In spiaggia senza plastica: la scelta di sostenibilità dello Chalet Vela

Borracce in alluminio, bottigliette compostabili, cannucce e bicchieri in PLA. Sono sempre più i ristoratori e gli imprenditori che scelgono la sostenibilità per portare avanti la propria attività commerciale. Rodolfo Ragaglia, nel suo Chalet La Vela, lo fa da almeno vent’anni. E oggi, ha detto definitivamente addio alla plastica.
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Sara Del Dot 25 Giugno 2019

A Porto San Giorgio, nelle Marche, c’è uno stabilimento che da tempo ha adottato la sostenibilità come concetto chiave della propria attività. L’ultima decisione è stata la più radicale. Eliminare completamente la plastica in favore di materiali più sostenibili. Rodolfo Ragaglia, proprietario dello Chalet Vela, ci tiene a specificare che questa scelta non è stata presa sull’onda della risonanza del problema plastica di quest’anno, ma ha radici ben più profonde. Infatti Rodolfo, che è stato scout per oltre trent’anni, è cresciuto con il valore della tutela e del rispetto dell’ambiente, tanto da riversarlo nella propria attività. Cosa che fa da circa vent’anni.

“Nel 2004 abbiamo ristrutturato lo stabilimento balneare realizzandolo in una struttura tutta in legno verniciata con vernice all’acqua. Siamo inoltre stati tra i primi a seguire la raccolta differenziata, abbiamo introdotto le docce che funzionano a pannelli solari, siamo assolutamente accessibili per tutti i tipi di utenze… Nel 2009, poi, siamo stati premiati come uno dei sette stabilimenti balneari sostenibili in tutta Italia. Insomma, quello della sostenibilità è stato per noi un percorso, un percorso che ci ha portati fino a qua, all’eliminazione della plastica.”

Un passaggio non proprio facilissimo, dal momento che all’interno degli stabilimenti balneari il problema più grosso riguarda le bottigliette dell’acqua.

“Ci abbiamo pensato nello scorso ottobre. Da lì, abbiamo iniziato ad abolire completamente alcune bevande che non possono fare a meno della plastica, come ad esempio quelle energizzanti, ma l’ostacolo vero era l’acqua. Così, abbiamo fatto delle borracce in alluminio da dare ai clienti che affittano l’ombrellone o a quelli che non ne possiedono una, che possono farsi riempire d’acqua liscia o gassata direttamente al bancone al costo di cinquanta centesimi. Per gli altri,  possono usare la propria borraccia, ma siamo anche riusciti a trovare bottiglie da mezzo litro realizzate in materiale compostabile, oppure ci siamo orientati sull’acqua in lattina, sia liscia che gassata. Con il resto degli oggetti è stato semplice, abbiamo tolto bicchieri, cannucce, sostituendo la plastica con il PLA, materiale compostabile. E ciò che non abbiamo trovato in PLA, lo abbiamo acquistato in carta.”

È tutta una questione di scelte. Ora tutte le bevande servite nella sua attività sono solo in vetro o in lattina. E i clienti sono molto soddisfatti. Soprattutto quelli fissi e dotati di borraccia, per i quali il risparmio anche economico è evidente. E per il locale?

“Sicuramente la spesa è un po’ più alta per l’acquisto di questi nuovi materiali, ma le persone sono contente e noi non abbiamo aumentato i prezzi per questo motivo. Per quanto riguarda lo smaltimento, abbiamo messo un bidone apposta per il PLA, in cui buttare questo tipo di prodotti. E le persone sembrano pronte ad abbracciare il cambiamento, imparano subito. Anche perché, in ogni caso, se il PLA finisce nel sacco sbagliato non è un grande problema, perché si disintegra in poco tempo. ”