
Si usava già 5.000 anni fa come prodotto depurativo, ma ancora oggi è considerato un ottimo rimedio in grado di favorire il buon funzionamento del fegato e dei processi digestivi. In India è il principale ingrediente del famoso latte d’oro, un’antica ricetta degli yogi per rendere più elastiche le articolazioni. Se ti stai chiedendo quale sia questo ingrediente dalle proprietà benefiche, si tratta della curcuma e del suo estratto naturale, soprannominato lo “zafferano delle Indie” per il suo caratteristico colore giallo-ocra, una polvere che si estrae dalla Curcuma longa, una pianta appartenente alla stessa famiglia dello zenzero.
La curcuma appartiene alla famiglia delle Zingiberacee che comprende circa 80 specie. La pianta è riconoscibile per le lunghe foglie e i fiori dalle tonalità chiare, che variano dal bianco al rosa; si coltiva in India e altre regioni dell’Asia, ma è anche molto diffusa e utilizzata in Africa. La polvere che si ricava dal rizoma della pianta è l’estratto di curcuma, utilizzato come colorante alimentare, come tintura tessile, ma anche come rimedio naturale, viste e considerate le proprietà che gli sono attribuite.
Dall’estratto del rizoma della pianta possono essere preparate delle tinture madre, degli oli essenziali, delle tisane o semplicemente se ne può ricavare la polvere. Quest’ultima si trova prevalentemente sotto forma di compresse o capsule pronte all’uso.
La curcumina, ossia la sostanza contenuta nella curcuma, ha degli effetti molto benefici sulla salute. Questa sostanza ha innanzitutto un’azione stimolante nella produzione della bile, che contribuisce a ottimizzare i processi della digestione e dell'assorbimento dei grassi alimentari. La presenza poi di altri agenti attivi fa sì che l’estratto di curcuma svolga un’azione protettiva nei confronti del fegato e contribuisca a contrastare disturbi di questo organo, della mucosa dello stomaco e nei processi digestivi in genere.
La curcuma è nota anche per essere usata in tutte quelle condizioni in cui siano presenti dolore e infiammazione, come l'artrosi. Le vengono attribuite proprietà antinfiammatorie e cicatrizzanti, ma non ci sono prove scientifiche valide a supporto di questi usi.
Questa spezia sembra avere anche effetti positivi sul cervello, in particolare per ciò che riguarda l'apprendimento e la memoria. Secondo quanto riportato su questo articolo di Humanitas Salute, una dieta ricca di curcuma favorirebbe la conversione di un acido grasso della serie omega-3 essenziale per il buon funzionamento del cervello. Oltretutto, la curcuma sarebbe utile per contrastare gli effetti negativi dei traumi cranici e ridurrebbe lo stress ossidativo.
Non ci sono controindicazioni nell’utilizzare la curcuma come spezia alimentare. Differente è invece il caso in cui l’estratto di curcuma sia assunto come integratore o farmaco. Questo per due principali aspetti: il primo è che la sostanza responsabile del principio attivo viene inizialmente purificata per raggiungere un certo grado di purezza; il secondo aspetto è che successivamente si fa in modo che la sostanza somministrata sia abbastanza elevata per avere un effetto sull’organo bersaglio ed essere nella corretta dose farmacologica per ottenere gli effetti desiderati.
Se in cucina le quantità di spezia sono ridotte perché ne basta poco per insaporire un piatto, in ambito farmacologico le quantità sono elevate. Oltretutto, per garantire un corretto e adeguato assorbimento a livello intestinale, al principio attivo vengono aggiunti anche altri eccipienti.
Come viene riportato sul sito della Fondazione Veronesi, “il 26 luglio 2019 il Ministero della Salute ha specificato che non ci sono pericoli per la salute se gli integratori a base di curcumina sono utilizzati correttamente da persone senza problematiche epatiche. Altresì, l'Autorità ha prescritto di specificare sulle etichette degli integratori a base di curcuma che, «in caso di alterazioni della funzione epatica, biliare o di calcolosi delle vie biliari, l'uso del prodotto è sconsigliato. Se si stanno assumendo farmaci, è opportuno sentire il parere del medico".