Il manifesto anti pandemie della Lav: “Lo sfruttamento degli animali ci ha portati qui, non torniamo a come eravamo prima”

La Lega Anti Vivisezione ha pubblicato un documento con sei punti programmatici che devono guidare la costruzione di una nuova normalità. Secondo la Lav l’uomo, con le deforestazioni e gli abusi sugli animali e le specie selvatiche, ha creato e favorito questa situazione e il Coronavirus non deve essere considerato un episodio isolato. Da qui si deve ripartire per andare avanti, ma non come prima.
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Kevin Ben Alì Zinati 19 Maggio 2020

Serve un cambiamento per non tornare a quella normale normalità che ci ha portato ad avere bisogno di un cambiamento. Il gioco di parole riassume il senso del manifesto creato dalla Lega Anti Vivisezione e diffuso oggi, quando tutti quanti stiamo lentamente riprendendo in mano le nostre vite, dopo essere rimasti a lungo in ostaggio del virus. Secondo la Lav, il responsabile dell’emergenza Coronavirus è l’uomo, con lo sfruttamento degli animali, “i pipistrelli catturati e uccisi per finire sul banco di un mercato”.

Il destino dell’essere umano e delle “sue” pandemie è strettamente legato al mondo degli animali che, si legge nel manifesto, “sono sempre più braccati e commerciati per i più diversi motivi, dalla cucina agli spettacoli, dai laboratori alla prigionia nelle case”: la deforestazione selvaggia avrebbe ridotto i loro spazi facilitando così il contatto tra noi e i virus come Sars-Cov-2. E siccome, scrive la Lav, il principale pericolo che rischiamo di portarci dietro da questa emergenza è quello di considerare il Coronavirus come un episodio isolato, serve dunque agire subito e in fretta per non tornare a come eravamo prima.

I punti del manifesto

Il manifesto della Lega Anti Vivisezione si costituisce di sei punti programmatici. Sei pilastri su cui dovremo cominciare fin da subito a ripensare le nostre vite per garantire a noi, al nostro Pianeta e agli animali con cui lo condividiamo un futuro migliore. Come fare? Ecco che cosa suggerisce la Lav:

  • Attenzione alla tavola. Nel senso che secondo la Lav è importare preferire i cibi vegetali perché carne, latte e uova comportano il taglio di foreste, inquinano e causano sofferenza;
  • Le aziende, a partire da quelle dell'alimentazione e dell'abbigliamento, devono essere rifondate sulla base di criteri di reale sostenibilità e responsabilità sociale;
  • Stop ai mercati, le fiere, l’uccisione o la caccia e l'uso degli animali selvatici ed esotici "per farne cibo, spettacoli, pelli e pellicce";
  • Un’economia più pensata, spostando i finanziamenti pubblici dagli allevamenti alla produzione di alimenti vegetali;
  • Investimenti per una sperimentazione con metodi sostitutivi all’uso degli animali;
  • Tutelare gli animali domestici, favorire l’adozione di cani e gatti e l’accesso ai farmaci veterinari