Il WWF a Ohga sulle critiche al Jova Beach Party. Benedetto: “Un approccio di petto non aiuta. Parliamone e coinvolgiamo”

L’estate addosso, ma anche le critiche. È ciò che stanno vivendo il Jova Beach Party e l’associazione WWF Italia. Abbiamo sentito il Presidente del Centro Studi WWF Italia Gaetano Benedetto per capirne di più sulla scelta dell’associazione di collaborare con il tour, sulle dinamiche organizzative e sull’impatto ambientale di un evento del genere.
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Francesco Castagna 11 Agosto 2022
In collaborazione con Gaetano Benedetto Presidente Centro Studi WWF Italia

A indossare un costume e interpretare il ruolo del pirata ci vuole molto poco, mentre non è semplice vestire i panni del paladino dell'ambiente. Perché, pur volendo portare avanti i propri sogni con spirito battagliero, proprio come un marinaio d'altri tempi, c'è chi il mare e le spiagge li considera casa e chi li usa solo per far parlare di sé. In sostanza è questo che le associazioni ambientaliste stanno criticando a Lorenzo Cherubini, in arte Jovanotti: un uso sconsiderato delle spiagge che non avrebbe nulla a che vedere né con l'ambientalismo né con il Jovanotti che gli italiani conoscono da sempre.

Le polemiche riguardano le tappe del suo tour che, come abbiamo già scritto più volte, a detta delle associazioni ecologiste non rispetterebbero la flora e la fauna locali. Così forse avrai sentito parlare di fratino, di tartarughe, di dune spianate e di inquinamento acustico. In più, alla questione ambientale sopraggiunge una questione etica: perché per fare un concerto bello c'è per forza bisogno di impattare sull'ambiente?

Una domanda che si sono poste tutte le associazioni che da anni combattono e collaborano con le istituzioni per regalarci un mondo più pulito, da Marevivo alla Lipu. Tutte tranne una, che ha deciso di adottare un approccio diverso dalle altre: il WWF. L'associazione, tra le più famose nel campo della protezione ambientale, è finita nel mirino della discussione per aver accettato di collaborare con l'artista e con gli organizzatori nella realizzazione del Jova Beach Party. La loro adesione ha fatto molto discutere, sia fuori che sui social, a tal punto che il WWF è dovuto uscire con un comunicato online in cui ha provato a spiegare nel merito i motivi dell'adesione.

Noi di Ohga ci schieriamo da sempre contro l'organizzazione dei grandi eventi in luoghi in cui la natura è incontaminata, ma soprattutto sposiamo dall'inizio la causa della sostenibilità. Per questo motivo – e per capire le ragioni dell'Ong- abbiamo deciso di sentire Gaetano Benedetto, presidente del Centro Studi del WWF.

Intervista

Come è nata la collaborazione tra WWF Italia e JBP? E in quale modo concreto si è realizzata?

Nel 2019 Jovanotti ha aderito alla campagna contro la diffusione delle plastiche in mare fatta dal WWF e questo ha portato a due proposte di collaborazione basate su due momenti: il primo è utilizzare i concerti come momento di sensibilizzazione rispetto all'usa e getta e in particolare sulle plastiche, il secondo che consisteva in una serie di collaborazioni a valle più una serie di localizzazioni che in macro erano già state individuate per quanto riguarda la sostenibilità degli eventi. Questa collaborazione ha portato a una serie di richieste e di protocolli, che furono fatti e che sono stati adottati nella produzione del concerto. I protocolli prevedevano degli aspetti di carattere ambientale che di sostenibilità, che hanno visto una maggiore intensificazione nel 2022, per quanto riguarda la gestione del villaggio, con particolare riguardo alla gestione dei rifiuti e ai materiali che venivano distribuiti. Volevamo arrivare a una sorta di sensibilizzazione di massa affiancata a una serie di operazioni concrete, come le pulizie delle spiagge o alcuni interventi di conservazione, e andare a rendere meno impattante possibile l'evento che si andava a realizzare.

