I partiti italiani ambientalisti, ovvero ciò che manca nel nostro Paese

La cultura ambientalista italiana in politica è sempre stata rappresentata dalla Fondazione dei Verdi, ma alle ultime elezioni i cittadini attenti all’ambiente hanno preferito votare il Movimento 5 Stelle. In Italia sembra mancare una formazione che metta l’ecologia al primo posto e ripensi sotto questa luce l’interno modo di produrre e consumare.
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Giulia Dallagiovanna 13 Febbraio 2019

Nel corso della tua vita, avrai già votato almeno una volta. In base a quale criterio hai scelto a chi destinare la tua preferenza? Magari eri interessato alle politiche riguardo le pensioni, oppure il lavoro. Di sicuro, non avrai potuto scegliere avendo come priorità l'ambiente. Sembra mancare infatti un partito italiano che presenti un programma basato sullo sviluppo sostenibile e che guardi all'ambientalismo come a una risorsa economica e non una battaglia da combattere in difesa.

Ma proviamo a vedere quali formazioni hanno fatto dell'ecologia uno dei propri punti cardine e qual è la storia dell'ambientalismo politico in Italia.

Federazione dei Verdi

Per tradizione, è il partito dei Verdi, o meglio, la Federazione a rappresentare in campo politico la cultura ambientalista in Italia. È nato proprio assieme alle associazioni più importanti, come Legambiente, sulla scia delle reazioni indignate al disastro di Chernobyl. Il suo simbolo è il famoso Sole che ride, preso in prestito direttamente dal Movimento antinucleare danese.

Entra in Parlamento per la prima volta nel 1987 e diventerà subito punto di riferimento per le grandi battaglie contro il nucleare. Negli anni promuovono referendum contro la caccia, contro l'utilizzo dei pesticidi in agricoltura, contro la contaminazione degli alimenti attraverso gli sversamenti illegali di rifiuti tossici nelle campagne e sostengono la mobilitazione di Possibile contro le trivellazioni.

Solitamente candidati alle elezioni all'interno di coalizioni di centrosinistra, saliranno anche due volte al Governo, nel 1995 e nel 2006, alla guida del Ministero dell'Ambiente. Ma la Federazione dei Verdi non è solo ecologismo: sostengono i diritti dei lavoratori e si battono per la reintroduzione dell'articolo 18, sono un movimento pacifista, tanto che dopo l'inizio della campagna militare in Iraq hanno integrato il proprio simbolo con la bandiera arcobaleno e i loro argomenti sono spesso simili a quelli del Partito dei Radicali.

Così, un po' per mancanza di un'identità ben chiara e distinguibile, un po' per una strategia politica non sempre vincente, i Verdi sono rimasti nelle retrovie e alle ultime elezioni non hanno ottenuto nemmeno un seggio.

Verdi verdi

Nascono nel 1991, dopo che Maurizio Lupi, omonimo del rappresentante di Noi con l'Italia, esce dalla Federazione dei Verdi accusandoli di essere troppo radicati a sinistra. I Verdi verdi infatti si candideranno più volte alla elezioni politiche, sostenendo quasi sempre coalizioni di centrodestra e non venendo mai eletti.

Se non li hai mai sentiti nominare, è perché non abiti in Piemonte, dove hanno quasi tutta la propria base elettorale. A differenza della Federazione, sostengono che il proprio ecologismo debba andare di pari passo con i valori del cattolicesimo attento all'ambiente e sono favorevoli a un liberalismo verde, cioè che aiuti a minimizzare i danni dell'essere umano sulla natura e la rigenerazione delle aree danneggiate.

Movimento 5 Stelle

Contro la Tav e contro la Tap, il Movimento 5 Stelle si è fatto portavoce delle battaglie contro le grandi opere e ha attirato i voti degli elettori attenti all'ambiente, oscurando la Federazione dei verdi. Fin dalla loro nascita, i pentastellati hanno promosso l'attenzione all'impatto dell'uomo sulla natura. Nel loro programma si parla di promozione dell'economia circolare, protezione del territorio e prevenzione del rischio idrogeologico, energia green.

Saliti al Governo assieme alla Lega, da sempre favorevole alle grandi infrastrutture, hanno però dovuto rivedere i propri obiettivi e "tradire" le aspettative di quei cittadini che li avevano sostenuti proprio per la loro sensibilità ai temi ecologici.

