I pesci d’allevamento provano “dolore, stress e ansia”: servono regole meno crudeli per l’acquacoltura

L’Aquaculture Stewardship Council – ente regolatore che certifica il pesce allevato secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale – ha alzato i propri standard e sta spingendo l’acquacoltura a migliorare le regole sul benessere animale. Tra le richieste, c’è lo stop agli abbattimenti per asfissia o eviscerazione.
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Martina Alfieri 11 Ottobre 2022

Dopo essere rimasti a lungo ai margini delle conquiste fatte in materia di benessere animale, finalmente anche i pesci cominciano a venire considerati come esseri che provano dolore e che meritano di essere tutelati. Uno dei principali enti che a livello internazionale rilasciano certificazioni sulla sostenibilità ambientale e sociale nel settore dell’acquacoltura – l’Aquaculture Stewardship Council – ha innalzato i propri standard dopo avere riconosciuto che i pesci d’allevamento “sono esseri senzienti capaci di provare dolore, stress e ansia”.

L’ente, che certifica il pesce distribuito in molti mercati del mondo, vuole spingere il settore dell’acquacoltura a impegnarsi di più per il benessere animale e a scegliere di adottare pratiche di abbattimento più umane. Tra le proposte, c’è quella di non rilasciare la certificazione ASC a chi prosegue con gli abbattimenti per asfissia o eviscerazione. Mentre, per evitare di ulteriori inutili sofferenze agli animali, si propone di ricorrere a tecniche di stordimento prima della macellazione.

Uno dei principali schemi di certificazione dei prodotti ittici al mondo – l'Aquaculture Stewardship Council (ASC) – ha annunciato un progetto di standard per una macellazione che comporti ai pesci la minor sofferenza possibile, tra cui il divieto di utilizzare la miscela di acqua e ghiaccio, un metodo di macellazione crudele che porta i pesci a lottare per la propria vita mentre il ghiaccio gli si incastra nelle branchie”, ha commentato il CIWF Italia. “Anche se abbiamo accolto queste decisioni con favore, è importante ricordare che c’è ancora molto da fare per migliorare le vite dei pesci che soffrono silenziosamente negli allevamenti intensivi sommersi”.

Sempre secondo l’associazione, in Italia circa 271.238 mega tonnellate di pesce sono certificate da Friends Of The Sea – anch'essa ha adottato di recente standard che aumentano le tutele verso i pesci – e 4.528 mega tonnellate sono certificate da ASC: l'equivalente di centinaia di milioni di pesci ogni anno. Questo potrebbe spingere anche gli allevamenti del nostro Paese a ridurre al minimo le sofferenze dei pesci, come chiedono gli stessi consumatori, che negli ultimi tempi hanno dimostrato di prediligere sempre più etichette trasparenti riguardo al benessere animale.