In Islanda nel 2019 non sono state cacciate balene (è la prima volta che succede dal 2002)

Dopo 17 anni in Islanda è stata nuovamente sospesa la caccia alle balene: non accadeva infatti dal 2002 quando questa attività era stata temporaneamente interrotta. L’imposizione di nuove leggi sulla pesca e un calo della domanda della carne di questi cetacei sono i motivi alla base di questa scelta. Ma forse è anche merito delle nuove generazioni.
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Gaia Cortese 28 Gennaio 2020

Era già successo nel 2002. La caccia alle balene in Islanda era stata sospesa temporaneamente per poi riprendere l'anno successivo in violazione della moratoria della International Whaling Commission. In seguito, per 17 anni, l’Islanda è rimasta uno dei tre Paesi al mondo che ancora permette la caccia a questi animali per scopi commerciali, fino al 2019, anno in cui per la seconda volta non è stata provocata la morte di nessuna balena.

La decisione di non cacciare più balene è stata presa lo scorso giugno, quando le due principali compagnie che si occupano di questa attività hanno fatto un passo indietro nonostante avessero già ottenuto le opportune licenze. Il motivo alla base dello stop alla caccia alle balene va principalmente ricercato nell’imposizione di nuove leggi sulla pesca lungo le coste che ha reso la cattura di cetacei poco allettante. Difatti, la compagnia IP-Utgerd sembra aver rinunciato per gli elevati costi legati all’estensione di una “no-fish zone”, mentre la compagnia Hvalur sembra aver rinunciato a causa del ritardo nell’emissione dei permessi di pesca.

Un terzo della popolazione islandese si dichiara contraria alla caccia alle balene.

A questo tuttavia si aggiunge un altro fattore non poco rilevante. Sembra infatti che si stia verificando un calo della domanda della carne di balena, e che oltretutto le compagnie abbiano considerato che l'eventuale investimento economico fosse troppo elevato per quelli che potrebbero essere i possibili guadagni. Non solo. Almeno un terzo della popolazione islandese si dichiara contraria alla caccia alle balene, ma un altro terzo, per quanto non sia contrario, sceglie di non consumare prodotti a base di carne o derivati dai cetacei.

La salvaguardia di balene e balenottere potrebbe non dipendere più solo da interessi commerciali, ma anche da un cambio generazionale e da una maggiore consapevolezza di questa tematica.

Fonte | The Conservation