Caro Jovanotti, allora siamo tutti “eco-nazisti” (per il bene della Terra)

Se denunciare devastazione di ecosistemi naturali, sensibilizzare su temi ambientali, fare opposizione e difendere il Pianeta da eventi come questo significa essere “eco-nazisti”, allora lo siamo tutti.
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Simona Cardillo 9 Agosto 2022

“Noi non solo ripuliamo le spiagge, ma le portiamo ad un livello migliore di come le abbiamo trovate”. È tutto in queste parole di Lorenzo Jovanotti il senso di quello che sta succedendo.

Come si può rendere migliore un luogo in cui 20, 30, forse 40mila persone hanno ballato, saltato e cantato, stipate come in una discoteca a cielo aperto?

In questi giorni corre veloce l'indignazione per le immagini di ruspe che spianano dune naturali, condotti artificiali che deviano l’acqua, corsi d’acqua coperti per l’occasione.

Le polemiche per il Jova Beach Party

L’occasione si chiama Jova Beach Party e le spiagge interessate sono quella di Fermo, quella di Vasto, quella di Roccella Jonica, e via di seguito, toccando tutto lo stivale. Un tour estivo che, iniziato a luglio, terminerà a settembre contando in tutto 19 tappe. Una macchina che, facendo due veloci calcoli, frutterà oltre 20 milioni di euro (e ho fatto una stima al ribasso, contando una media di 20mila persone a serata per un costo biglietto minimo di circa 60 euro a testa).

Eppure per Jovanotti tutte queste polemiche sono frutto della fantasia di “eco-nazisti”, che (citando le parole di un altro protagonista collaterale della vicenda, il sindaco di Vasto Francesco Menna) stanno creando un “clima di allarmismo psicologico ed eco-ambientale”.

In una diretta social di qualche giorno fa Jovanotti fa ha dichiarato: “Il Jova Beach Party non mette in pericolo nessun ecosistema, non devastiamo niente. Anzi le spiagge noi non solo le ripuliamo, ma le portiamo ad un livello migliore di come le abbiamo trovate. Questo ce lo riconoscono tutte le amministrazioni locali”.

Ed è proprio questo il punto, Lorenzo: il problema non è il “come” vengono lasciate le spiagge DOPO gli spettacoli. Perché se per “livello migliore” si intende ripulire tutto ciò che è rimasto a terra dopo due giorni di evento, smontare cantieri e palchi (che dovremmo chiamare veri e propri villaggi) e portar via attrezzature e mezzi intervenuti, mi sembra il minimo.

Il problema non è il “come” vengono lasciate le spiagge dopo gli spettacoli, ma cosa succede prima dei concerti in quegli che sono veri e propri ecosistemi naturali.

Il problema è quello che c’era prima e adesso non c’è più. Parliamo di habitat di specie animali e vegetali (flora e fauna), ecosistemi specifici, dune naturali con la relativa vegetazione, proprio come sulla spiaggia di Fermo per esempio. Nei litorali è presente una biodiversità che va difesa e tutelata, e parlo di sabbia, piante, animali.

Era già successo nel 2019

Pochi giorni fa abbiamo assistito a scene di ruspe che spianano la sabbia di Fermo, negli stessi luoghi dove già nel 2019 era stato devastato quell’ecosistema. Che era anche una zona in cui nidifica il fratino, piccolo uccello la cui specie è tutelata dalla Direttiva comunitaria 2009/147 (ex 79/409) perché considerata in via di estinzione.

Poi, con molta fatica, a Fermo dal 2019 si era cercato di ripristinare l’habitat proprio nella spiaggia in cui il fratino era solito nidificare prima della tappa del Jova Beach Party, anche grazie a finanziamenti degli enti locali e all'attiva partecipazione di ambientalisti e cittadini.

Fermo 2022 e l'intesa con WWF Italia

Dopo tre anni, però, ci risiamo. Jovanotti annuncia la seconda edizione del suo Beach Party e il 5 e il 6 agosto 2022 a Fermo lo stesso tratto di spiaggia viene preso d’assalto da decine di migliaia di fan del ragazzo fortunato. Che, intendiamoci, buon per lui. Ma non per la sabbia e le dune di Fermo, e nemmeno per il fratino o per la vegetazione di quella porzione di litorale.

Eppure tutto sembrava già scritto da mesi. E da tempo comitati, associazioni e ambientalisti locali lanciavano allarmi, purtroppo inascoltati. Ricostruiamo quello che è successo a Fermo negli ultimi mesi e come si è arrivati all’immagine di quelle ruspe.

