Giornata mondiale degli oceani: il pericolo numero uno è l’uomo

Gli oceani svolgono funzioni indispensabili per l’equilibrio del pianeta e per la nostra sopravvivenza, eppure non se la passano proprio bene, minacciati da pesca intensiva, riscaldamento globale e marine litter. Ma questo non deve gettarci nello sconforto: siamo noi i responsabili dei danni, siamo noi che possiamo rimediare.
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Federico Turrisi 8 Giugno 2020

Gli oceani sono simbolo di vastità, di infinito, di libertà. Del resto, coprono quasi tre quarti della superficie terrestre. Ma sono molto di più: ospitano milioni di specie, ci forniscono l'ossigeno che respiriamo, contribuiscono a regolare il clima sul pianeta. E molto altro. In una parola, sono indispensabili, e senza di loro la vita non sarebbe possibile. Ecco perché è nostro dovere proteggerli.

Ce lo ricorda anche la giornata mondiale degli oceani, che ricorre proprio oggi 8 giugno. Purtroppo però le attività umane stanno contribuendo in maniera determinante al peggioramento del loro stato di salute. Farsi del male sembra essere diventata la specialità dell'homo sapiens. Ma c'è anche chi non ci sta e si attiva per difendere i nostri mari.

Pesca industriale

La pesca intensiva, con il sovrasfruttamento delle risorse ittiche anche tramite attrezzature che hanno un forte impatto sull'ambiente (vedi le ormai celebri reti a strascico), sta letteralmente svuotando i mari e gli oceani. Sta diventando sempre più urgente adottare modelli di pesca sostenibile che rispettino i ritmi biologici dei pesci, e parallelamente per continuare a soddisfare il mercato ha preso sempre più piede, tra luci ed ombre, la maricoltura.

Chi se ne infischia del problema dell'impoverimento degli stock ittici sembra essere il presidente americano Donald Trump che lo scorso 5 giugno ha firmato un provvedimento con cui si autorizza la pesca commerciale all'interno di un'area protetta dell'Oceano Atlantico: il Northeast Canyon and Seamounts Marine National Monument, istituito nel 2016 dalla precedente amministrazione per proteggere dall'intrusione umana i cetacei a rischio estinzione e altre specie in pericolo. La decisione di Trump rischia di alterare i delicati equilibri dell'ecosistema al largo del New England e rappresenta il classico esempio in cui gli interessi economici prevalgono sulla tutela dell'ambiente.

Cambiamento climatico

La minaccia più grave alla vita negli oceani è senza dubbio rappresentata dal cambiamento climatico. La crescita esponenziale delle emissioni di gas serra, legata a un sistema economico-produttivo a dir poco insostenibile, ha portato il pianeta intero a surriscaldarsi a una velocità sempre più preoccupante. Le conseguenze principali per i mari sono due: acidificazione e deossigenazione. Per l'ecosistema marino e per tutti gli esseri viventi che lo abitano un vero e proprio trauma. Non solo, il riscaldamento dei mari è associato all'aumento di eventi meteorologici estremi, sia in termini di numero sia in termini di potenza, come uragani e tifoni.

Inquinamento da plastica

Uno dei "prodotti doc" dell'Antropocene è la plastica: un materiale dalle mille proprietà, che ha garantito una serie di benefici alla nostra società. Ma il suo smaltimento scorretto ha anche creato un'autentica bomba ecologica per i nostri mari, come ti abbiamo spesso spiegato su Ohga. Oggi, in una situazione di pandemia, i rischi principali provengono dall'abbandono di guanti monouso e di mascherine.

Parliamo però anche delle note positive: sono davvero numerosi i progetti che mirano alla tutela dell'ambiente marino. Per la giornata mondiale degli oceani, per esempio, oltre 40 centri di immersione e cinque nuclei subacquei della guardia costiera hanno dato il via all'Operazione "Spazzamare". Si tratta di un grande intervento, organizzato nell'ambito del progetto europeo Clean Sea LIFE, per liberare i fondali italiani dai rifiuti.

Anche il Wwf scende in campo, o meglio scende in acqua, lanciando oggi (e per tutta la stagione estiva) la campagna GenerAzione Mare, giunta alla sua terza edizione. Anche quest'anno verranno coinvolti volontari, ricercatori, aziende, pescatori e aree marine protette, tutti uniti da un obiettivo: salvaguardare la bellezza e le risorse naturali del mar Mediterraneo.

Questi sono solo due esempi, ma le iniziative in Italia e nel mondo (dalla pulizia delle spiagge al monitoraggio dei cetacei) sono moltissime. E poi c'è il senso di responsabilità individuale. Ogni giorno possiamo renderci protagonisti di un atto d'amore nei confronti dei nostri mari, anche con piccoli gesti quotidiani. Tanto per dirne un paio, evitando prodotti usa e getta e facendo correttamente la raccolta differenziata.