I giganti della petrolchimica finalmente si muovono: alleanza contro la plastica negli oceani

Trenta colossi del settore petrolchimico (tra cui l’italiana Eni) si uniscono in un progetto comune per combattere l’inquinamento degli oceani dovuto alla plastica. Un fenomeno sempre più allargato, ma che si concentra particolarmente nei Paesi del Sud-est asiatico, dove ancora non esiste un sistema funzionante di raccolta e riciclo dei rifiuti.
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Gaia Cortese 17 Gennaio 2019

L’80% dei rifiuti di plastica presente negli oceani arriva da spazzatura prodotta sulla terraferma, che nella stragrande maggioranza dei casi, giunge al mare dai fiumi. Ma non è tutto. Il 60% dei rifiuti di plastica nell’oceano può essere attribuito soprattutto a diversi Paesi del Sud-est asiatico. Alcune multinazionali della petrolchimica, hanno raccolto queste due stime, e si sono unite per intraprendere una battaglia contro l’inquinamento causato dalla plastica.

L’intesa tra i colossi del settore petrolchimico ha il nome di Alliance to end plastic waste (Aepw), ossia alleanza per mettere fine ai rifiuti di plastica e, tra le aziende aderenti, compaiono i nomi di Basf, Berry Global, Braskem, Chevron Phillips Chemical, Clariant, Covestro, Dow, Dsm, ExxonMobil, Formosa Plastics, Henkel, LyondellBasell, Mitsubishi Chemical, Mitsui, Nova Chemicals, OxyChem, Procter & Gamble, Reliance, Sabic, Sasol, Suez, Shell, Scg Chemicals, Sumitomo, Total, Veolia, Versalis (Eni) e PolyOne.

L’alleanza ha previsto un investimento di più di un miliardo di dollari per questa battaglia e nei prossimi 5 anni vorrebbe destinare 1,5 miliardi di dollari alla lotta contro i rifiuti di plastica dispersi nell’ambiente, soprattutto per trovare una soluzione all’enorme quantità di rifiuti che arriva agli oceani dai più grandi fiumi del mondo come l’Indo, il Gange o il Fiume Giallo.

Ogni anno il Gange alimenta l'oceano con oltre un miliardo di chili di rifiuti di plastica.

Il problema, infatti, si evidenzia soprattutto nei Paesi Asiatici dove beni e consumi prima non accessibili, adesso di fatto lo sono; ma una tale disponibilità ha prodotto una quantità di rifiuti enorme come bottiglie e bottigliette, confezioni, flaconi e vestiti usati. In questi Paesi ancora non esiste un sistema consolidato di raccolta e riciclo dei rifiuti, e purtroppo il risultato è plastica che galleggia nei fiumi e finisce nel mare.

"Come è risaputo, i rifiuti di plastica sono un elemento estraneo agli oceani e a qualsiasi altro ambiente naturale – ha commentato David Taylor, Presidente dell’Aepw -. Siamo di fronte a una sfida globale seria e complessa, da affrontare con la massima rapidità e con una leadership forte. La nuova Alleanza rappresenta il massimo sforzo realizzato sino a oggi per dire basta ai rifiuti di plastica dispersi nell'ambiente".

L’obiettivo dell’alleanza è quello di mettere in piedi iniziative per ridurre al minimo e gestire la plastica, trovare soluzioni per riutilizzarla, evitarne la dispersione nell’ambiente. L’Indonesia, per esempio, sarà interessata dall’iniziativa STOP, realizzata per progettare e implementare soluzioni di economia circolare all'inquinamento da plastica di mari e oceani

Sarà rafforzato il programma Renew Oceans con l’obiettivo di sostenere il coinvolgimento e gli investimenti localizzati. Questo progetto, infatti, vuole concentrarsi sui 10 fiumi (Yangze, Indo, Fiume Giallo, Hai, Nilo, Brahmaputra Gange, Fiume delle Perle, Amur, Mekong e Niger) identificati come responsabili della stragrande maggioranza dei rifiuti provenienti dalla terraferma agli oceani ed è strutturato in modo da bloccare i rifiuti stessi prima che giungano in mare aperto. In una prima fase il progetto sosterrà la campagna Renew Ganga, volta a trovare soluzioni per riciclare la plastica e sostenuta anche dalla National Geographic Society.