In merito alle polemiche, che cosa si sente di dire?

Proprio su questo, volevo chiarire che le spiagge non sono tutte uguali. Ci sono lidi che hanno delle caratteristiche di naturalità e che hanno vincoli ambientali di un certo tipo – con vincoli ambientali diretti – come le riserve, le zone di protezione speciale etc. Deve essere chiaro che tutte queste spiagge sono state preventivamente escluse, quindi non ci sono siti del genere. Poi ci sono spiagge che sono più o meno antropizzate, noi abbiamo lavorato su spiagge che hanno caratteristiche "antropizzate", intendiamoci, dove è già notevole la presenza dell'uomo.

Alcune associazioni ambientaliste hanno denunciato il fatto che le dune di sabbia siano state livellate per permettere la realizzazione dell'evento. In un vostro comunicato avete spiegato che in realtà non è così, eppure esistono dei video che ne testimoniano l'intervento delle ruspe e lo spianamento della spiaggia dove prima c’erano dune e vegetazione. Come risponde ad accuse del genere?

Il fatto che ci siano delle ruspe, che è un'immagine certamente forte non implica che in quei luoghi ci siano delle dune con caratteristiche di naturalità. Il fatto che una spiaggia venga livellata o addolcita nella tendenza, cosa che viene fatta negli stabilimenti balneari con mezzi analoghi, non vuol dire che ci fossero delle dune che siano state spianate. Basta vedere le fotografie storiche dei luoghi da Google Maps, le immagini mostrano che le spiagge in considerazione sono caratterizzate da due elementi: un elemento di antropizzazione e urbanizzazione e un altro elemento legato ad alcune caratteristiche artificiali come gli stabilimenti balneari.

Mi può fare un esempio?

Il concerto di Ravenna, per capirci, è avvenuto a ridosso della diga foranea del canale portuale di Ravenna. Allo stesso modo, una parte di quella spiaggia è in concessione balneare. Per cui era una spiaggia libera contornata a bordo da una strada e da strade a pettine di un centro abitato. Sono situazioni fortemente antropizzate, la spiaggia di Roccella Ionica su cui ci sarà la prossima tappa si è determinata a seguito della realizzazione del porto, come si dimostra dalle fotografie. L'intervento ha previsto una sottrazione di sabbia sotto e una successiva addizione sopra. Le cosiddette dune però si sono formate perché il porto è stato scavato e lo sterro è stato messo su quella spiaggia. Ora, è vero che ovunque se le cose vengono lasciate così la natura prevale. Dopo anni di motocross infatti si era creata della vegetazione spontanea, ma è anche vero che tale vegetazione ha un carattere di reversibilità. Qui vale il ragionamento "delle due l'una", o nel 2019 l'evento avrebbe portato alla distruzione della vegetazione, che poi si è ricreata, oppure no.

Com'era la spiaggia di Fermo, prima e dopo?

Avendola vista tre volte in tre periodi diversi le posso dire che la spiaggia di Fermo ha avuto un intervento di rinaturalizzazione, che era stato fatto con molta serietà da persone assolutamente esperte. Per una serie di problemi effettivi, come i limiti di budget, non sono risultati però idonei. A fronte di una serie di soluzioni che sono state adottate (cordoli sulla linea di costa, tipologia di piante etc.) l'intervento non ha dato i risultati attesi. Si è creati una formazione ghiaiosa anziché sabbiosa, e questa formazione non è quella idonea per l'area fratino. Inoltre era oggetto di concessioni balneari, per cui l'intervento andava distrutto non tanto per il concerto di Jovanotti ma perché in previsione c'erano due concessioni balnearie da assegnare. Il WWF ha fatto un lavoro preventivo di analisi dell'area, ha approvato uno spostamento dell'area concerto che non era possibile per motivi di sicurezza. L'intervento è partito dal dato di fatto, che sono le due concessioni balneari. Finché il comune non ha garantito che avrebbe rinunciato in favore di una spiaggia libera a una delle due concessioni balneari che venivano delocalizzzate, noi non abbiamo proseguito con la trattativa. Abbiamo lavorato quindi a una zona di riqualificazione dell'area e individuato un'area più a sud, dove viene fatto un intervento naturalistico su una decina di ettari. La cosa più importante dell'intervento è che ci sono le tempistiche e i soldi per farlo. Anche su Fermo mi permetto di dire che bisogna ragionare guardando alla realtà dei fatti. Il lido è frontale a un hotel a quattro stelle, delimitato da una pista ciclabile con un fronte abitato e alle spalle ha una ferrovia e una statale subito dopo l'autostrada. Come WWF capiamo che ogni spazio è degno di tutela e degno di salvaguardia, in una logica di equilibrio delle cose. Non si può per accreditare le proprie tesi trasformare una zona in una riserva naturale, quando non lo è.

