Il pangolino potrebbe essere salvo dall’estinzione: la loro caccia si è fermata per paura del contagio da coronavirus

I pangolini sono da tempo considerati una specie a rischio estinzione, ma la notizia riguardante un loro possibile “ruolo” nella trasmissione del virus li potrebbe salvare. Purtroppo, la vendita di questi esemplari frutta milioni e milioni di guadagni nel mercato illegale in Africa e Asia.
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Alessandro Artuso 28 Aprile 2020

Durante l'emergenza sanitaria molti studiosi stanno analizzando i possibili legami tra il Coronavirus e il passaggio della malattia dall'animale all'essere umano. Uno dei principali indiziati è stato il pangolino che sarebbe il collante, chiamato in gergo spillover, tra l'uomo e gli animali.

Sulla questione non vi sono informazioni ufficiali, ma di certo c'è che questa notizia potrebbe non essere un male per una specie a rischio estinzione. Della sua problematica vi avevamo già parlato lo scorso anno analizzando i problemi che questo esemplare vive ormai da troppo tempo.

Il mercato nero

Il pangolino potrebbe scomparire, ma la fobia da Covid-19 lo avrebbe forse salvato da un destino ormai segnato. Purtroppo questo esemplare è una delle prede su cui il mercato illegale macina migliaia di guadagni. Le sue preziose scaglie di cheratina lo rendono appetibile per gli studi medici, dove si pratica la medicina tradizionale cinese, ma anche per diventare un piatto da mangiare nei wet market asiatici.

Alcuni ricercatori della South Cina Agricultural University durante una conferenza hanno indicato di recente il pangolino come collante per la trasmissione del virus, tra l'essere umano e i pipistrelli.

I dati

Anche l'Euro Scientist si è pronunciata in merito agli studi condotti da alcuni scienziati sul pangolino che è stato considerato dall'IUCN come una specie "vulnerabile, in pericolo e anche in pericolo critico di estinzione". Nel 2016 il loro mercato fu vietato in 183 nazioni grazie alla Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinguersi.

Purtroppo, però, gli esemplari sono diminuiti in Cina, ma sono giunti comunque dall'Africa (su tutte Camerun e Nigeria). Secondo l'ONG Traffic durante gli ultimi 10 anni il contrabbando ha ucciso 900mila pangolini che sono stati spediti per la vendita in Cina, Hong Kong e Vietnam.