
Troppa o troppo poca. In ogni caso, il destino dell’acqua del nostro Pianeta non sembra aiutare l’uomo.
L’aumento delle temperature e lo scioglimento dei ghiacciai innalza il livello di mari e oceani e mette in pericolo sempre più zone costiere e le comunità che le abitano.
All’opposto, la mancanza di acqua potabile e pulita, spesso strettamente legata agli eventi estremi causati dal Climate Change, brucia raccolti e coltivazioni e minaccia la salute – e quindi la vita – di popolazioni intere.
Minacce più che concrete se consideri che secondo l’UNICEF, oltre 190 milioni di bambini in Africa soffrono per la mancanza di acqua potabile e quasi mille sotto i cinque anni ne restano vittime ogni giorno.
Tra le soluzioni per mitigare il problema dell’assenza di acqua c’è la desalinizzazione dell’acqua di mare, che però richiede un’elevata intensità energetica ed è comunque legata all’impiego di combustibili fossili.
La raccolta dell’acqua atmosferica è interessante, ma nelle regioni con un’umidità inferiore al 70% conviene poco perché necessita di una notevole quantità di energia per condensare il vapore.
Perché allora non provare con l’aria? Sì, hai capito bene: l’aria. È esattamente ciò che ha fatto un gruppo di ricercatori guidato dal professor Woochul Song della Divisione di Scienze e Ingegneria Ambientale dell’Università di Scienza e Tecnologia di Pohang e dell’UC Berkeley.
Hanno utilizzato la luce del sole per raccogliere dell’acqua atmosferica. Se ti sembra pazzesco, pensa che ci sono riusciti nel luogo in cui meno te lo saresti aspettato: il deserto della Death Valley, in California, una delle regioni più calde e aride del mondo.
Per riuscirci, il team ha ideato un dispositivo per la raccolta dell'acqua basato su delle strutture metallo-organiche capaci di assorbire l’acqua dall’atmosfera durante la notte per poi trasformarla in liquido potabile attraverso dei processi di condensazione con la luce solare ambientale durante il giorno.
Il dispositivo è stato testato in due diverse località, Berkeley nel giugno 2022 e il deserto della Death Valley nell’agosto dello stesso anno, dove le temperature possono arrivare anche a 40°C a mezzanotte e un’umidità relativa inferiore al 7%.
Con gli esperimenti, come descritto sulla rivista Nature Water, gli scienziati sono riusciti a raccogliere rispettivamente 285g e 210g di acqua per chilogrammo di struttura metallo-organica impiegata.
Questa tecnologia, hanno spiegato, ha un’applicabilità universale e rappresenta un promettente passo avanti nella lotta alla scarsità d’acqua. Sì, perché non inquina e utilizza l’unica risorsa che non esauriremo mai.
Fonte | "MOF water harvester produces water from Death Valley desert air in ambient sunlight" pubblicata il 6 luglio 2023 sulla rivista Nature Water