
Le navi come le automobili. Ci sarà una svolta green anche per quanto riguarda le imbarcazioni. No, questo non significa che dovrai attrezzarti di zattera e remi per raggiungere l'isola dei tuoi sogni. Semplicemente questa rivoluzione implica che entro il 2030 l'Europa si è posta un obiettivo: -40% di emissioni di CO2 prodotte dalle navi. Infatti secondo lo studio di Transport Environment, l'inquinamento da carbonio delle navi è cresciuto del 10% in soli 6 anni e potrebbe aumentare del 50% entro il 2050.
Gli eurodeputati del partito dei Verdi hanno spinto per l’introduzione del meccanismo dello scambio di quote di emissioni (ETS). Ma cosa in cosa consiste?
In pratica, da questo momento gli armatori e le compagnie marittime di navi da crociera e trasporto merci dovranno rispettare i nuovi criteri di regolamentazione delle emissioni per ridurre l’inquinamento navale. La proposta prevede che ci sia una “tassazione” sulle emissioni di carbonio.
Le emissioni di CO2 prodotte dalle navi saranno vietate anche durante l’attracco in banchina, una novità che farà molto piacere alle città a ridosso dei porti turistici e commerciali. I porti dovranno attrezzarsi di banchine con collegamenti elettrici che permettano di spegnere i generatori di bordo e alimentare dall’esterno gli impianti elettrici. Gran parte delle emissioni delle navi da crociera avviene nei porti, a ridosso di grandi centri abitati, dove le imbarcazioni restano ancorate per giorni con i motori accessi, necessari a far funzionare i servizi di bordo per i passeggeri.
Ovviamente le città portuali saranno quelle che beneficeranno maggiormente di questo nuovo meccanismo. La situazione attualmente è drammatica, e vede ben 10 città italiane tra le 50 più inquinate. L'inquinamento delle città portuali deriva in gran parte dallo stazionamento delle navi da crociera. I motori delle navi, che durante la sosta restano accesi per garantire l’enorme quantità di energia elettrica all'imbarcazione e ai suoi ospiti, diffondono nell’atmosfera quantità colossali di inquinanti. Il rischio è che le città portuali si trasformino in città schiave degli interessi economici delle compagnie marittime.
Al terzo posto di questa speciale classifica troviamo Venezia che si piazza alle spalle delle spagnole Barcellona e Palma di Maiorca. Subito dopo c'è Civitavecchia, il più grande porto del Tirreno.
Napoli è alla dodicesima posizione e Genova si piazza subito dopo. Poi si sale in Liguria perché La Spezia è al diciottesimo posto e Savona ventesima. Ci si sposta ancora e si passa alle isole: Cagliari trentesima, Palermo 35esima e Messina 36esima. Chiude la classifica occupando la cinquantesima posizione Bari.