Il video del ristorante travolto da un’onda altissima ci mostra come funzionerà l’innalzamento di mari e oceani

Nella giornata di sabato 20 gennaio, alle ore 21 sull’isola di Roi-Namur (isole Marshall) un onda alta circa 1 metro e mezzo ha spazzato via un ristorante. La scena è stata registrata dai clienti all’interno del posto e poi il video è stato pubblicato sui social.
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Mattia Giangaspero 23 Gennaio 2024

Nella giornata di sabato 20 gennaio, un ristorante di una base Usa delle isole Marshall, nell'Oceano Pacifico, è stato travolto da un'onda alta 1 metro e mezzo. La scena è stata ripresa e postata sui social da chi era all'interno del ristorante spazzato via. Nessuno, per fortuna sarebbe rimasto ferito in modo grave e il personale non coinvolto in nessuna missione americana è stato fatto evacuare dopo quanto accaduto.

“Un individuo ha riportato ferite agli arti inferiori ed è attualmente ricoverato presso la clinica Kwaj”, ha detto l’ufficiale delle relazioni pubbliche dell’esercito Mike Brantley. “Le sue condizioni sono stabili”.

Il giorno dopo il governo americano ha reso noto sia l'orario dell'avvenimento, ore 21, sia l'isola in questione, colpita dall'onda. Si trattava di Roi-Namur, un’isola all’estremità settentrionale che ospita le più sofisticate apparecchiature di tracciamento spaziale dell’esercito americano come parte del sito di test sui missili balistici di Ronald Reagan.

Si è tratto di un caso isolato di innalzamento dei mari? Purtroppo è noto come il destino di questa e delle altre isole Marshall sembra ormai segnato. Secondo alcune previsioni da parte di scienziati e ricercatori,  l'acqua potrebbe inghiottirle già entro circa 60 anni.

Gli oltre 110 mila abitanti saranno forzati a emigrare, ma, tuttavia a differenza di quanto sta accadendo in altre isole, come quella di Tuvalu, gli stessi cittadini sembrano essere meno disposti a lasciare il proprio Paese.

Attualmente l'acqua salata dell'Oceano, che giorno dopo giorno conquista spazio sulla terra ferma, sta causando diverse problematiche ai residenti: dalla difficoltà nel reperire acqua potabile che non sia stata già contaminata dall'acqua salata, a tutte le conseguenze che questo significa per l'igiene e la salute delle persone. La situazione ha ormai assunto il profilo di un'emergenza, tanto che anche Medici senza frontiere ha attivato da qualche anno un programma di aiuto e sostegno alle persone del posto.

Innalzamento dei mari in Italia?

Il problema dell'innalzamento dei mari non riguarda solamente questo gruppo di isole, ma anche tanti altri luoghi nel mondo, uno può essere New York con Manhattan e sicuramente non è una città di poco conto e altri luoghi riguardano anche più da vicino noi e l'Italia.

L'Italia, come puoi immaginare, è particolarmente interessata da fenomeni di erosione costiera. A segnalarlo c'è Legambiente, che fa notare come il 50% delle nostre spiagge sia soggetto a erosione. Negli ultimi 50 anni il Paese ha perso in media 23 metri di profondità di spiaggia su 1750 km di litorale. Il fenomeno è aggravato anche dal verificarsi di situazioni di subsidenza: il lento e progressivo sprofondamento del suolo. Questo movimento ha un forte impatto sulle zone costiere e aggrava le conseguenze dovute all'innalzamento del mare per via del cambiamento climatico.

Ohga aveva già parlato di questo rischio nel 2022 con Georg Umgiesser, oceanografo, sviluppatore di modelli numerici e nel team dei ricercatori del Mose di Venezia. Ecco un estratto fondamentale dell'intervista, che a distanza di due anni, è ancora fondamentale leggere e analizzare.

"Il delta del Po e la costa romagnola sono tutt'altra cosa rispetto alla situazione di Venezia, io lì non vedo possibilità di poter intervenire con una struttura simile", risponde Umgiesser, spiegandoci che una soluzione possibile potrebbe essere rialzare i terreni o intervenire con delle dighe. Questi interventi però risulterebbero enormemente costosi, perché l'Italia con i suoi 8.300 km non può essere riempita interamente di argini artificiali. E allora, quali soluzioni rimangono per i litorali dove non è possibile realizzare opere di questo tipo? Non ci sono purtroppo molte soluzioni, se non la mitigazione del clima e qualche proposta della comunità scientifica, che però attualmente rimane solamente un'idea.

"Il Mediterraneo subirà lo stesso innalzamento come gli oceani. A questo punto si attua una rilocation, che è un termine tecnico per descrivere un ricollocazione di tutte le persone che vivono nelle aree costiere in zone che sono più verso l'entroterra. Purtroppo è una situazione che si verificherà prima o poi e non vedo nessuna possibilità che il livello medio non salga a dei livelli che sono effettivamente preoccupanti", afferma Umgiesser. Inoltre il ricercatore spiega che sistemi come il Mose non serviranno più a nulla, nel momento in cui l'innalzamento del mare sarà di 30-40 cm, il Mose dovrebbe essere chiuso così tante volte che la situazione non sarebbe più fattibile.

"Non sappiamo ancora quando ciò accadrà", dice Umgiesser, e continua " sicuramente entro il 2100″. 

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