Perché, secondo la Lipu, non convince la risposta di Jovanotti al professor Mario Tozzi sul Jova Beach Party

Sta facendo discutere una lettera aperta del divulgatore Mario Tozzi a Jovanotti. L’artista proprio ieri, 10 agosto, è nuovamente intervenuto sulle polemiche al Jova Beach Party, confermando le affermazioni del precedente intervento e giustificando l’evento con le operazioni di controllo del WWF. Ma la risposta non convince la LIPU, abbiamo sentito il Vice Presidente Alessandro Polinori per parlarne.
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Francesco Castagna 11 Agosto 2022

Ieri, 11 agosto, Jovanotti ha provato a rispondere alle accuse delle associazioni ambientaliste sull'impatto ambientale che il Jova Beach Party ha sulle aree dei concerti.

In una lettera aperta al quotidiano La Stampa, il geologo, divulgatore scientifico e saggista Mario Tozzi aveva chiesto all'artista di spostare le tappe del suo tour in luoghi dove l'impatto antropico fosse minore. "Concerti con 50 mila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale soprattutto dalle nostre spiagge già compromesse", aveva scritto Tozzi, commentando il forte impatto dell'evento.

A questo appello, Lorenzo "Jovanotti" ha risposto con una serie di commenti critici nei confronti di quelli che ritiene "mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia" e affermando che in quei luoghi non vi fossero più né dune né fratini.

Ma è realmente così? Secondo Alessandro Polinori (LIPU) VicePresidente Lipu/BirdLife Italia "rispetto al Jova Beach Party ci sono due ordini di problemi: il primo è di ordine ambientale, il secondo è etico. Abbiamo le coste italiane che sono fortemente antropizzate, ma che per fortuna presentano ancora degli elementi di biodiversità importanti".

Polinori fa riferimento alla caretta caretta, la tartaruga marina comune che vediamo nei nostri mari, ora in grande espansione in Italia o al fratino, specie a rischio, che tuttavia riesce a vivere ancora in ambienti antropizzati come quelli italiani. Oltre alla presenza di specie di piante e di habitat naturali, come le dune.

"50mila persone in un posto per uno o due giorni crea un grande precedente, vuol dire che quest'anno è Jovanotti e il prossimo sarà un altro cantante o una band. Non chiediamo di creare dei santuari dove non è possibile la convivenza tra umani e animali, anzi, noi siamo per una fruizione più sostenibile", afferma Polinori riferendosi alla mancanza di rispetto nei confronti degli animali, o al livellamento delle dune.

Jovanotti e WWF affermano, entrambi sui loro canali, che le dune non erano presenti nei luoghi del concerto e che non c'è stato alcun intervento invasivo delle ruspe.

Affermazioni non vere, per la LIPU, perché ci sono foto e video che testimoniano la presenza di ruspe prima del concerto. "Ci sono esposti, foto del prima e del dopo, pareri dell'Istituto italiano di Ornitologia con decine di esperti e ricercatori che hanno fatto un documento in cui esprimevano la loro contrarietà ai grandi eventi  in luoghi in cui è presente il fratino".

Nulla di personale contro Jovanotti, quindi, soltanto la richiesta da parte di queste associazioni di spostare i suoi concerti in luoghi più adatti. E su questo c'è anche l'appoggio di famosi comunicatori scientifici, tra cui appunto Mario Tozzi. La Lipu, come altre organizzazioni, svolge periodicamente dei monitoraggi insieme agli istituti di ricerca. I monitoraggi sono in atto e ci daranno un'idea di come sono cambiati questi luoghi.

"Nel frattempo chiediamo rispetto nei confronti di persone autorevoli, che non sono senza titolo ma al contrario sono altamente riconosciuti nel loro campo. Stiamo parlando del Congresso nazionale di Ornitologia, non di due persone esaltate che stanno davanti al computer", afferma Polinori, e continua: "le foto non sono fotomontaggi o foto vecchie, sono documenti che testimoniano la situazione nei luoghi dei concerti e ci spiace che vengano dette queste cose come allo stesso tempo siamo colpiti dai termini che ha usato Jovanotti nei nostri confronti. A volte servirebbe dell'ecologia anche nel linguaggio".

L'appello di LIPU quindi è di spostare altrove l'evento da un'altra parte. "Ci tengo a specificare che dire che in quei determinati periodi il fratino non c'è più è un'affermazione totalmente falsa", afferma Polinori, e continua: "A Torre Flavia addirittura alcuni fratini sono nati dieci giorni fa, quindi questo tipo di uccello è ancora presente in questi luoghi e continuerà a esserci". Non si tratta di una campagna esclusivamente sul fratino, ma la LIPU spiega che questi elementi diventano anche una bandiera di un turismo sostenibile. Se i turisti sanno che in un luogo c'è una presenza di un determinato tipo di animali allora le persone si approcceranno in modo diverso.

"Oltre all'impatto diretto sulla spiaggia, c'è anche un altro tipo di impatto che è quello acustico. Le specie che nidificano non proprio sulla spiaggia ma alle sue spalle senza dubbio risentono degli impianti che servono a far sentire la musica a migliaia di persone", conclude Polinori.