La Germania punta in alto: un nuovo piano del governo punta a produrre il 100% di elettricità da fonti rinnovabili entro il 2035. E l’Italia quando si muove?

Produrre elettricità unicamente da fonti rinnovabili entro il 2035. Questo l’obiettivo del nuovo piano del governo tedesco, pensato per ridurre la dipendenza dalla Russia e nell’ottica della transizione all’energia pulita. Nel piano sono presenti incentivi ai piccoli produttori e all’agrivoltaico, oltre che una spinta poderosa agli impianti eolici offshore e onshore. Direzione ultima, la neutralità climatica della Germania non oltre il 2045.
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Michele Mastandrea 11 Aprile 2022

Arrivare a produrre il 100% del fabbisogno tedesco di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035. È questo, devi sapere, l'obiettivo ambizioso del ‘Pacchetto di Pasqua‘ proposto dal Vice-cancelliere e Ministro dell'Ambiente della Germania, Robert Habeck.

Nel piano presentato la scorsa settimana, chiamato Renewable Energy Sources Act, si vuole dare una spinta importante all'installazione di impianti eolici e fotovoltaici. "Da un lato, la crisi climatica diventa sempre più acuta. Dall'altro, l'invasione della Russia in Ucraina mostra quanto sia importante uscire dai combustibili fossili e spingere costantemente avanti l'espansione delle rinnovabili", ha affermato Habeck motivando l'azione del governo.

Tutto sulle rinnovabili

Nello specifico, se il piano verrà approvato dal Parlamento tedesco, ogni anno dal 2025-2026 la Germania installerà in media 10 Gw da eolico e 22Gw da fotovoltaico. L'obiettivo intermedio è il 2030, quando si dovrà arrivare all'80% dell'elettricità prodotta da rinnovabili, a differenza del 42% attuale. Un raddoppio in soli 8 anni, che sarà ottenuto triplicando l'attuale velocità annua di nuove installazioni.

Al suo piano potrebbe opporsi però un partito all'interno della coalizione di governo attualmente in carica in Germania, ovvero la Fdp (liberali). I quali sono dell'idea che sia importante continuar a sfruttare anche in futuro gas e petrolio prodotti in Germania, nonostante l'accordo di governo imponga un loro abbandono totale. Se ne discuterà presto in Parlamento.

Il contenuto del piano

Nel pacchetto di leggi, un testo di oltre 500 pagine, sono poi presenti anche altre importanti decisioni. I progetti di nuove installazioni di fotovoltaico non superiori ai 6 MW non dovranno partecipare a gara; crescerà la remunerazione per i singoli produttori di energia rinnovabili  – attraverso impianti sui tetti delle loro case o delle loro aziende – che cederanno parte dell'energia da loro prodotta alla rete pubblica; verranno infine dati nuovi incentivi per quanto riguarda l'agrivoltaico, di fondamentale importanza per la sicurezza alimentare e la tenuta del settore agricola.

Nel pacchetto legislativo è inoltre previsto che il passaggio alle energie rinnovabili sia valutato obiettivo strategico per quanto riguarda la pubblica sicurezza. Di conseguenza, verranno velocizzati e snelliti i progetti di pianificazione e approvazione di infrastrutture come parchi eolici onshore e offshore.

Altri interventi da parte del governo riguarderanno in futuro l'efficienza energetica di case ed edifici commerciali, ma anche novità nell'ambito della mobilità elettrica. Sarà poi affrontato in autunno uno dei nodi più contestati del pacchetto di riforme, ovvero la possibilità di destinare il 2% del suolo tedesco agli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili.

A quando l'Italia?

Il piano è il primo passo per rendere la Germania neutrale dal punto di vista climatico entro il 2045. Ma i tedeschi non sono gli unici in Unione Europea a muoversi in questa direzione: anche il Portogallo ha annunciato di recente un nuovo piano energetico, in cui si punta a raggiungere l'80% del fabbisogno elettrico dalle rinnovabili entro il 2026. Un recente studio del Think tank Ember ha del resto dimostrato che simili piani non sono solo auspicabili, ma anche possibili.

Gli esempi di Berlino e Lisbona mostrano che la transizione energetica è soprattutto questione di volontà politica. Ora ci si aspetta anche dall'Italia un passo decisivo in questa direzione, che fissi obiettivi concreti per il passaggio alle rinnovabili da cui non tornare più indietro.