È morta nella notte, attorno all‘1:45, Indi Gregory, la bimba di 8 mesi affetta da sindrome da deplezione del Dna mitocondriale per la quale l'Alta Corte di Londra aveva stabilito la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale. Il padre, Dean Gregory, è categorico: "La vita di Indi è finita all'01:45, io e Claire siamo arrabbiati, con il cuore spezzato, pieni di vergogna. Il servizio sanitario nazionale e i tribunali non solo le hanno tolto la possibilità di vivere, ma le hanno tolto anche la dignità di morire nella casa di famiglia a cui apparteneva", ha scritto in un messaggio ai suoi avvocati. Ma perché i giudici britannici avevano preso questa decisione?
La piccola era affetta da sindrome da deplezione mitocondriale, una patologia molto rara che, per farla breve, impedisce al corpo di produrre tutta l'energia di cui ha bisogno per funzionare a dovere. Ne risentono soprattutto i muscoli, anche quelli che permettono la respirazione, il cervello e il fegato. Tra i sintomi più comuni vi sono una forte debolezza muscolare, appunto, ma anche ritardi nello sviluppo e l'incapacità di alimentarsi da soli. Nel caso di Indi Gregory, poi, questa malattia si era manifestata assieme alla tetralogia di Fallot, una cardiopatia congenita complessa che compromette la normale circolazione del sangue.
Purtroppo, non esiste ancora una cura definitiva per le sindromi da deplezione mitocondriale al punto che, nella maggioranza dei casi, subentra il decesso. Anche Indi Gregory era stata dichiarata incurabile dai medici del Queen's Medical Centre di Nottingham dov'era ricoverata, mentre la mossa del governo italiano di concederle la cittadinanza per agevolare il trasferimento all'Ospedale Bambino Gesù di Roma aveva più ragioni politiche che sanitarie.
Considerando le sofferenze della neonata insopportabili e le sue condizioni di salute ormai irreversibili, i giudici hanno quindi stabilito la sospensione dei trattamenti di sostegno vitale in favore di cure palliative che l'accompagnassero verso una morte dignitosa. Durante le sue ultime ore, la piccola era stata trasferita in un hospice in quanto non sarebbe stato possibile offrirle la medesima assistenza a casa sua.
Se la rabbia e la sofferenza dei genitori è totalmente comprensibile, lo è un po' meno il tentativo di strumentalizzare la drammatica vicenda di questa famiglia per scopi politici.
Fonte| Ansa