
Li vedi tutti i giorni eppure spesso non ne conosci il significato. Sono i simboli del riciclo che riempiono le confezioni dei prodotti che hai in casa e che hanno un senso ben preciso. Eppure nessuno te l’ha insegnato ed è un vero peccato. Perché se tutti apprendessero come può essere riciclato ogni contenitore, sprecheremmo di meno. E invece anche tu ti sarai trovato in difficoltà, non sapendo dove gettare il recipiente dello shampoo o il recipiente delle uova e ti sarai chiesto: “Dove lo butto? Carta? Plastica? Indifferenziato?”.
Non esistono regole universali e ogni città ha le sue norme di riciclo. Ciò che in un luogo va nella plastica, altrove può essere andare nella carta o nell’inorganico. Un esempio su tutti: il cartone del latte. Plastica o carta? Per rispondere a questa domanda, e in generale per effettuare una corretta raccolta differenziata, devi sempre consultare le indicazioni delle aziende che si occupano dello smaltimento dei rifiuti nella tua città (Per esempio l’Amsa a Milano, l’Ama a Roma, l’Asia a Napoli, ecc).
Esistono tuttavia dei loghi univoci, che indicano sempre uno stesso significato indipendentemente dall’azienda che segue la raccolta dei rifiuti nelle diverse città. È bene che tutti noi li conosciamo ed è per questo che ti propongo di seguito un breve riassunto dei simboli del riciclo dei rifiuti e il loro significato.
Ma prima di farlo capiamo anche chi ha istituito questi simboli e per quale motivo.
Si tratta di loghi e sigle istituite dalla Commissione europea, pensa già nel 1977, questo ovviamente per facilitare il riconoscimento del materiale e l'apposito modo per riciclarlo. Ma il primo inventore in assoluto fu August F. Moebius, uno scienziato e matematico di origine tedesca che nel 1858 aveva ideato il nastro di Moebius o triangolo di Moebius
Logo del riciclo per eccellenza, è il simbolo internazionale del riciclaggio. Tre frecce verdi che si susseguono in una forma circolare, formando il nastro di Moebius. È stato disegnato nel 1971 e indica spesso il riciclaggio di carta e cartone. In generale quando è apposto su un oggetto indica che quel prodotto è composto con un materiale riciclabile.
È una variante del nastro di Moebius. Indica che il prodotto è riciclabile o fatto con materiale riciclato. Al suo interno è presente un numero che va da 1 a 6 e indica quale tipo di plastica è stato usato per la creazione di quell’oggetto. Se invece il numero all’interno del triangolo è il 7, il prodotto non è riciclabile.
A differenza del simbolo precedente, questo logo ha una sigla che indica il tipo di plastica di cui è fatto l’oggetto. Le sigle della plastica possono essere: PET, PE, PP, PS e PVC.
Raffigura l’icona di un uomo che getta un rifiuto in un cestino e indica l’obbligo di riciclare il contenitore dopo l’uso anche se non è tra le mura domestiche. Se quindi sei fuori casa e devi gettare qualcosa, questo simbolo ti ricorda di cercare sempre un cestino e non disperdere quindi quell’oggetto nell’ambiente.
Ritrae due frecce verdi che si intersecano all’interno di un cerchio. Individua un sistema di smaltimento degli imballaggi, ma non fornisce alcuna informazione aggiuntiva sulla riciclabilità del prodotto.
Rappresenta un cestino tagliato da una croce, è stampato su rifiuti elettrici o elettronici e indica che essi non devono per nessuna ragione essere gettati tra i rifiuti generici ma smaltiti in appositi contenitori o piattaforma ecologica.
Si trova su imballaggi per liquidi come bottiglie, barattoli, scatole e qualsiasi altro involucro sigillato contenente sostanze liquide.
Indica che bisogna comprimere i contenitori per ridurne il volume e l’impatto ambientale.
(Scritto da Simona Cardillo il 28 ottobre 2018
Modificato da Mattia Giangaspero il 18 aprile 2023)