Il Regno Unito vuole introdurre dei prodotti per limitare le emissioni degli allevamenti

Le emissioni di gas serra legate al settore dell’allevamento in Europa e nel mondo sono un problema. Per questo motivo, dopo la decisione dell’UE di autorizzare alcuni additivi volti alla riduzione delle emissioni inquinanti, arriva una decisione simile dal governo del Regno Unito.
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Francesco Castagna 4 Aprile 2023

Nel Regno Unito il governo, in accordo con gli allevatori di bestiame, sta pensando di somministrare ai bovini dei prodotti in grado di bloccare o ridurre le emissioni di metano. Sapevi che l'allevamento rappresenta uno dei settori più inquinanti al mondo? Oltre al consumo di risorse, le emissioni per questo settore dipendono soprattutto da tre processi:

  • la cosiddetta fermentazione enterica, ovvero quel processo digestivo per cui i microorganismi  scompongono i carboidrati in molecole semplici facilmente assorbibili, producendo gas di scarto)
  • la gestione delle deiezioni, che determinano emissioni in aria delle sostanze volatili o il rilascio di azoto nel suolo
  • i suoli agricoli per le coltivazioni

Pensa che, stando ai dati del 2020, gli allevamenti intensivi inquinano più del parco auto europeo. Sono responsabili infatti del  17% delle emissioni totali UE. Solo nel settore dell'agricoltura, In Italia, invece, generano il 75% delle emissioni di ammoniaca del Paese "rappresentando la seconda fonte di polveri sottili dopo il riscaldamento", secondo ISPRA.

L'Unione Europea si era già mossa per cercare di limitare in maniera consistente l'inquinamento derivante da questo settore. Prima con la direttiva 2010/75, attualmente in vigore, che determina le norme da mettere in atto per prevenire e ridurre l'inquinamento delle attività industriali, che riguardano anche gli allevamenti, poi il 5 aprile 2022, con un insieme di norme per aggiornare la direttiva in questione, in cui gli allevamenti intensivi vengono inseriti nella lista delle attività industriali che inquinano di più. Secondo le nuove regole dell'Unione Europea infatti, rientreranno a far parte delle attività altamente inquinanti tutte le "Unità di misura che equivalgono ad aziende con almeno 150 bovini adulti o 375 vitelli, 500 suini o 300 scrofe e 10 mila galline ovaiole", mentre prima si applicava solo alle aziende con spazio per più di 40 mila polli, 2.000 maiali o 750 scrofe.

Per questo motivo ad agosto del 2022 il Regno Unito ha avviato una consultazione su come nuovi tipi di mangimi potrebbero ridurre le emissioni legate alla digestione degli animali. Sul tema si sono creati due fronti diversi: da una parte gli agricoltori, che hanno accolto con favore la proposta, dall'altra gli ambientalisti, scettici su come una scelta del genere, pur intervenendo sul miglioramento delle tecnologie legate alla zootecnia, possa ridurre il consumo di carne.

Il tema delle emissioni connesse al settore dell'allevamento è sicuramente un problema che il governo del Regno Unito deve e dovrà affrontare anche in futuro, perché nel Paese sono presenti 9,4 milioni di mucche e vitelli. Per questo motivo l'esecutivo nel suo nuovo piano per ridurre le emissioni entro il 2050 ha dichiarato di voler inserire e imporre anche l'introduzione di prodotti "con comprovata sicurezza ed efficacia nei mangimi", che dovranno essere valutati dalla Food Standards Agency, l'ente responsabile dell'autorizzazione di tutti i mangimi per animali.

E nell'Unione Europea? Anche i Paesi membri UE si sono mossi in tal senso, per contribuire alla riduzione dei gas serra nell'atmosfera. Gli Stati comunicari infatti hanno approvato a febbraio 2022 l'utilizzo e il commercio di un additivo, il 3-nitroossipropanolo, per i mangimi bovini. Secondo l'Efsa infatti, il prodotto riuscirà a diminuire l'impatto delle emissioni di questi animali tra il 20% e il 35%.

Come è possibile leggere in una nota dell'Agenzia Europea per la sicurezza alimentare, "Il gruppo FEEDAP ha concluso che l'uso di Bovaer® 10 nell'alimentazione animale, nelle condizioni d'uso proposte, non desta preoccupazione per la sicurezza dei consumatori e per l'ambiente. Il gruppo FEEDAP ha concluso che il principio attivo 3-NOP può essere dannoso se inalato".