Gli incendi boschivi fanno male anche al mare: un nuovo studio spiega perché

Gli incendi distruggono la natura sulla terraferma e contaminano l’atmosfera, ma forse non sai che la loro presenza può danneggiare anche il mare. A capire come ci ha pensato un team di ricercatori che ha analizzato l’impatto che 16 idrocarburi policiclici aromatici hanno sugli organismi che vivono sui fondali del Mediterraneo.
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Sara Del Dot 6 Agosto 2021

Di incendi in questi giorni abbiamo parlato molto. Ti abbiamo raccontato come nascono, perché è necessario attivare strategie di prevenzione che coinvolgano tutti gli aspetti di un territorio, quali sono gli effetti e le principali cause che li peggiorano.

Secondo un recente studio, poi, gli incendi non danneggiano soltanto l’atmosfera e la terraferma su cui si verificano, ma esercitano un impatto importante anche sul mare, in particolare il Mediterraneo, contaminando gli organismi che ne abitano i fondali, fondamentali per la salute dei suoi ecosistemi.

Lo studio si intitola “Spatial and temporal trends in the ecological risk posed by polycyclic aromatic hydrocarbons in Mediterranean Sea sediments using large-scale monitoring data” ed è stato condotto dai ricercatori dei dipartimenti di Scienze dell’Ambiente e della Terra e di Economia, metodi quantitativi e strategie d’impresa dell’Università Milano-Bicocca.

Gli studiosi hanno analizzato l’andamento del rischio rappresentato da 16 IPA, acronimo di idrocarburi policiclici aromatici che, una volta rilasciati, vengono a contatto con le comunità bentoniche, che fanno parte del benthos, la categoria che comprende gli organismi acquatici che vivono a contatto con il fondo o fissati a un substrato solido come alghe pluricellulari e altri animali.

Il benthos è fondamentale sia per valutare lo stato di salute del mare sia in quanto fonte nutritiva per migliaia di specie ittiche. Tuttavia agenti contaminanti come gli IPA rilasciati dai processi industriali ma anche in particolare dalla combustione delle biomasse naturali (e quindi anche dagli incendi) entrano a contatto e intaccano i sedimenti marini, contaminandoli e quindi contaminando l’intera catena trofica dal momento che di essi si nutrono moltissime altre specie.

All’interno dello studio si legge che si stima che le concentrazioni di questo genere di sostanze nei sedimenti marini rappresentino un rischio sempre crescente e non debbano essere sottovalutate.