rotoli per i campi da basket e da volley ma soprattutto per realizzare le piste di atletica, alle quali garantiscono un grande ritorno elastico.

Il materiale per l’edilizia

Grazie alle su composizione, i prodotti derivati dal riciclo degli pneumatici sono ingrato di resistere all’azione dei batteri e delle muffe e hanno un alto grado di tolleranza verso i climi caldi o l’umidità. Probabilmente non l’avrai mai vista ma per queste qualità la gomma riciclata è utilizzata anche nell’edilizia.

Per esempio in prodotti per l’isolamento acustico dal rumore e dalle vibrazioni nei solai o nelle pareti.

Recupero energetico

Tra gli utilizzi della gomma riciclata ti ho citato anche il suo impiego nel settore dell’energia. La gomma possiede un elevato grado di potere calorifico. Significa che può agire in modo ottimale da combustibile al pari di altri prodotti tradizionalmente utilizzati conta differenza però che questi producono molte più emissioni inquinanti.

Utilizzandola come combustile, dunque, permette alle industrie, in particolare modo ai cementifici, non solo un risparmio energetico ma anche di riutilizzare i materiali i residui della combustione aggiuntoli ai prodotti ottenuti. Evitando quindi l’utilizzo di altre materie prime. In poche parole: economia circolare.