Cosa risponde il WWF alle associazioni, gli ornitologi e i comitati che hanno espresso forte preoccupazione per la tutela del fratino che negli scorsi anni ha nidificato proprio in alcune spiagge coinvolte nel tour?

Il Convegno nazionale di Ornitologia ha perfettamente ragione a esprimere le proprie preoccupazioni per una specie del genere. Ma tutte le specie sono monitorate da maggio, anche se sono d'accordo con loro nell'alzare il livello di tutela. Ci sono poi delle spiagge in cui questo uccello ha una nidificazione maggiore e altre più saltuaria. Il fratino ha una nidificazione che avviene a maggio e uova schiuse e pulli che si muovono sulla spiaggia sostanzialmente tra giugno e luglio. I concerti che sono nell'area fratino sono stati calendarizzati, in termini di sicurezza, nel dubbio che questa cosa potesse verificarsi. C'è un monitoraggio per cui è vero che è una specie da tutelare, ma è vero che è stato fatto tutto in modo da evitare interferenza. Tant'è che nel caso di Vasto, dove il comune ha fatto una scelta per il concerto (spostamento delle giostre in un'area delicata), il WWF si è dissociato immediatamente. L'attenzione alla specie è data dai monitoraggi e dalle tempistiche. A Rimini, nel 2019, quando i fratini si spostarono per un'intervento della spiaggia per il concerto, quell'area è stata recintata, presidiata a vista e interdetta al passaggio.

Lo stesso vale per le tartarughe, posto che nessuna spiaggia dove avviene la nidificazione è stata soggetta a questi grandi eventi. Nei pressi di queste spiagge, come per esempio a Castel Volturno, c'è stata una nidificazione a 9km dall'evento. Poi ci sono tutti i protocolli d'intesa, con il comune, con l'autorità competente e la collaborazione dei volontari, il coinvolgimento degli operatori balneari, perché ricordo che buona parte di questi eventi avvengono in stabilimenti che chiudono apposta, sono igienizzati e il sedime è stato dato appositamente per il concerto. Ricordiamo poi che le aree naturalistiche vicine ai concerti sono transennate e presidiate da decine e decine di stewart.

Oltre a un problema ambientale, un evento del genere potrebbe costituire un precedente che permette ad altri artisti di organizzare concerti in spiaggia. Lei è per i concerti regolamentati come questo, o pensa che quello del Jova Beach Party sia un evento eccezionale?

