In Cina è di nuovo legale il commercio di corni di rinoceronte e ossa di tigre, specie in estinzione

La Cina protegge gli elefanti, ma non più rinoceronti e tigri. Dopo lo stop al commercio di avorio di gennaio, abolisce il divieto emesso nel 1993 relativo al commercio di corni di rinoceronte e di ossa di tigre, due esemplari a rischio di estinzione.
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Gaia Cortese 5 Novembre 2018

La Cina fa un passo avanti e due indietro. Sì, perché se lo scorso gennaio veniva finalmente bandito il commercio di avorio, da oggi i corni di rinoceronte e le ossa di tigre potranno essere di nuovo venduti in “circostanze speciali” e “sotto stretto controllo”. Di nuovo. Nonostante questo tipo di commercio fosse stato vietato nel 1993. E sono le parole usate, che inevitabilmente fanno nascere una preoccupazione per questi animali a rischio estinzione, e che soprattutto sembrano più una presa in giro belle e buona. Proprio come quel “graduale superamento” della presenza degli animali nei circhi, che vorremmo tutti vedere sostituito con la parola “eliminazione”, nella legge del Codice dello Spettacolo n. 4652, modificata e approvata dalla Commissione lo scorso anno. Parole che hanno il potere di far passare leggi ingiuste, di trovare scappatoie per eludere quelle giuste, di annullare divieti fondamentali per la salvaguardia degli animali.

Il Consiglio di Stato della Cina ci gira un po’ intorno: i rinoceronti utilizzati saranno solo quelli allevati in cattività, mentre le ossa di tigre saranno unicamente quelle prelevate da esemplari deceduti per morte naturale; ma senza prenderci troppo in giro, la Cina ha appena annullato un divieto emesso nel 1993 che vietava il commercio di corni di rinoceronte e di ossa di tigre.

“È profondamente preoccupante il fatto che la Cina abbia annullato un divieto, durato 25 anni, sulla commercializzazione di ossa di tigre e corno di rinoceronte. La legalizzazione di questo commercio avrà conseguenze devastanti a livello globale – ha dichiarato Margaret Kinnaird, WWF Wildlife Practice -. Il commercio di ossa di tigre e corno di rinoceronte è stato vietato nel 1993. La ripresa di un mercato legale per questi prodotti è un’enorme battuta d'arresto agli sforzi per proteggere le tigri ei rinoceronti in natura”.

Il WWF chiede quindi "non solo di mantenere il bando del 1993", ma anche di "estenderlo a coprire tutti i prodotti e le parti di tigre, a prescindere che provengano da animali selvatici o in cattività”.

"Con popolazioni selvagge di tigri e rinoceronti a livelli così bassi e di fronte alle numerose minacce che mettono a rischio il futuro di queste specie, legalizzare la commercializzazione di “parti” di questi animali in Cina è semplicemente un errore dalle dimensioni drammatiche – ha aggiunto Margaret Kinnaird -. Questa decisione sembra essere in netta contraddizione con la leadership che la Cina ha dimostrato di recente nell'affrontare il commercio illegale di specie selvatiche, compresa la chiusura del mercato nazionale di avorio, un punto di svolta per gli elefanti calorosamente accolto dalla comunità globale”.

In passato l’esperienza del commercio dell’avorio in Cina ha dimostrato come sia difficile controllare l’illegalità nei prodotti a base di animali in via d’estinzione nel momento in cui ne esiste un commercio legale. Non solo il commercio legale potrebbe fornire una copertura al commercio illegale, ma questa politica stimolerà anche la domanda che era in diminuzione da quando il divieto è stato messo in atto”.