In Italia ogni anno maltrattati 9.500 animali: nel 2017 è stata indagata una persona ogni 90 minuti

Sono i dati comunicati dalla Lav durante la tavola rotonda “Animali maltrattati: verso la necessità della riforma della legge 189”, in cui si è discusso della necessità di pene più severe per questo reato.
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Sara Del Dot 21 Marzo 2019

Se possiedi un cane, un gatto, un coniglio o qualsiasi altro animale di cui ti prendi cura e a cui inevitabilmente sei affezionato, il solo pensiero che gli possa essere fatto del male probabilmente ti fa soffrire tantissimo. Perché maltrattare un essere vivente completamente indifeso, senza la possibilità di scappare, di nascondersi o di trovare una qualsiasi via di fuga, è un gesto di estrema cattiveria e vigliaccheria che va punito, senza "se" e senza "ma". Magari sei abituato a frequentare persone che, come te, trattano i loro animali domestici come parte integrante della famiglia, facendo loro vivere una vita felice senza far loro mancare nulla (spesso anche esagerando un po’, tra maglioni di lana, sciarpe firmate e collari di Swarovski).

Eppure, lo sappiamo, non tutti vedono gli animali come esseri senzienti dotati di diritti, come quello di non trascorrere la vita soffrendo in attesa di morire.  Secondo i dati della Lav, la Lega anti vivisezione, solo nel 2017 sono stati aperti in media 26 fascicoli ogni giorno per reati contro gli animali. Uno ogni 55 minuti. Ogni 90 minuti una persona è stata indagata per maltrattamento, e chissà quanti altri episodi sono avvenuti senza che nessuno li abbia segnalati o denunciati. Insomma, gli animali non sono ancora visti come abitanti del Pianeta con cui è necessario convivere in armonia. Di conseguenza, le pene e le norme attualmente in vigore risultano poco efficaci e non sufficienti.

Di questo si è parlato nella tavola rotonda “Animali maltrattati: verso la necessità della riforma della legge 189” organizzata da Lav e Università eCampus di Roma, a cui era presente anche il ministro dell’Ambiente Sergio Costa.

La legge a tutela degli animali

La legge che attualmente si occupa di regolamentare le conseguenze degli episodi di maltrattamento degli animali è, appunto la 189 del 2004, "Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate", che quando è entrata in vigore ha elevato il reato da contravvenzione a delitto, prevedendo anche in eventuali casi la reclusione del soggetto maltrattante e la confisca dell’animale. Nel corso della tavola rotonda, però, questa norma è stata dichiarata insufficiente. Alla fine dell’incontro, infatti, lo stesso ministro dell’Ambiente Sergio Costa ha dichiarato necessario alzare le pene per i casi più gravi e consentire maggiori indagini su episodi di maltrattamento, oltre a impedire categoricamente che un animale torni sotto la custodia del suo aguzzino. Il presidente della Lav, Gianluca Felicetti ha inoltre affermato l’obbligo dell’Italia di conformarsi alle direttive del Trattato europeo di Lisbona, che invita tutti gli Stati a riconoscere gli animali come esseri senzienti e quindi rispettarne i diritti evitando loro dolore inutile.

Progetti futuri a favore degli animali

Ma la necessità di agire per una legge più giusta a favore dei diritti degli animali non si è esaurita nelle dichiarazioni della necessità di misure più stringenti. La Lav ha infatti annunciato il lancio, previsto per il 20 marzo 2019, della campagna #chimaltrattapaga per una legge più severa, mentre l’università eCampus ha lanciato il primo master in Criminologia e tutela giuridica degli animali. Il ministro dell’Ambiente ha inoltre dichiarato che nella legge di stabilità 2020 i prodotti per animali domestici verranno defiscalizzati per consentire a sempre più persone di prendersi un animale da compagnia.