
Cooperazione, partecipazione e democrazia. Il biologico non è solo una questione di quale frutta e verdura scegliere al supermercato, ma un modo di vivere e soprattutto di lavorare. Un tema che presenta tanti vantaggi, ma anche qualche difficoltà a cui Anabio (Associazione Nazionale Agricoltura Biologica) punta a trovare una soluzione. Il primo passo è già stato fatto con la Carta dei valori del biologico, un documento presentato e ultimato al SANA, il salone internazionale del biologico e del biodinamico, che si è tenuto a Bologna dal 6 al 9 settembre. Non si tratta però di una serie di regole imposte dall'alto, ma di una base da cui partire per arrivare a definire un vero e proprio Testo Unico.
Tutti possono partecipare, e in diversi lo hanno fatto proprio in occasione dell'evento bolognese, attraverso l'istituzione di diversi tavoli di lavoro, dove ciascuno era chiamato a portare la propria esperienza nel settore e a condividere la sua opinione.
Perché fare tutto questo? Per capirlo è, come spesso accade, necessario passare da numeri, anche ti potrà sembrare un po' noioso. Innanzitutto il biologico in Italia piace, e molto. Per la precisione, lo scelgono o comunque lo approvano circa 8 consumatori su 10 e s0no coinvolte 76mila aziende su tutto il territorio nazionale. In tutto, fanno 2 milioni di ettari coltivati e 5 miliardi di valore per un intero settore, che deve trovarsi a competere con i ritmi e i prezzi di agricoltura e allevamento intensivi. L'obiettivo, però, è ancora più ambizioso: raggiungere nel giro di 10 anni il 30% di tutta la superficie agricola coltivabile nella nostra penisola.
Il risultato è raggiungibile, ma non si possono dimenticare le difficoltà. Per questo, la Carta si concentra soprattutto su tre questioni fondamentali: che il consumo di prodotti biologici possa essere accessibile a tutti, che questo settore smetta di essere appannaggio elitario e che le conoscenze e le nuove tecnologie siano alla portata di tutte le aziende.
Per questa ragione la cooperazione è importante. Innanzitutto, si vuole evitare pratiche di concorrenza sleale tra i produttori, ma è poi necessario che partecipino alla rete anche realtà collaterali, come i GAS, i Gruppi di acquisto solidale di cui su Ohga ti avevamo già parlato: una piccola comunità di persone che si mette insieme per comprare all'ingrosso da piccole aziende e poi redistribuisce la spesa in base alle necessità, accorciando al massimo la filiera ed evitando gli sprechi. Ma soprattutto rendendo più semplice l'accesso al biologico, anche quando non hai tempo di andare al mercato del tuo quartiere.
Oltre alla praticità, bisogna però anche risvegliare la cultura. E non in senso accademico, ma quella legata alla cura di te e del mondo che ti circonda. Biologico significa non ingerire sostanze chimiche e potenzialmente tossiche, significa poter fare il pieno di tutte le sostanze nutritive che la natura offre e significa rispettare il terreno che ospita gli ortaggi e l'ambiente che risente dell'impatto delle attività intensive dell'uomo. E se tutto questo non riesci a percepirlo è perché è ancora ben radicato il pregiudizio che vede questi prodotti come adatti per chi vive in centro e può far la spesa nel negozio esclusivo dove tutto cioè che appare sui bancali è di prima scelta. Invece, se ci pensi bene, ti accorgerai di quanto sia ovvio che ciascuno di noi, al di là di dove vive, abbia diritto a preservare la propria salute.
Per arrivare a questo è necessario lavorare a livello politico, certo, ma è anche importante che tu ti informi e che diventi un cittadino responsabile che faccia delle scelte che rispecchino ciò in cui crede.
Il lato più pratico della Carta dei valori del biologico riguarda invece i principi e gli obiettivi che Anabio, assieme a tutti i partecipanti ai lavori, hanno fissato. In tutto sono sette:
Lo scopo di questa Carta, come ti dicevo prima, non è tanto quello di fissare delle regole o delle norme alla quali attenersi, ma mettere nero su bianco dei valori nei quali tutti, dai produttori ai consumatori, si riconoscano. In questo modo la basa sarà solida e il settore, importante non solo per l'economia ma anche per una cultura di difesa dell'ambiente e contrasto al cambiamento climatico, potrà crescere ed essere accolto da quante più persone possibili.