Io ritengo che il Jova Beach Party sia un evento eccezionale. Io credo che sia molto difficile pensare che, per una serie di motivi numerici ed economici, ci siano altri artisti in grado di avventurarsi in questa vicenda. Vorrei fare un discorso diverso, se si dice che le spiagge non si toccano e non ci devono essere  grandi eventi sulle spiagge – al netto che bisogna stabilire cosa si intende per grande evento e come questo possa essere gestito – allora deve essere così sempre. Penso che abbia un impatto ambientale più un evento di tremila persone non controllate che uno di 11mila seguendo disposizioni precise. Poi sento parlare di 50mila persone, non è un termine realistico. Le tappe che abbiamo fatto come Vasto e Fermo hanno una capienza molto minore. Se poi negli stessi posti dove ha suonato Jovanotti vengono fatti dei concerti con molti meno controlli e le associazioni che ora lo criticano non dicono nulla, come dire, io una domanda me la farei. Siccome l'Italia è costellata di eventi medio-piccoli senza protocolli, allora il ragionamento deve essere fatto anche per le notti bianche, notti rosa, frecce tricolori, dj-set etc. Il WWF per esempio a Castel Volturno ha scritto un protocollo d'intesa con il comune, in cui si esplicita chiaramente che tutti gli eventi che vengono fati sull'arenile devono seguire un protocollo di valutazione d'incidenza.

Non bisogna amplificare la drammatizzazione della situazione. Non porta a nulla dire che spianiamo le dune o ammazziamo i fratini. La ricerca di drammatizzazione in questo caso è pretestuosa. Se questo fronte che si oppone contro un evento del genere si  compattasse per una discussione seria per la tutela delle spiagge allora ne uscirebbe qualcosa di concreto e serio. Va bene dire che le spiagge non si toccano, ma con coerenza.

Non esiste anche un problema di inquinamento acustico, che potrebbe mettere in pericolo le specie (marine e non) che vivono intorno a quelle alle spiagge?

Non solo ci sono dei controlli, ma a Vasto per esempio il WWF ha chiesto una perizia preventiva e il monitoraggio costante della riserva durante il concerto per limitare i limiti acustici. In tutte le valutazioni il monitoraggio acustico è uno dei parametri previsti. Noi abbiamo tutti i piani acustici generali e specifici, per cui anche questo parametro è valutato e autorizzato. Il processo organizzativo di un concerto come quello di Jovanotti è un processo complesso. C'è un'autorizzazione che è in capo al comune, una ambientale in capo alla regione, una conferenza dei servizi in prefettura (con tutti gli enti competenti) che esprime un parere di positività). Tutti questi processi sono completi e complessi. Se qualcuno ritiene che tutto ciò sia in qualche modo fuori dai parametri non deve fare un comunicato, deve fare una denuncia. Anche se in verità, nei pochi casi in cui è stato fatto, c'è stato il "non luogo a procedere". Siamo andati anche oltre, nessun evento al momento ha mai organizzato un accordo con una ditta "food&beverage" per delle stoviglie compostabili. Le lattine vengono interamente recuperate. Ci sono una serie di cose che non sono obbligatorie per legge. Si potrà ironizzare quanto si vuole dicendo che le tappe sono state tagliate per capitalizzare il guadagno economico, in realtà anche questo è stato fatto anche per evitare il più possibile di spostare questi eventi.

Tornando indietro rifareste tutto allo stesso modo o cambiereste qualcosa per migliorare questa collaborazione con il JovaBeachParty? Se sì cosa?

Metterei una fatica maggiore nel rapporto con l'artista, per riuscire a portarlo su qualcosa di diverso che non siano necessariamente le spiagge. Aree costiere che forse di per sé rappresentano un grido d'allarme per una richiesta d'intervento di riqualificazione, come Castel Volturno.

Perché non avete chiesto anche voi agli organizzatori del Jova Beach Party di realizzare gli eventi in luoghi che sono già adibiti agli eventi musicali?

Gli eventi in spiaggia ci sono. Io sono disponibile a sedermi a un tavolo che definisca chi vieta che cosa e cosa si vieta. Cosa si sta chiedendo? Voglio una legge? C'è un ragionamento da fare sui grandi eventi, rispetto al quale non aiuta avere un approccio di petto. Io sono per regolamentare maggiormente i grandi eventi, oppure si può fare una legge che però deve essere uguali per tutti. Il tema però è un altro, noi abbiamo nel concetto stesso di transizione ecologica la necessità di avere degli alleati, e con queste persone bisogna parlarci.