I grandi partiti ambientalisti del passato

Come ti dicevo, la storia della coscienza politica ambientalista italiana è strettamente intrecciata con la Federazione dei Verdi. Le prime formazioni ecologiste si presentano in realtà già alle elezioni regionali del 1985, ma è solo l'anno successivo che nasce un partito unito e coeso, con uno statuto unitario.

Da un lato sono un punto di riferimento per la battaglia contro la caccia e il nucleare. D'altronde ricorda che l'ambientalismo in Italia nasce soprattutto come risposta al disastro nucleare di Chernobyl. Dall'altro lato però la frammentazione del fronte ecologista arriva nel giro di pochi anni e alle elezioni europee del 1989 si presentano anche i Verdi arcobaleno mentre nel 1990 nascono i Verdi verdi.

Ma la storia del blocco ambientalista italiano è fatta di alleanze e divisioni, cosi si riuniscono Fondazione e Verdi arcobaleno, ma si staccano i Verdi federalisti. A questo punto, il panorama di un elettore attento ai temi ambientali si presentava con un partito radicalizzato a sinistra, la Federazione, uno alleato al centrodestra, i Verdi verdi e una serie di piccoli distaccamenti con poca o nulla visibilità.

Sarà la Federazione dei verdi a salire per due volte all'esecutivo. La prima volta nel 1996, quando Edoardo Ronchi diventa Ministro dell'Ambiente per il governo Prodi, e la seconda volta nel 2000 con Alfonso Pecoraro Scanio Ministro delle Politiche agricole e Gianni Francesco Mattioli Ministro delle Politiche Comunitarie. Per poi subire un brusco calo di consensi solo l'anno dopo.

E proprio nel 2001 viene nominato presidente Alfonso Pecoraro Scanio che pone l'attenzione su temi strettamente ambientalisti, come la lotta agli Ogm e la promozione dell'energia prodotta da fonti rinnovabili. Ma con lui emerge anche un nuovo filone, quello pacifista e per la lotta in favore dei diritti civili. Appoggiano ad esempio Rifondazione comunista nel referendum per l'estensione dell'articolo 18 anche ai lavoratori dipendenti delle piccole aziende. Non solo, ma nel 2004, in risposta all'intervento militare in Iraq, aggiungeranno la bandiera della pace al simbolo del partito.

La spinta verso sinistra che aveva connotato la Federazione fin dalla sua nascita diventa ancora più concreta e Pecoraro Scanio stringe un'alleanza con tutte le formazioni che non appoggiano il Partito democratico, da Rifondazione comunista a sinistra democratica. Nel frattempo non riescono a recuperare i voti e sulla scena della politica ecologista compare un altro attore, Sinistra ecologia e libertà.

Una storia che dura circa sette anni, dal 2009 al 2016, e che lo vede per qualche tempo alleato proprio della Fondazione dei verdi. Sinistra ecologia e libertà, guidato da Nichi Vendola, parla di un cambiamento nella cultura, nel nostro stile di vita e nel modo di produrre e consumare. Immagina cittadini più consapevoli e guarda alla cultura ecologica dei Paesi del Nord Europa. Durante il referendum sulle trivellazioni in mare, ad aprile 2016, si schiera a favore del sì, per abrogare la norma che permetteva di rinnovare le concessioni fino all'esaurimento dei giacimenti di idrocarburi.

Ma di nuovo, l'ambiente è solo uno dei punti del suo programma, assieme ai diritti civili, alla difesa dei lavoratori e alla ricostruzione di una sinistra alternativa al Partito democratico.

E mentre in Italia la coscienza ambientalista cresceva, diventavamo i primi nell'ambito dell'economia circolare, venivano riconosciuti i reati ambientali e le imprese investivano in sistemi di produzione più green, la politica sembrava quasi non accorgersene. Così, ad oggi, manca un partito che guardi all'ecologia non come alla natura da difendere, ma a un nuovo modo di pensare il sistema produttivo ed economico e a una possibile risorsa per il mercato del lavoro.

I voti al Movimento 5 Stelle hanno dimostrato, fra le varie cose, che agli italiani l'ambiente interessa eccome e che serve una forza politica più moderna che si faccia portavoce di questa necessità.