Impronta ecologica: cos’è e cosa indica l’unità di misura del nostro impatto sul Pianeta

Il concetto di impronta ecologica è nato negli Anni 90 e oggi più che mai serve a ricordarci che ogni nostra azione ha una conseguenza sul Pianeta che ci ospita. Il significato di questa espressione si riferisce al consumo di risorse naturali da parte dell’essere umano in rapporto alle capacità della Terra di rigenerarle: scopri come si può effettuare questo calcolo e cosa puoi fare nel tuo piccolo per ridurre l’impatto sull’ambiente di ciò che fai quotidianamente.
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Sara Del Dot 12 Gennaio 2020

Mangiare, bere, costruire, acquistare, produrre, gettare via… Se pensi che tutte queste attività, che hai sempre fatto e visto fare come se fossero la cosa più naturale del mondo, non abbiano effetti collaterali sul Pianeta e sulle sue risorse, ti sbagli. Si tratta di azioni che hanno un peso e delle dirette conseguenze, che si possono riassumere con un nome: impronta ecologica.

Vuoi sapere il significato di questa espressione e capire come si calcola l'impronta ecologica, per poter avere più consapevolezza su quanto le tue azioni costano all’ambiente? Continua a leggere.

Significato

Il concetto di impronta ecologica appare per la prima volta nel 1996, citato nel libro “Our Ecological Footprint: Reducing Human Impact on the Earth” di Mathis Wackernagel e William Rees, e viene poi ripreso da diverse associazioni ambientaliste per segnalare l’impatto dell’uomo sul Pianeta.

Per darne una definizione, l’impronta ecologica è una misura che indica il consumo delle risorse naturali da parte dell’essere umano e delle sue attività e il suo rapporto con la capacità della Terra di rigenerarle, queste risorse. E come lo fa? Calcolando in ettari le aree biologiche produttive della terra e del mare che sono necessarie per ripristinare le risorse consumate dall’uomo.

In pratica, calcolare l’impronta ecologica significa verificare in quale misura noi abbiamo consumato le risorse del Pianeta e quanto di questo Pianeta è necessario prendere in considerazione per ripristinarne lo stato originario. Inutile dire che ogni anno il consumo di risorse da parte nostra è sempre molto maggiore rispetto all’offerta e alla possibilità di riequilibrarle, dando così vita a uno stato di sovra-sfruttamento che sta rapidamente depauperando la Terra.

Non a caso, l’Overshoot day, ovvero il giorno in cui le risorse a disposizione in un anno per vivere mantenendo in salute il Pianeta si esauriscono, cade sempre prima ogni anno che passa. Secondo i dati raccolti dal Wwf nel Living Planet Report 2018, nel corso degli ultimi 50 anni la nostra impronta ecologica è aumentata del 190%.

Come funziona il calcolo

L’impronta ecologica viene calcolata confrontando il consumo di risorse sfruttate da un soggetto (che può essere una singola persona, una regione o uno stato) con la quantità di Pianeta in cui si inserisce. In questo modo si può capire se lo spazio in cui un determinato soggetto vive è in grado di soddisfare le necessità del suo stile di vita e dei suoi consumi. Il calcolo avviene confrontando i kg di risorse necessarie con gli ettari in cui si inseriscono.

Le risorse però naturalmente non sono tutte uguali così come non lo sono le attività che le consumano. Quindi, per calcolare l’impronta ecologica si prendono in considerazione fattori della vita umana quali:

  • Consumo energetico
  • Alimentazione (quindi allevamenti e agricoltura)
  • Produzione di beni e consumi
  • Abitazioni
  • Trasporti
  • Servizi

A queste si legano diverse sotto-categorie di attività umane cui consegue un impatto sul territorio, come:

  • Consumo energetico
  • Allevamenti
  • Agricoltura
  • Deforestazione
  • Terreni edificabili
  • Attività marittime

L’unità di misura dell’impronta ecologica solitamente utilizzata è il “Pianeta”. Al momento, infatti, noi consumiamo risorse come se avessimo a disposizione un pianeta e mezzo. Cosa che, effettivamente, non abbiamo. E questo a livello globale, ovvero bilanciando chi consuma moltissimo e chi non consuma quasi nulla.

Nello specifico, calcolare l’impronta ecologica è cosa da addetti ai lavori, esperti e matematici. Tuttavia, varie organizzazioni hanno messo online a disposizione di tutti un calcolatore automatico che può aiutarti a capire quanto stai consumando rispetto a quello che hai a disposizione. Il più celebre e utilizzato è senza dubbio quello offerto dalla Global Footprint Network, che puoi trovare e usare (se ne hai il coraggio) a questo link. In alternativa ne è stato messo a disposizione uno anche dal Wwf.

Come ridurre l’impronta ecologica

A questo punto ti chiederai in che modo tu possa agire per ridurre l’impatto ambientale delle tue azioni quotidiane. Sicuramente a fare un’enorme differenza sono i grandi Paesi e i loro leader, ma tutti possiamo fare la nostra piccola parte, se non altro per bilanciare l’impronta troppo pesante di altre realtà, alleggerendo il Pianeta da questo peso.

Naturalmente non è facile. A livello globale sarebbe necessario infatti ripensare completamente i modelli produttivi orientandoli in una prospettiva di sostenibilità, evitando il più possibile fenomeni di spreco e sovra-sfruttamento. Sarebbe necessario riuscire a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera attraverso una transizione ecologica che aiuti il Pianeta a riassorbire tutto quello che può.

Ma cosa puoi fare tu?

Innanzitutto diventa consapevole: ogni tua azione ha una conseguenza e un impatto sul mondo che ti circonda, anche se non lo vedi. Quindi a cominciare dalle abitudini e dagli aspetti che ho elencato nel paragrafo precedente, puoi iniziare a introdurre dei piccoli cambiamenti nella tua quotidianità, come utilizzare sempre più spesso la bicicletta e mezzi pubblici e non inquinanti al posto dell’automobile. Inoltre, puoi favorire una produzione alimentare sostenibile e rispettosa dei tempi della Terra, scegliendo prodotti a km 0 e di stagione, evitando inutili sprechi e senza incentivare la produzione fuori stagione. Insomma, le cose che puoi fare anche nel tuo piccolo sono tante. Il primo passo, sicuramente, è rendertene conto.

Il peso dell'alimentazione

Naturalmente l’alimentazione è uno degli aspetti che influiscono maggiormente sull’impronta ecologica mondiale, dal momento che si tratta di un’attività di cui nessuno può fare a meno. La questione, semmai, riguarda il modo in cui questo cibo viene prodotto e consumato. Cosa che spesso non avviene in modo sostenibile.

Basti pensare a fenomeni come la sovrappesca, le monocolture industriali, gli allevamenti intensivi. Tutti modelli produttivi che mettono in commercio molto più rispetto a ciò di cui i destinatari dei prodotti hanno bisogno, che destinano il cibo realizzato soltanto a chi paga, ovvero ai paesi più ricchi, provocando tonnellate di sprechi e distruzione di suoli ed ecosistemi. Secondo i dati del Global Footprint Network, il cibo influisce sull’impronta ecologica umana per circa il 26%. Perché quindi non proiettarsi verso un approccio all’alimentazione più etico e attento, che non imponga al Pianeta un peso troppo grande in confronto a quello che è in grado di sopportare.

(Modificato da Alessandro Bai il 21-12-20)