Freniamo le auto: le polveri sottili causate anche dal traffico uccidono 300mila europei ogni anno

In Italia a fine 2021 abbiamo raggiunto un nuovo record di 40 milioni di auto presenti: sono tante, troppe.
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Gianluca Cedolin 8 Novembre 2022

Anni fa l'automobile era uno status symbol, perfetto emblema della società dei consumi in cui, in un clima di crescita economica apparentemente senza fine, anche le famiglie delle classi un tempo meno abbienti potevano permettersi di avere un mezzo proprio con cui muoversi e viaggiare.

Oggi fortunatamente non è più così, o almeno non per molti: l'auto di proprietà non è più un traguardo da raggiungere, ma rimane una necessità per spostarsi il più comodamente possibile, un po' per pigrizia, soprattutto per mancanza di alternative (un trasporto pubblico all'altezza, servizi di sharing mobility sviluppati) e di cultura.

I dati confermano che l'auto è ancora il mezzo di trasporto dominante in Italia: secondo l'Aci (Automobile club d'Italia), a fine 2021 è stata raggiunta la quota record di quasi 40 milioni di auto. Di questo, e delle conseguenze gravi per la salute e l'ambiente, si è discusso in un recente convegno organizzato dall'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

La premessa, come detto, è che «si continua a percepire l’autovettura come un bene irrinunciabile, che rappresenta sempre la prima scelta per gli spostamenti casa/scuola o casa/lavoro». Tanto in Italia, quanto in Europa: tutti e 27 gli stati membri hanno visto crescere nel tempo il loro parco auto (a eccezione della Bulgaria).

Le conseguenze sono un traffico spesso insostenibile, una pessima qualità dell'aria, ma anche l'inquinamento acustico, oltre a quello atmosferico. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente (Eea), nel 2019 nell'Unione europea ci sono state 307mila morti attribuibili all'esposizione di Pm2,5, le particelle di particolato più sottili.

Altre 40mila sono legate all'esposizione cronica all'NO2 (biossido di azoto) e quasi 17mila a quella all'ozono (O3). Sono tutti inquinanti derivanti, tra le altre cose, dal traffico veicolare. Se consideriamo gli stringenti limiti imposti dall'Organizzazione mondiale della sanità, oltre il 94% degli europei è esposto a livelli di biossido di azoto superiori alla soglia considerata sicura, percentuale che diventa il 99% per l'ozono.

Oltre all'inquinamento atmosferico, il traffico intenso provoca altri problemi, come i morti sulle strade (ci sono stati quasi 20mila decessi per incidenti stradali nel 2021 in Europa, secondo un bilancio preliminare della Commissione europea) e l'esposizione cronica a eccessivi livelli di rumore (per oltre il 20% degli europei), che causa stress, problemi psicologici e insonnia.

In Europa a oggi ci sono circa 250 milioni di automobili, su 450 milioni di abitanti nei paesi membri: oltre un'auto ogni due persone.