Il BMI (o IMC) è un indicatore affidabile dello stato nutrizionale?

Potresti aver sentito dire che il BMI (o, in italiano, l’IMC) non è un indicatore affidabile dello stato nutrizionale. In effetti, non permette di effettuare delle valutazioni precise della composizione corporea. In alcuni casi, però, può fornire informazioni interessanti sul rischio cardiometabolico.
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Dott.ssa Silvia Soligon Biologa nutrizionista
17 Aprile 2023 * ultima modifica il 17/04/2023

Lo puoi sentire chiamare IMC (dall'italiano Indice di Massa Corporea) oppure BMI (dall'inglese Body Mass Index), ma si calcola nello stesso modo in qualunque parte del mondo: dividendo il peso di una persona (espresso in kg) per la sua altezza (espressa in metri) al quadrato (quindi moltiplicata per se stessa). Magari ti è già capitato di calcolare il tuo per capire se fossi normopeso, sottopeso, sovrappeso o in una condizione di obesità. In effetti, si tratta di uno dei parametri più semplici da valutare per avere informazioni circa lo stato nutrizionale di una persona; tuttavia, il suo utilizzo presenta dei limiti. Per questo ormai da tempo il suo ruolo come indicatore affidabile è messo in discussione.

I limiti dell'IMC nella valutazione della composizione corporea

Infatti l'IMC non permette di effettuare una valutazione accurata della composizione corporea. Il problema fondamentale è che per determinarlo viene utilizzato il peso misurato sulla bilancia – un numero all'interno del quale non è possibile distinguere i kg di massa grassa (e quindi di tessuto adiposo in eccesso pericoloso per la salute) dai kg di muscoli, ossa e altri tessuti. Non solo, parte di quei kg rilevati dalla bilancia corrisponde alla cosiddetta acqua extracellulare, quella non contenuta nelle cellule e in cui sono da includere anche i fluidi trattenuti nei tessuti a causa della famigerata ritenzione idrica.

Dal punto di vista pratica ciò può significare classificare come sovrappeso, o addirittura obeso, un individuo che abbia una massa muscolare molto sviluppata solo perché quest'ultima non è distinguibile da quei kg che, in un'altra persona realmente obesa, corrispondono invece a tessuto adiposo di riserva. Oppure potrebbe portare a classificare come normopeso un individuo che ha pochissimi muscoli e in cui la carenza di tessuto muscolare è mascherata, sulla bilancia, da un eccesso di tessuto adiposo. Questa seconda situazione è quella tipica dei cosiddetti “falsi magri”, meno rari di quanto si potrebbe immaginare, e non solo. Anche diversi anziani sarcopenici (cioè con una massa muscolare al di sotto della soglia salutare) potrebbero risultare normopeso perché hanno un eccesso di tessuto adiposo che la bilancia non sa identificare come grasso corporeo.

Come valutare in modo affidabile lo stato nutrizionale

I metodi per valutare lo stato nutrizionale in modo più affidabile non mancano. Soffermandoci su quello che può essere fatto nello studio della maggior parte dei nutrizionisti, le percentuali di massa magra e di massa grassa possono essere per esempio calcolate misurando le “pliche”, pieghe di tessuto in specifici punti del corpo, e valutando la circonferenza del braccio. Ad oggi, però, lo strumento più utilizzato è senza dubbio il bioimpedenziometro, un dispositivo che, semplificando, permette di valutare massa magra, massa grassa e acqua extracellulare in base alla corrente che passa attraverso il corpo, in modo non invasivo e indolore.

La bioimpedenziometria (BIA) permette di individuare casi come quelli sopra descritti: una massa muscolare particolarmente sviluppata ed eccessi di tessuto adiposo mascherati da una scarsità di muscoli. Non solo, grazie alla BIA è possibile anche smascherare la presenza di quantità di fluidi extracellulari eccessive.

IMC: un dato da non tenere in considerazione?

Detto ciò, l'IMC resta uno degli strumenti più utilizzati per una prima valutazione dello stato nutrizionale, proprio in virtù della sua facilità di calcolo. Inoltre rimane uno strumento utile per studi condotti a livello di popolazione e per elaborare linee guida e raccomandazioni generali. Per esempio, le raccomandazioni circa l'aumento di peso in gravidanza si basano sull'IMC della futura mamma prima del concepimento.

Non solo, in alcuni casi l'IMC può fornire indicazioni particolarmente interessanti sul rischio cardiometabolico associato all'eccesso di peso. In particolare, uno studio recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Preventive Medicine da un gruppo di ricercatori della Concordia University (Montreal, Canada) suggerisce che questo parametro permette di effettuare valutazioni rapide ed economiche anche quando, sempre nella popolazione, si intende studiare il rischio cardiometabolico.

Gli autori dello studio citato hanno voluto verificare se prendere in considerazione il rapporto tra massa grassa e massa magra permettesse una migliore classificazione delle persone rispetto all'uso dell'IMC. Per farlo hanno confrontato il rapporto massa grassa/massa magra con i livelli di colesterolo, trigliceridi, glicemia e pressione dei partecipanti. La conclusione più importante cui sono giunti è che avere tanta massa grassa è pericoloso anche se si ha anche tanta massa magra, anzi, sembra essere la condizione più pericolosa per la salute cardiometabolica. Allo stesso tempo, i loro risultati li hanno portati a concludere che in alcuni casi l'IMC può essere un miglior predittore di rischi come quelli di diabete e ipertensione.

Insomma, anche se il BMI non è l'indicatore più affidabile del tuo stato nutrizionale, non devi necessariamente considerarlo un dato da buttare nel cestino: può darti informazioni interessanti sulla tua salute.

Laureata in Scienze Biologiche con un dottorato in Scienze Genetiche e Biomolecolari, ha lavorato nel campo della ricerca fino al 2009 altro…
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