Il compito della formica regina è proteggere la colonia e assicurarsi che la prole sia sana e forte. Naturalmente quando si parla di protezione della colonia, il riferimento non è ai predatori e alle altre minacce esterne, questo è un compito che spetta alle formiche soldato così come a quelle operaie tocca procurare il cibo, prendersi cura della regina e mantenere il nido nelle condizioni ottimale.
Definiamo la formica regina. È un esemplare di sesso femminile ed in una colonia è l’unica con capacità riproduttive: ha il compito di deporre le uova. Questo è il caso delle formiche monoginiche. Esistono anche specie di formiche dette poliginiche, in questo caso sono più regine a deporre le uova.
Ad inizio del nostro articolo abbiamo detto che la formica regina protegge il nido. I patogeni sono un grosso rischio, possono distruggere la colonia. In questo caso la formica regina svolge un compito tanto crudele quanto importante. Uno studio pubblicato su Current Biology e condotto dai ricercatori dell’Università di Oxford, ha evidenziato come, allo scopo di prevenire infezioni all’interno del nido, la formica regina divori le larve malate. Lo studio è stato condotto sulle Lasius niger, da noi comunemente chiamate “formiche nere”. Queste formiche sono molto comuni e diffuse in tutta Europa.
Gli scienziati hanno studiato il comportamento di alcune regine. Dopo aver indotto gli insetti a fondare una colonia, vi hanno introdotto cinque larve malate, infettate da un fungo. In precedenza le larve malate sono state lasciate in isolamento per 24 ore. Durante questo lasso di tempo le larve hanno sviluppato la malattia ma non erano ancora contagiate. È stato osservato che le regine al cospetto delle larve malate, le hanno divorate.
Tale comportamento serve a impedire che la malattia si diffonda. A questo punto è lecito chiedersi come mai la formica regina non si infetti. Il trucco, se così si può dire, risiede in una ghiandola che le formiche stimolano prima di cannibalizzare le larve. Questa ghiandola contiene un veleno battericida che rende immune alla malattia la formica regina.
Una seconda fase dell’esperimento ha previsto l’introduzione nel nido di larve infette e contagiose. Qui il comportamento della regina è stato diverso: ha cosparso le larve malate con il veleno battericida, non le ha divorate. Purtroppo questa mossa ha fallito nell’80% dei casi: la regina si è ammalata ed è morta.