Inquinamento fotochimico: quando i danni provocati dall’uomo vengono amplificati dalla luce del sole

Quando la radiazione solare elevata causa delle complesse reazioni fotochimiche nell’atmosfera, portando alla formazione di inquinanti secondari come l’ozono, parliamo di smog fotochimico. Un fenomeno incontrollabile, che però viene alimentato da un’elevata concentrazione di inquinanti primari, quelli emessi anche e soprattutto dall’uomo.
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Federico Turrisi 27 Maggio 2020

Quando senti parlare di smog ti viene automatico pensare ai tubi di scarico delle automobili, ai caminetti oppure alle canne fumarie di grandi impianti industriali. Giustamente, è il caso di dire. Esiste però anche un altro tipo di smog che, in maniera indiretta, vede sempre tra i responsabili l'uomo. Hai mai sentito parlare dell'inquinamento fotochimico? Se la risposta è negativa, non ti preoccupare: è un argomento da specialisti. Ma che riguarda tutti e che dunque è bene conoscere, anche a grandi linee. Scopriamo insieme di che si tratta.

Inquinamento fotochimico

Che cos'è

Con il termine smog fotochimico si fa riferimento a una miscela di composti inquinanti presente nei bassi strati della troposfera, che a sua volta è la parte più bassa del'atmosfera terrestre. Si tratta, in sostanza, di un particolare tipo di inquinamento atmosferico che si produce nelle giornate molto soleggiate e con condizioni meteorologiche stabili (assenza di vento). Non a caso, viene anche chiamato "smog estivo".

Cause

Come sai, gli ossidi di azoto (NOx) e i composti organici volatili (COV) vengono emessi nell’atmosfera da vari processi di origine sia naturale sia antropica. In questo ultimo caso solitamente parliamo dei prodotti di una combustione: motori dei veicoli in particolare, ma anche riscaldamento degli edifici e attività industriali.

Bene. Con l'impulso della radiazione solare elevata, nella troposfera si può originare una serie di complesse reazioni fotochimiche (ricordiamo che il prefisso "foto" rimanda sempre alla luce, come suggerisce l'etimologia dal greco antico) per cui la presenza degli ossidi di azoto e dei COV porta alla formazione di ozono, gas formato da tre atomi di ossigeno (O3). E non solo. Sono centinaia le sostanze che si producono in seguito alle reazioni fotochimiche, come per esempio vari aldeidi e perossiacilnitrati.

L'ozono e gli altri composti appena citati vengono definiti inquinanti secondari. Che cosa vuol dire? Che non sono direttamente immessi in atmosfera da fonti naturali o antropogeniche, ma si formano per reazioni tra composti che vengono definiti "precursori". A quest'ultima categoria appartengono, per l'appunto, gli ossidi di azoto e i COV. Bisogna sottolineare che le reazioni fotochimiche che avvengono nella troposfera non sono imputabili all'uomo, ma le emissioni degli inquinanti primari sì. Possiamo dunque dire che lo smog causato dalle automobili, dalle centrali che bruciano combustibili fossili e via dicendo sia un fattore di accelerazione dell'inquinamento fotochimico.

Effetti

Gli effetti dell'inquinamento fotochimico non sono affatto da sottovalutare. La presenza di livelli molto alti di ozono influisce negativamente sulla salute delle piante (con ripercussioni sulla crescita e sulla fotosintesi delle specie vegetali), degli animali e degli uomini. Ricordiamo che l'inquinamento da ozono non ha niente a che vedere con la questione del buco dell'ozono. In natura questo gas si trova in elevate concentrazioni negli strati alti dell'atmosfera terrestre, dove forma una fascia che ci protegge dai raggi ultravioletti del sole. L'ozono svolge dunque un ruolo indispensabile per la vita sul pianeta. Il problema è quando ne troviamo un'elevata quantità nell'aria che respiriamo negli strati bassi dell'atmosfera.

L'esposizione ad alti livelli di ozono può provocare irritazione agli occhi, al naso, alla gola e in generale all'apparato respiratorio. Tant'è che contribuisce al peggioramento delle condizioni di chi soffre di asma o altre patologie respiratorie. Le fasce della popolazione che possono risentire maggiormente degli effetti negativi dello smog fotochimico sono i bambini (l'esposizione prolungata all'ozono dei polmoni in fase di crescita può portare ad una riduzione della funzione polmonare da adulti), le donne in gravidanza, gli anziani (l'esposizione all'ozono può accelerare il fisiologico processo di invecchiamento della funzione polmonare) e chi svolge attività fisica all'aperto, quando cioè si richiede uno sforzo maggiore all'apparato respiratorio.

Come l'ozono, anche gli aldeidi e i perossiacetilnitrati che abbiamo menzionato prima sono dei composti irritanti per gli occhi e per le vie respiratorie. A riprova dell'importanza del monitoraggio dello smog fotochimico, è bene evidenziare infine che, secondo il rapporto 2019 dell'Eea sulla qualità dell'aria in Europa, l'Italia è il paese europeo con i valori più alti per quanto riguarda le morti premature per ozono: 3mila persone decedute nel 2016.