Il 3 maggio 2022 la Giunta comunale di Fermo con la delibera n.157 sigla un’intesa tra il Comune di Fermo e WWF Italia. Un’intesa che afferma, tra le altre cose:

  • "l’intervento di parziale rinaturalizzazione effettuato nel tratto di litorale interessato dall’evento necessiterebbe di una significativa risistemazione" > ci si riferisce al tentativo di ripristinare l’habitat che c’era prima della tappa del Jova Beach Party del 2019, che in questa intesa è stato considerato non efficace
  • "il Comune ha espresso l’intenzione di realizzare un intervento naturalistico anche con finalità educative in un’area più a Sud rispetto a quella interessata dall’evento" > quindi entra in scena una nuova area naturalistica in una zona finora non ancora citata, che si trova più a sud rispetto a quella dove si svolgerà il concerto
  • "il Comune di Fermo ha espresso anche la disponibilità a mantenere comunque una funzione naturalistica con finalità educative anche sul tratto litorale in prossimità dei Bagni Anna dove anni fa era stata registrata la presenza del fratino" > per intenderci quella in cui si è svolto il concerto di Jovanotti
  • “disponibilità a riconsiderare l’assegnazione di almeno una di queste due nuove concessioni balneari” > il Comune di Fermo si è detto disponibile a rinunciare a una delle due concessioni balneari inizialmente previste nel tratto di litorale interessato

Quindi secondo questa intesa, il Comune rinuncia a una delle due concessioni balneari che prevede di dare nella zona del concerto e parallelamente si prospetta la nascita di una nuova area di interesse naturalistico in una zona diversa da quella di Casabianca, che invece ospiterà il concerto e dove aveva nidificato il fratino negli anni passati.

E il WWF Italia firma l’intesa. In cui è comunque sottinteso che le due tappe 2022 del Jova Beach Party si svolgeranno come da programma.

Difendiamo il fratino, fino all’arrivo delle ruspe

Il 12 maggio 2022 il sindaco di Fermo emana un’ordinanza in difesa del fratino che riguarda proprio il “tratto di arenile della frazione Casabianca”, ovvero la porzione di spiaggia del Jova Beach Party.

Lo scopo chiaro e dichiarato nell’ordinanza è quello di “informare la cittadinanza sulla necessità di salvaguardare questa specie e per salvaguardare la vita e la possibilità riproduttiva di tutti gli individui presenti in loco”, vista la necessità di “assumere in merito provvedimenti necessari alla tutela dell’avifauna protetta presente nel territorio comunale ed in particolar modo sull’arenile”.

Nell’ordinanza ci sono espressamente indicati i comportamenti vietati. Non si possono portare cani, attraversare l’area con cavalli o con qualunque mezzo di locomozione a motore, non si possono organizzare manifestazioni o assembramenti e neanche usare aquiloni, calpestare le aree recintate, spostare rami o tronchi, né usare amplificatori di musica o voce.

Laddove fino a 6 giorni prima era vietato usare aquiloni, adesso si è iniziato a spianare un ecosistema naturale per ospitare decine di migliaia di persone per il mega tour estivo di Jovanotti.

Con queste misure, il sindaco Paolo Calcinaro ordina quindi il divieto di “arrecare disturbo alle attività riproduttiva della specie Fratino mediante qualunque comportamento che possa compromettere o porre a rischio l’azione di cova, la schiusa delle uova, la buona e sicura crescita dei piccoli”. 

E lo fa il 12 maggio 2022. Validità del divieto: fino al 20 luglio 2022.

Il 17 maggio con la delibera 164 la Giunta comunale di Fermo autorizza formalmente l’evento Jova Beach Party (sì, solo 5 giorni dopo l’ordinanza con cui il sindaco aveva previsto misure per la tutela del fratino nello stesso tratto di spiaggia).

Il 26 luglio le ruspe iniziano a spianare le dune per il concerto del 5 e 6 agosto.

Laddove fino a 6 giorni prima era vietato usare aquiloni, adesso si spiana un ecosistema naturale per ospitare decine di migliaia di persone per due tappe del mega tour estivo di Jovanotti.

