La Formula E “in pista” sul ghiacciaio della Groenlandia per il futuro del Pianeta

La Formula E sbarca in Groenlandia. O almeno questo è il piano. Infatti era stato individuato il ghiacciaio adatto per far correre le vetture, ma una crepa ha fatto sì che l’idea rivoluzionaria del numero 1 della FIA Alejandro Agag, si interrompesse bruscamente. Ma nulla è perduto e i tecnici stanno cercando un altro iceberg che possa permettere la corsa. Questa iniziativa servirà a sensibilizzare le persone sul problema del riscaldamento globale causato dalla mano dell’uomo.
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Francesco Li Volti 10 Novembre 2020

Il cambiamento climatico e i suoi effetti richiedono notevoli progressi tecnologici per poterli comprendere e contrastare. Per questo la Formula E, il campionato automobilistico di macchine completamente elettriche, ha ancora una volta aperto nuovi orizzonti, sfidando l'impossibile. Se poteva risultarti fantascientifico far correre delle auto elettriche fino a poco fa, non sai a cosa potresti assistere tra poco. Il nuovo obiettivo della Formula E adesso è far correre le vetture su una calotta glaciale dell'Artico, in Groenlandia.

Con la Terra che sta vivendo uno degli anni più caldi mai registrati, la quantità di ghiaccio che si sta staccando dall'Artico ha raggiunto nuovi livelli da record. Per aumentare la consapevolezza di questo problema, la Formula E ha unito le forze con altri partner per realizzare un evento unico al mondo. Nel 2016 la grande prova generale: l'auto a emissioni zero guidata su un iceberg dal pilota di Formula E Lucas di Grassi, ha eseguito una serie di test sbalorditivi sulla calotta glaciale. L'iniziativa è stata ripresa e rilanciata sui social network, per attirare l'attenzione sulla minaccia rappresentata dallo scioglimento dei ghiacci.

"Venire qui e vedere quanto è enorme la calotta glaciale e come l'effetto del riscaldamento globale la sta cambiando, sciogliendola, mi dà una comprensione completamente diversa di ciò che stiamo facendo con la Formula E e l'importanza di guidare auto elettriche" ha detto a fine corsa il pilota brasiliano. Il CEO della Formula E Alejandro Agag, a capo di quest'avventura, è stato irremovibile sulla minaccia ambientale, dichiarando di essere molto preoccupato sugli effetti dell'uomo sull'ambiente che lo circonda.

L'impresa è stata possibile solo grazie alla cooperazione e all'assistenza del governo della Groenlandia e al suo desiderio di aumentare la consapevolezza della necessità di agire sul cambiamento climatico. Per saperne di più sugli effetti dello scioglimento della calotta glaciale, la Formula E ha collaborato con l'Università di Southampton e durante il viaggio è stato posizionato un macchinario di rilevamento su un iceberg che si era staccato dalla calotta madre. Questo ha contribuito a far avanzare la ricerca sul comportamento di questi iceberg nell'oceano e il dispositivo di tracciamento consentirà agli scienziati del clima (e ai fan) di capirne di più.

Purtroppo dopo tre anni è stata rilevata una piccola crepa che ha stoppato il sogno di Agag. Ma nulla è perduto. Grazie agli studi effettuati in questi anni, la ricerca di un iceberg capace di permettere alle vetture di correre e di non mettere in pericolo la vita dei piloti, continua, e gli scienziati che partecipano al progetto restano fiduciosi di poter concretizzare il tutto entro pochi anni.

Non ti resta che aspettare e cercare anche tu, nel tuo piccolo, di dare una mano alla causa. Come? Inquinando il meno possibile.