La caccia ai cinghiali diventa una “gara”: in Molise un premio ai cacciatori che ne uccidono di più

Il consiglio comunale di Petrella Tifernina, in provincia di Campobasso, ha deciso di istituire un trofeo con tanto di premio in denaro per la squadra di cacciatori che al termine della stagione venatoria avrà abbattuto il maggior numero di cinghiali, considerati un problema per l’agricoltura e la sicurezza degli automobilisti.
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Federico Turrisi 16 Dicembre 2019

Il sovrappopolamento di cinghiali in alcune zone d'Italia è un problema che si ripresenta puntualmente e suscita sempre un acceso dibattito. Da una parte ci sono gli animalisti, che per affrontare la situazione chiedono alle pubbliche amministrazioni misure non cruente, come i vaccini immuno-contraccettivi che rendono sterili gli esemplari femmina di cinghiale. Dall'altra ci sono gli agricoltori che lamentano danni alle colture dovuti all'eccessiva presenza degli ungulati. Per non considerare poi i rischi di incidenti per gli automobilisti provocati dall'attraversamento di cinghiali selvatici.

In Molise la città di Petrella Tifernina ha deciso di risolvere il problema in una maniera un po' particolare; ossia istituendo il trofeo “Meno Cinghiali Petrella Tifernina”, con un premio in denaro riservato alla squadra di cacciatori che avrà ucciso il più alto numero di cinghiali. La proposta è del sindaco Alessandro Amoroso, che è anche vicepresidente della Provincia di Campobasso, ed è stata approvata dal Consiglio comunale di Petrella Tifernina nella serata di sabato 13 dicembre.

Con questo provvedimento si demanda alla Giunta municipale “la possibilità di individuare la stagione venatoria al termine della quale determinare il premio in denaro per la squadra di cacciatori che abbia abbattuto il maggior numero di cinghiali, nel rispetto delle normative vigenti” nei territori di Petrella Tifernina e dei comuni limitrofi di Castellino del Biferno, Montagano, Matrice e Lucito. Già in passato il sindaco Amoroso aveva definito la presenza di cinghiali sul territorio regionale "una vera e propria emergenza". Ma siamo propri sicuri che la soluzione sia dare libero sfogo alle doppiette dei cacciatori anziché adottare ragionevoli piani di selezione della specie?