“Eco-nazisti che non siete altro”

Dopo tutto il clamore e l’indignazione sollevata dalle tappe di Fermo (e la contemporanea questione di alcuni lavoratori in nero che sarebbero stati trovati dopo un controllo nei cantieri del Jova Beach Party), Jovanotti ha pubblicato una diretta social in cui ne ha avute da dire davvero per tutti. Con lui era presente Maurizio Salvadori della Trident Agency, che produce il Beach Party. Dopo aver chiarito la vicenda dei lavoratori (su cui non mi soffermerò perché non è il cuore di questo pezzo), Lorenzo ha difeso (in maniera poco credibile) il suo tour: “Jova Beach Party non è un progetto greenwash. Questa parola mi fa cagare così come mi fa schifo chi la pronuncia, perché è una parola finta, è un hashtag e gli hashtag sapete dove ve li dovete mettere”.

“Il Jova Beach Party è un lavoro fatto bene. Se pensate che non sia fatto bene venite a verificare. Il mio pubblico è fantastico, è gente con una coscienza alta rispetto all’ambiente”, ha detto sui suoi sostenitori. Ma chiariamoci. Qua nessuno ce l’ha con i fan di Jovanotti. Sarebbe stata la stessa cosa se il concerto in spiaggia fosse stato di Vasco, Ligabue o della Pausini. Giusto per fare qualche nome di eguale calibro. Non è colpa loro, e nessuno mette in dubbio che siano persone assolutamente per bene e che magari hanno a cuore l’ambiente anche più di altri.

Il punto non sono i fan, ma l'evento in sé. La macchina che questo tour ha messo in moto. In una location in cui quell’ammasso di gente non doveva starci. Esistono posti fatti apposta per ospitare questa quantità di persone, riunite per un evento musicale.

Ma Jovanotti ne ha ancora. E questa volta per gli ambientalisti che tanto hanno protestato e per tutti quelli che da giorni sui social commentano indignati le immagini di decine di migliaia di persone sulla sabbia spianata dalle ruspe. “Continuate voi, eco-nazisti che non siete altro, ad attrarre a voi l’attenzione utilizzando la nostra forza. Questo è un progetto fatto molto bene che tiene conto dell’ambiente, non è un progetto greenwash. È un progetto che parla di obiettivi di sostenibilità e ne realizza quelli che è in grado di realizzare oggi, con gli strumenti che ci vengono messi a disposizione, dalle leggi dal buon senso e dalla volontà”.

Obiettivi di sostenibilità? Realizziamoli in un altro modo

La sostenibilità si fa per davvero. Si investono soldi, si puliscono ecosistemi in cui l’impronta umana ha già arrecato danni (non quelli su cui si vanno a fare concertoni), si finanziano progetti che puntano a migliorare l’ambiente in cui viviamo. Si supportano idee, si fa pressione sui politici, si fanno azioni quotidiane che aiutino il nostro Pianeta. E si denuncia, quando qualcosa non va bene.

Proprio come fanno le associazioni ambientaliste, i cittadini, gli attivisti che ogni giorno lottano per rendere questo mondo un po’ più sano.

Caro Jovanotti, la sostenibilità la fanno tutti quelli che in difesa dell’ecosistema marino, del fratino e delle spiagge hanno per mesi (per anni) lottato contro lo scempio che poi purtroppo si è realizzato. A Fermo, come in altre spiagge.

La sostenibilità la fanno i giovani che da anni scendono in piazza prendendosela con i politici perché non hanno abbastanza coraggio per anteporre il bene della Terra agli interessi finanziari e industriali. La fanno i manifestanti che bloccano il GRA, facendosi arrestare pur di sollevare nell’opinione pubblica temi dei quali, altrimenti, non si parlerebbe.

Sostenibilità cerchiamo di farla, nel nostro piccolo, anche noi giornalisti che ogni giorno raccontiamo il cambiamento climatico, l’urgenza di intervenire e la necessità di adeguare le logiche produttive e di consumo di questa nostra cieca società.

E se per te parlare di temi come questi, invece che elogiare il tuo Beach Party, significa fare "eco-nazismo", allora siamo tutti "eco-nazisti".

NdR del 11-8-2022: in questo articolo il termine "eco-nazismo" è usato volutamente con un tono provocatorio, ribaltando il concetto (dispregiativo) usato da Jovanotti. Il senso è questo: se per lui gli "eco-nazisti" sono quelli che fanno "allarmismo" o "estremismo" ambientale, per noi invece fare ambientalismo in modo concreto e quotidiano comprende, tra le altre cose che ho scritto in maniera dettagliata nell'ultimo paragrafo, anche denunciare gesti o atti che non rappresentano, nel nostro modo di vedere, un bell'esempio di cui vantarsi (come portare decine di migliaia di persone a ballare su una spiaggia).

Giornalista di professione, curiosa per passione. Amo scoprire cose nuove, andare al di là delle apparenze e conoscere i fatti in altro…