Perché i fiumi delle Alpi Apuane diventano bianchi dopo la pioggia? La colpa è dell’inquinamento da marmettola

Fiumi bianchi come fossero latte. I torrenti delle Alpi Apuane sono inquinati dalla marmettola derivante dall’estrazione e dalla lavorazione del marmo e di altre pietre naturali. Il Comitato della Biodiversità chiede uno stop alla distruzione delle montagne Patrimonio dell’umanità.
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Evelyn Novello 26 Ottobre 2023

L'acqua dei torrenti che scendono dalle Alpi Apuane è colorata di bianco, ma nessuno sta versando latte, si tratta di un effetto dell'inquinamento. Le foto che possiamo vedere in questi giorni di pioggia ritraggono le conseguenze delle discariche di residui degli scavi e della lavorazione del marmo ma anche della marmettola (fango carbonatico prodotto dall'attività di estrazione e di segagione delle pietre naturali come il marmo, ndr) che viene scaricata abusivamente lungo i torrenti.

Sono state le prime piogge a causare ‘l’imbiancamento’ dei nostri fiumi, dal Versilia fino al Carrione, rendendo anche il Frigido con acque di un bel colore caffè latte – commenta il Comitato della Biodiversità a La Voce Apuana -. Senza tornare agli ultimi decenni del secolo scorso quando tanti parti del nostro territorio costituivano discariche di marmettola e i fiumi avevano gli alvei impermeabilizzati, possiamo ancora affermare  che l’inquinamento da parte di questo materiale proveniente sia dalle cave che dai laboratori (con le dovute differenze di gestione) è ancora una questione da risolvere".

La marmettola, a detta di politici e imprenditori "non sarebbe una sostanza ‘pericolosa’ per l’ambiente. In realtà – avverte però il Comitato della Biodiversità -, si sta violando la normativa, poiché questa non riguarda solo le ‘sostanze pericolose’, ma anche le ‘sostanze solide sospese’ e le ‘sostanze in grado di determinare effettivi pregiudizi ambientali" quali sono l'intorpidimento delle acque superficiali e sotterranee. Il problema riguarda la marmettola risalente ad anni passati ma anche quella prodotta ancora oggi perché si continuano ad autorizzare nuove cave per costruire piste, rampe e piazzali. Vale ancora la pena che le amministrazioni locali, regionali e nazionali autorizzino il continuo spezzettamento di quello che è un patrimonio dell’umanità e cioè le Alpi Apuane?” chiedono amaramente gli ambientalisti.