L’allarme di Legambiente: l’Italia continua a essere invasa dallo smog

Ci sono tre città in codice rosso, e molte altre in codice giallo sul fronte dell’inquinamento atmosferico, come ha rivelato l’ultimo dossier Mal’aria di Legambiente.
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Gianluca Cedolin 19 Ottobre 2022

La situazione dello smog in Italia, soprattutto al Nord, resta molto preoccupante: Milano, Torino e Padova sono in codice rosso, Parma, Bergamo, Roma e Bologna in codice giallo.

Lo rivela l'edizione autunnale di Mal'aria 2022, il dossier in cui Legambiente fa il punto sulla qualità dell'aria di tredici tra le principali città italiane, nell'ambito della campagna Clean Cities. Nei primi nove mesi dell'anno, Torino, Milano e Padova hanno già superato la soglia di sforamenti raccomandati nella concentrazione di PM10.

Per legge non ci dovrebbero essere più di 35 giorni in cui la media della concentrazione di particolato fine supera i 50 microgrammi/metrocubo: Torino è già a 69, Milano a 54, Padova a 47. L'inquinamento atmosferico rende l'aria irrespirabile nella Pianura Padana, tra emissioni di gas serra e piogge sempre meno frequenti.

Bisogna invertire la rotta al più presto, perché le emissioni alimentano la crisi climatica, perché di smog si muore, soprattutto in Italia (il 17% dei morti europei per inquinamento è italiano) e perché entro fine anno l'Unione europea approverà una nuova Direttiva sulla qualità dell'aria. Se l'Italia non si adeguerà, oltre a respirare aria inquinata dovrà pagare altri miliardi di multe per le infrazioni.

Per accelerare sulla strada della neutralità climatica, obiettivo fissato dall'Europa al 2050, Legambiente propone questi strumenti:

  • Riduzione dei limiti velocità nelle autostrade da 130 a 100 chilometri orari. Una misura immediata che consentirebbe la riduzione sia delle emissioni di CO2 del 20% sia del NO2 del 40%
  • Potenziamento dell’offerta di mobilità pubblica, anche e soprattutto del trasporto rapido di massa.
  • Trasporto pubblico, condiviso e completamente elettrico
  • Potenziamento dei servizi di sharing mobility in tutte le aree metropolitane e nelle città con oltre 30.000 abitanti e servizi a chiamata per i comuni più piccoli
  • Implementazione delle Ztl (Zone a traffico limitato), ma soprattutto di Lez (Low emission zone) e Zez (Zero emission zone)

«Non c’è più tempo da perdere. Dobbiamo occuparci della drammatica condizione della qualità dell’aria dei nostri centri urbani e rendere, al contempo, le nostre città più sicure e vivibili», ha detto il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti, puntando il dito contro «il preoccupante immobilismo della politica italiana davanti alle emissioni di biossido di azoto, dovute in gran parte al traffico», che ci è già costato una condanna da parte della Corte di giustizia europea.

«È necessario agire su due fronti distinti, ma complementari. Il primo riguarda le misure di incentivo che favoriscano la scelta del trasporto pubblico locale e altre forme di mobilità sostenibile, a scapito dell’auto privata. Il secondo è relativo alla formulazione di mobilità alternativa all’automobile. Il nuovo governo – l'appello di Zampetti – ha dunque un importante sfida di fronte a sé: avviare la transizione green della mobilità del Paese».