“Le gelate non mi fanno dormire” e “con la siccità sembra già giugno”: gli agricoltori italiani raccontano le due facce del cambiamento climatico

Due volti dei cambiamenti climatici, le gelate e il forte caldo, raccontati attraverso le voci degli agricoltori che ogni giorno lottano per salvare i loro terreni.
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Francesco Castagna 24 Aprile 2024

Una fronteggia da quattro anni il freddo, l'altro è alle prese con una siccità che dura da un ventennio. Lei è un'agricoltrice del Trentino Alto Adige e produce erbe officinali, confetture e cosmetici, lui ha un'azienda multifunzionale, si occupa di coltivazioni di agrumi, vigneti e alleva bovini. Arianna Bonavida e Giuseppe Lai sono due delle numerose vittime di un'Italia spaccata a metà dal cambiamento climatico. Entrambi sono associati Coldiretti, che li supporta portando le istanze locali all'attenzione delle istituzioni. Il tempo è poco, perché a breve arriveranno le gelate al Nord, mentre al sud si alzeranno le temperature con l'estate. Il rischio è che ogni anno ci sia sempre meno frutta e verdura, e che quella prodotta costi sempre di più. È il caso dell'inflazione climatica, che in Italia attualmente genera un aumento della spesa dei beni primari, in media, di 41 euro (dati Eurostat) all'anno per individuo.

Quali sono i danni all'agricoltura causati dal cambiamento climatico

Una situazione che "non dà tregua agli agricoltori", questa è la fotografia scattata da Coldiretti in uno dei suoi periodici monitoraggi. Il nord Italia ha vissuto l'inverno più caldo di sempre, con un aumento della temperatura media di +2,2°C (dati Isac-CNR), il ritorno improvviso del freddo espone le coltivazioni alle gelate, dove gli agricoltori sono costretti ad accendere fuochi nei frutteti per salvarli dalle gelate. E dall'altro lato, il sud Italia piegato dalla siccità. Uno scenario che, solo nel 2023, ha causato 6 miliardi di euro di danni al comparto agricolo.

Come avvengono le gelate?

Solitamente, quando la temperatura si abbassa scendendo sotto lo zero durante le ore notturne fino all'alba, si è di fronte a una gelata. Ma per descrivere meglio cosa significhi combattere ogni giorno questo fenomeno, abbiamo chiesto ad Arianna Bonavida, proprietaria di un'azienda a Bleggio Superiore, in Trentino Alto Adige: "Noi abbiamo da tantissimi anni -con la mia famiglia- un appezzamento di ciliegie, loro non hanno mai avuto problemi con il fenomeno delle gelate, se non nel 2001 quando ha fatto molto freddo. Di recente, è da quattro anni che abbiamo problemi di questo tipo. La pianta del ciliegio è tra quelle che fioriscono prima, noi usiamo dei fuochi per scaldare l'appezzamento e alzare la temperatura del campo".

Ma cosa succede al fiore durante le gelate? "Se la temperatura arriva sotto lo zero, brucia il pistillo centrale, dove verrà prodotta poi la ciliegia", spiega Bonavida, e continua: "Infatti noi dopo qualche giorno dalle gelate vediamo il pistillo bruciato, di colore nero a causa del freddo". Ecco perché Bonavida, e tanti agricoltori dell'area, si è attrezzata utilizzando i cosiddetti fuochi, evitando ingenti danni ai terreni agricoli. "Grazie ai fuochi riusciamo a monitorare il freddo, con le colonnine che abbiamo per la temperatura, e a non avere grossi problemi", spiega Bonavida, raccontandoci che chi non ha preso questa decisione, ma si è rivolto a un'assicurazione, ha avuto danni fino all'80%.

La tecnica dei fuochi però, a primo impatto, può sembrare abbastanza semplice. In realtà questa scelta prevede una grande rinuncia: un sonno tranquillo. Arianna Bonavida deve fare i turni con gli altri membri della famiglia: "Abbiamo fatto fare a un fabbro della zona dei piccoli fornelli, bucati e di un'altezza di circa un metro. Sono leggeri, li andiamo a posizionare ogni quattro piante di ciliegio circa. La notte, quando sappiamo che arriva la gelata, ogni mezz'ora circa fino all'alba ci svegliamo per controllare la temperatura. Quando si avvicina allo zero, noi apriamo i sacchetti di pellet e diamo fuoco ai fornelli". Si tratta quindi a tutti gli effetti di un'attività che li fa stare sempre in allerta, non permettendogli di dormire. "Si dorme poco, oltre al fatto che dobbiamo entrare in campo 5 volte, come lo scorso anno. È un lavoro che richiede molta pazienza", ammette Bonavida.

Come va la siccità in Italia?

Ironia della sorte, in un Paese sempre più accerchiato dai cambiamenti climatici, in alcune aree si passa da una situazione di gelo e bombe d'acqua a una di forte caldo e fenomeni siccitosi. La siccità in Italia sta colpendo sempre più regioni, tanto che in Sicilia è stato già proclamato lo stato di emergenza idrica. La stessa situazione dei siciliani la stanno vivendo i sardi, dove abbiamo contattato Giuseppe Lai, titolare di un'azienda agricola a San Vito.

"Dall'estate scorsa fino a oggi c'è stata una scarsità di piogge diffusa tutto l'anno, non c'è acqua naturale per portare avanti le coltivazioni e non si è accumulata una riserva per le esigenze estive", racconta Lai, spiegando che è il primo anno in cui è dovuto ricorrere alle "irrigazioni di soccorso" in questo periodo. Il problema si presenta anche per gli animali che alleva, "noi alleviamo vitelli allo stato brado, ma quest'anno non c'è stato il pascolo perché non è cresciuto quasi nulla, in più manca l'acqua per l'abbeveraggio, poiché i fiumi e gli invasi sono al minimo.

siccità

Il calo di produzione è notevole. Quest'anno Lai, se tutto va bene, subirà un ulteriore -60% del raccolto agricolo di agrumi che già aveva subito un -50% nel 2023. "Sembra di stare a Giugno, la cosa preoccupante è che siamo solo ad Aprile", afferma Lai. L'altro problema, ci racconta, è che la rete idrica presenta ancora molte perdite, in quanto disperde più del 40% della capacità degli invasi. Non essendo l'area servita da consorzi di bonifica, l'acqua che può utilizzare è quella sotterranea, reperibile tramite pozzi che devono costituirsi ogni anno.

Un altro problema che si genera con la siccità è che alcune piante invasive prendono il sopravvento, come la Ferula, ci spiega Lai. "Quest'anno è diffusissima, è una pianta tossica che crea delle emorragie. È sgradita dagli animali per delle essenze molto forti, ma laddove c'è solamente la Ferula, consumano questo tipo di pianta. Questa pianta può creare aborti e mortalità agli animali. È importante che la Regione dia gli aiuti necessari alle aziende, soprattutto per comprare i foraggi", conclude Lai.

Crediti Immagini: Martina Valentini archivio Melinda 2023;