Gli Itinerari della Grande Guerra: trincee e accampamenti militari che hanno fatto la storia

I ponti sul Piave, le trincee sulle Alpi del Friuli, le grandi battaglie e le grandi sconfitte. Gli Itinerari della Grande Guerra sono un complesso di percorsi che si sviluppano lungo tutto quello che era il fronte della Prima Guerra Mondiale. Puoi scegliere quello più adatto a te e riscoprire una fetta di storia terribile e fondamentale per l’Italia e l’Europa.
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Rubrica a cura di Giulia Dallagiovanna
26 Settembre 2019

Forse uno dei traumi più grandi che l'Europa abbia vissuto. Se hai avuto la fortuna di conoscere un tuo bisnonno, è probabile che qualche volta ti abbia raccontato delle lunghe attese nelle trincee, della paura, della vita militare e della povertà con cui si sono ritrovati ad avere a che fare i soldati italiani, e non solo, durante la Prima Guerra Mondiale. Fino a quel momento, nessun conflitto aveva mai coinvolto così tanti Paesi e, soprattutto, mietuto un numero così alto di vittime. Oggi però la Grande Guerra viene ricordata anche per le battaglie quasi leggendarie lungo il Piave e sul Carso e per la famosa Tregua di Natale del 1914, quando i soldati di schieramenti opposti, di loro spontanea volontà, abbandonarono le armi e diedero il via a piccoli festeggiamenti lungo tutta la linea del fronte.

Se sei appassionato di storia, conoscerai per filo e per segno tutti questi avvenimenti e probabilmente anche molte altre curiosità. E magari ti sarà venuta voglia di capire meglio quale atmosfera si vivesse in una situazione così assurda. Bè, una possibilità esiste e sono gli Itinerari della Grande Guerra: diversi percorsi, anche scollegati tra loro, che ricalcano le orme degli eserciti e passano per i luoghi dei più famosi scontri. Si trovano in tutte le regioni di confine che in quegli anni costituivano proprio la prima linea, e cioè Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e Lombardia.

Non tutti sono percorribili interamente a piedi, ma proveremo a vederne assieme tre che si adattano perfettamente a un turista lento.

Il Sentiero della pace

Il Sentiero della pace parte dal Passo del Tonale e arriva fino al massiccio della Marmolada. Sono 520 chilometri in tutto, che per percorrerli interamente necessitano di circa un mese di cammino. Naturalmente però potrai scegliere di ritagliarti una tappa su misura per te, anche perché alcuni tratti sono adatti solo a escursionisti esperti. Come potrai immaginare, l'itinerario si sviluppa interamente sulla catena alpina ed è quindi fatto da un continuo saliscendi che potrebbe risultare un po' faticoso se non sei molto allenato. Ti consiglio però di non farti scoraggiare da questo aspetto, perché alcune porzioni di Sentiero sono davvero adatte a tutti i tipi di gambe, basta solo avere un po' di costanza e di determinazione. Inoltre, non rischierai mai di perderti, perché l'intero percorso è contrassegnato da una colomba gialla che indica la direzione da prendere.

E probabilmente, non avvertirai neanche troppo la fatica, perché sarai distratto dai meravigliosi paesaggi che ti si apriranno davanti agli occhi, come quello del Corno della Paura in Alto Adige. Una vera e propria immersione nella montagna che un secolo fa ospitò i soldati italiani. Ritroverai infatti i resti di manufatti militari, fortificazioni iniziate e mai completate e persino il tentativo di costruzione di una teleferica. Non mancano naturalmente i musei storici, che raccolgono tutti i reperti di battaglie ed eserciti e dove potrai ripercorrere per intero quegli anni così cruciali e tremendi. Il più importante è probabilmente il Museo Storico Italiano della Grande Guerra a Rovereto.

Itinerario del Passo Volaia

Se hai solamente una giornata di tempo, ma hai decisa di trascorrerla tra montagna e storia, l'itinerario della Passo Volaia, sulle Alpi Carniche del Friuli Venezia Giulia, è una buona soluzione. Sono solo 5,5 chilometri di lunghezza e normalmente si percorre in 4 o 5 ore. Si parte dal Rifugio Tolazzi, vicino al comune di Forni Avoltri in provincia di Udine, e percorre la vecchia strada militare che arriva fino al monte Volaia, dove si trovano i resti della lunga trincea italiana. Qui i soldati hanno dovuto opporre resistenza agli Austriaci e sono riusciti a mantenere le posizioni fino alla celebre disfatta di Caporetto del 1917.

Di recente, un gruppo di volontari ha riportato alla luce i resti dell'accampamento e ricostruito le postazioni di cannoni e mitragliatrici. Se poi sei un escursionista esperto o ami praticare l'arrampicata, puoi risalire una parete del Monte Coglians, la vetta più alta di questa porzione di catena alpina, e arrivare fino a un appostamento in galleria. Di sicuro potrai riposarti un po' accanto al lago sul Passo Volaia e poi riscendere fino al paese di Forni Avoltri, per concludere la gita con una visita alla mostra permanente sulla Grande Guerra.

La Grande Guerra da ponte a ponte

Hai presente quando il Piave mormorò che non passa lo straniero? Ecco, accadde proprio nei luoghi che sono stati riscoperti con due itineari veneti. Il primo si sviluppa interamente nella provincia di Treviso, dal comune di Vidor a quello di Susegana. È adatto a qualsiasi tipo di turista ed è molto adatto ad essere percorso in bici. Unisce i ponti che attraversavano il fiume Piave, ovvero le più importanti vie di comunicazione e tra i primi obiettivi che un esercito aveva il compito di conquistare e non cedere mai al nemico. I comuni impegnati nel progetto di recupero hanno riportato alla luce anche i resti di bunker e di ospedali da campo. Non mancano poi luoghi di interesse artistico e culturale, come l'Abbazia di Santa Bona e la Chiesa Sacrario di Vidor.

Se invece vuoi immergerti completamente nell'atmosfera del conflitto, il consiglio è quello di recarti nei luoghi che testimoniano la battaglia finale, quella che nel 1918 portò poi alla vittoria. Si sviluppa attorno al comune di Nervesa della Battaglia, in provincia di Treviso, ma puoi arrivare fino a Vittorio Veneto. Il punto più evocativo è sicuramente l'Isola dei Morti, chiamata così in seguito a un'offensiva dell'esercito italiano nel quale caddero così tanti soldati austriaci che i loro corpi gettati nel Piave si ammassarono sulle sponde di quesa isoletta. Da qui partono poi la Strada della fam e la Strada dei 100 giorni, costellate di monumenti ai caduti e ai soldati anche piuttosto imponenti dal punto di vista ingegneristico.

Come ti dicevo si tratta di ricordi violenti e per diversi aspetti ancora traumatici di quello che fu questo conflitto che per la prima volta coinvolse un intero continente. Ma è una parte di storia che non puoi ignorare e che ha portato l'Europa a essere quella che è oggi. E quale modo migliore conosci di scoprirla, se non camminare per le stesse strade?

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Sono Laureata in Lingue e letterature straniere e ho frequentato la Scuola di giornalismo “Walter Tobagi” di Milano. Mi occupo principalmente altro…