New York pioggia

Gli scienziati indiani vogliono usare il cloud seeding per innescare pioggia e temporali e abbattere lo smog sopra Nuova Delhi

Il governo di Nuova Delhi vuole sfruttare la tecnologia di cloud seeding per inseminare le nuvole con dello ioduro di argento e innescare artificialmente temporali e forti piogge così da affrontare l’ingente quantità di smog che aleggia sopra la capitale più inquinata del mondo.
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Kevin Ben Alì Zinati 16 Novembre 2023

Nuvole un po’ nere e un po’ grigie, grosse e cariche di pioggia sopra Nuova Delhi. Non è la previsione meteorologica delle prossime ore ma l’obiettivo che vogliono raggiungere gli scienziati indiani.

Utilizzando il cloud seeding hanno intenzione di inseminare le nuvole con dello ioduro di argento e innescare artificialmente temporali e forti piogge per affrontare l’ingente quantità di smog che non sta lasciando tregua alla capitale più inquinata del mondo.

pioggia nubifragio

L’inverno non sta facendo per niente bene alla popolazione della città: l’aria fredda, infatti, è in grado di intrappolare e trattenere gli inquinanti provenienti dagli scarichi delle auto, dalle industrie e dai rifiuti agricoli bruciati sopra le loro teste e dentro ai loro polmoni.

Considera che giovedì sorso l’indice di qualità dell’aria in città registrato dal gruppo svizzero IQAir aveva superato di molto i limiti di accettabilità, in più l’attuale flusso d’aria non fa che trasportare su Nuova Delhi i fumi provenienti dagli incendi dei raccolti negli stati del Punjab e dell’Haryana.

È una pratica purtroppo diffusa in questi territori e utilizzata dagli agricoltori per ripulire rapidamente i campi prima di piantare raccolti di grano. Considera che circa il 38% dell'inquinamento nella capitale deriva proprio da queste tecniche: secondo il governo indiano tra il 15 settembre e il 7 novembre ci sarebbero stati oltre 22mila incendi di stoppie.

Nuova Delhi ha quindi bisogno di forti ondate di piogge per eliminare dall’aria gli agenti inquinanti ma precipitazioni leggere potrebbe non aiutare, anzi potrebbero finire anche per peggiorare la situazione.

Così il governo vuole sfruttare la scienza e la questa avanzatissima tecnologica meteorologica per provocare intorno al 20 novembre una copertura nuvolosa sulla città abbastanza grande e con un contenuto di umidità sufficientemente elevato da innescare piogge così forti da ripulire l’aria, almeno in parte.

Il cloud seeding è già stato impiegato in diversi paesi del mondo per produrre pioggia, migliorare la qualità dell’aria e irrigare i raccolti in tempi di siccità. È successo in Messico, in Cina, in Indonesia e anche in Israele.

Oggi, come racconta Scientific American, l’inseminazione delle nuvole viene utilizzato in almeno otto stati negli Stati Uniti occidentali per aumentare le precipitazioni e le nevicate, un vantaggio per le risorse idriche minacciate dalla siccità.

Attorno al cloud seeding c’è un interesse sempre più crescente che va di pari passo con l’aumento delle temperature e tutte le conseguenze del climate change che già sfortunatamente conosci.

C’è però un problema. Il dottor Vincenzo Levizzani, ricercatore del Cnr presso l’Istituto di Scienza dell’atmosfera e del clima di Bologna ci aveva spiegato infatti che aumentare il potere precipitante delle nubi può rendere l’agricoltura più sostenibile, soprattutto in luoghi abbastanza aridi anche se ad oggi la sua efficacia è ancora difficilmente dimostrabile.

È complicato insomma dimostrare che questa tecnica funziona davvero come alleato contro le conseguenze dei cambiamenti climatici. Il gold standard scientifico, sottolinea la prestigiosa rivista americana, sarebbe dimostrare che il cloud seeding ha prodotto un risultato che non sarebbe certamente mai avvenuto senza di esso.

Questo tipo di ricerca però necessità di una combinazione di progettazione sperimentale specializzata e tecnologia altamente avanzata. E quindi tempo e pazienza.

Intanto però l’India tira dritta per la propria strada. Il progetto di cloud seeding a cui sta lavorando – che ha un coso stimato intorno ai 120mila dollari – vuole ricoprire di nuvole e pioggia un’area di 100 chilometri quadrati. “Non ci aspettiamo una nuvola così grande da coprire l'intera Delhi, ma qualche centinaio di chilometri andrebbe bene”, ha spiegato a Reuters Manindra Agrawal, scienziato dell'Indian Institute of Technology di Kanpur a capo della sperimentazione.

Il governo ha già chiuso tutte le scuole, interrotto le attività di costruzione e ha affermato che imporrà restrizioni sull’uso dei veicoli per controllare l’inquinamento. In attesa di un vero diluvio purificatore.

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