Guida all’acquisto del panettone: guarda bene l’etichetta, la confezione e il colore della crosta

Se non indicato espressamente, le informazioni riportate in questa pagina sono da intendersi come non riconosciute da uno studio medico-scientifico.
Deve essere ricco di burro (almeno il 16%) e non possono mancare uvetta e scorze di agrumi canditi. La confezione non conta, ma attenzione alla data di scadenza che non deve superare i tre mesi dalla data di produzione. Allora sì che il panettone può considerarsi di buona qualità.
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Gaia Cortese 4 Dicembre 2018

Lasciando per un momento da parte le fazioni pro pandoro, più legate al dolce veronese perché poco apprezzano uvetta e canditi, concentriamoci sul panettone, dolce della tradizione meneghina, simbolo del Natale in Italia, ma ormai anche all’estero. Il sito di comparazione di prodotti qualescegliere.it ha pubblicato un vademecum per capire se un panettone è di buona qualità o meno, analizzando non solo la qualità degli ingredienti utilizzati, ma anche il packaging e il prezzo sul mercato.

Partiamo dal prezzo. Nella grande distribuzione la spesa per un panettone dovrebbe oscillare da un minimo di 2,90 euro a un massimo di circa 12 euro, mentre per un panettone artigianale il prezzo difficilmente è inferiore ai 20 euro. Attenzione però a non pensare male: se un panettone dovesse avere un prezzo molto basso rispetto alla media, non deve per forza essere di scarsa qualità; la presenza di numerosi prodotti e marchi sul mercato può infatti avere questo effetto sull’offerta molto varia nei punti vendita e nei discount.

Attenzione sempre all’etichetta che non solo fornisce informazioni sugli ingredienti del prodotto, ma dà indicazioni sulla provenienza del panettone e sullo stabilimento di produzione. Sulla confezione è poi riportata anche la data di scadenza: il panettone non dovrebbe avere una conservazione superiore ai 3 mesi, altrimenti potrebbe essere troppo ricco di conservanti. Per la serie: meno dura, più è buono.

Anche la confezione conta

Il packaging può pesare molto sul prezzo finale del prodotto. Il panettone può essere confezionato in un’elegante confezione di latta, in quella più comune di cartone o messo in una normale busta trasparente. Se alcuni marchi utilizzano confezioni più curate, magari più adatte a fare un regalo, altre sottomarche badano meno all’estetica, e confezionano i loro panettoni in semplici sacchetti trasparenti. Il panettone è più cattivo? Neanche per sogno. Magari sarà meno invitante, ma l'abito non fa il monaco, e quindi la sua qualità non viene pregiudicata da come si presenta la confezione. Attenzione invece all’aspetto del prodotto: la crosta deve essere ben attaccata al corpo del panettone e avere una colorazione bruno dorata, non devono esserci bruciature e al palato deve risultare fragrante. Occhio anche a uvetta e canditi che, se di qualità, sono generalmente di dimensioni più grandi, in particolare se tra i canditi c’è la scorza di cedro.

Non un candito in più, non uno di meno

Il prodotto deve contenere obbligatoriamente: farina di frumento, zucchero, uova di gallina di classe A (uova fresche) o tuorlo d'uovo in una percentuale non inferiore al 4%, un minimo di 16% di burro, uvetta e scorze di agrumi canditi (almeno il 20%) e lievito naturale. Sono questi gli ingredienti previsti obbligatoriamente dal Decreto Ministeriale del 22/07/2005. E cosa dire dei panettoni “speciali” senza canditi o senza uvetta o quelli prodotti per chi soffre di intolleranza al glutine o al lattosio? Sempre secondo la normativa, questi prodotti possono avvalersi della denominazione “panettone”, purché contengano almeno il 50% dell’impasto base.