Entro il 2050 la plastica negli oceani sarà 4 volte quella di oggi: il nuovo allarme lanciato dal WWF

Il report del WWF tratteggia uno scenario preoccupante: anche se smettessimo di inquinare oggi, per decenni gli ecosistemi marini sarebbero contaminati da microplastiche. Il Mediterraneo è tra gli esempi peggiori, avendo già superato i limiti di inquinamento tollerabili. Per rimediare, l’Ong propone un trattato internazionale.
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Martina Alfieri 9 Febbraio 2022

L’inquinamento degli oceani è destinato ad avere un impatto sempre più devastante sugli ecosistemi e sulla biodiversità delle nostre acque. È ciò che emerge dal nuovo studio “Inquinamento da plastica negli oceani. Impatti su specie, biodiversità ed ecosistemi marini”, realizzato dal WWF in vista della prossima assemblea delle Nazioni Unite sull’Ambiente, che incomincerà alla fine del mese. Un dato spicca su tutti: entro il 2050, l’inquinamento da plastica nei mari sarà quattro volte quello attuale.

Secondo il WWF, continuando a riempire le acque di rifiuti a questo ritmo, finiremo per non riuscire a contrastare la crisi ecologica in arrivo. E anche se la dispersione globale di plastica in natura cessasse oggi stesso, gli effetti negativi delle microplastiche continuerebbero a vedersi a lungo: la loro concentrazione nel 2050 sarebbe comunque doppia rispetto a quella attuale. Secondo alcune previsioni, addirittura, l’aumento potrebbe arrivare ad essere 50 volte maggiore nel 2100.

L’inquinamento da plastica potrebbe diventare un fattore che contribuisce alla sesta estinzione di massa in corso che porterà al collasso diffuso degli ecosistemi e al superamento dei limiti ambientali entro i quali l’umanità può operare in sicurezza”, scrive il WWF.

Il Mediterraneo, in particolare, risulta già tra i mari che hanno superato i limiti di inquinamento tollerabili: ogni anno raccoglie 229mila tonnellate di rifiuti in plastica. Nel nostro mare, inoltre, almeno 87 specie di pesci hanno ingerito microplastiche, e molte di queste sono di interesse commerciale. Ciò significa che, dopo aver danneggiato i pesci, le microplastiche entrano inevitabilmente nella catena alimentare delle persone.

La proposta del WWF è un trattato internazionale giuridicamente vincolante:

Il trattato dovrebbe contenere regole specifiche, chiare e obblighi applicabili globalmente lungo tutto il ciclo di vita delle plastiche in modo da consentire risposte efficaci alla crisi globale dovuta all’inquinamento da plastica".

Servirà un cambio di rotta collettivo per sperare di riuscire ad agire in tempo e contenere i danni. Non basterà ripulire le acque dai rifiuti ma, per salvaguardare specie marine ed ecosistemi, occorrerà agire in profondità sulle cause dell’inquinamento.