
Per risparmiare e al tempo stesso avere una casa adeguatamente calda, i termosifoni vanno sempre tenuti accesi. Non devi quindi spegnere il riscaldamento, ma regolarlo in modo che la temperatura oscilli, nell’arco della giornata e della notte, tra i 18 e i 21 gradi. In questo modo avrai la sicurezza che la temperatura non andrà mai sotto la soglia, ma al tempo stesso non supererà la temperatura massima, evitando di surriscaldare la casa e di consumare troppo gas.
Il primo vantaggio di tenere i termosifoni sempre accesi è che la caldaia lavora meno e ciò permette prima di tutto di risparmiare ma anche:
Non ci sono svantaggi evidenti, ovviamente, se si parla della casa in cui si vive. Diventa spreco solo se si lasciano accesi quando fa caldo, come succede nel periodo autunnale in molte città a causa del riscaldamento globale, o nelle seconde case vuote. E' invece un'idea pessima l’uso a intermittenza, ovvero continuare ad accendere e spegne, perché tende a stressare la caldaia, che deve raggiungere in fretta la temperatura domestica desiderata tutte le volte che viene riattivata, lavorando in modo eccessivo e, spesso, consumando di più.
Per tenere il riscaldamento sempre acceso bisogna prima di tutto impostare la temperatura adeguata, che come detto deve essere tra i 18 gradi e i 21. Per fare ciò si consiglia di usare la tecnologia, con sistemi di programmazione a distanza, e di:
É molto difficile dire quanto costa tenere i termosifoni sempre accesi perché dipende molto dal contratto stipulato. In linea di massima il consumo dei caloriferi dipende dal cappotto termoisolante, dall’isolamento termico e dall’esposizione solare. Una casa che guarda a Nord e che ha molta dispersione termica, perché per esempio ha degli infissi vecchi, a parità di metratura avrà consumi maggiori rispetto a una casa esposta a Sud e ben isolata. In media comunque, il consumo pari a 0,25-1,5 metri cubi/ora, sostanzialmente si tratta di 0,57 euro all'ora per un appartamento grande 100 mq. Sarà più basso, chiaramente, se l'appartamento è più piccolo.
L’impatto del riscaldamento non è solo economico, perché come sappiamo le bollette del gas sono forse la voce più onerosa, con mutui e spesa alimentare, delle famiglie italiane, ma anche ambientale. Il riscaldamento residenziale è il terzo responsabile delle emissioni di CO2 in Europa, dopo le automobili e la produzione di ferro e acciaio, e in Italia è responsabile del 64% delle polveri sottili Pm2,5, del 53% delle Pm10 emesse nell'aria. E l'inquinamento atmosferico è il principale rischio ambientale per la salute. Solamente il PM 2.5, uno degli inquinanti studiati, ha causato la morte prematura di circa 49.900 italiani nel 2019. Circa la metà di tutta l’emissione di PM 2.5 proviene dall'uso di energia nelle nostre case.