La lotta contro il degrado urbano parte dai bambini: a Roma il FrigoBook dai rifiuti abbandonati

In un quartiere a sud di Roma, un FrigoBook, una cabina telefonica trasformata in biblioteca e un muro “ripulito” dai bambini delle elementari mostrano come i cittadini di una zona di periferia combattano quotidianamente il degrado della città, perché “vivere in un ambiente indecoroso non è nei loro piani”
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Gaia Cortese 7 Giugno 2019

Un frigorifero e una cabina telefonica trasformati in librerie e biblioteche da strada. Succede a Vitinia, frazione a sud della Capitale, dove un attivissimo Comitato di Quartiere combatte quotidianamente contro il degrado urbano. Abbiamo intervistato Mario Pericolini, Presidente del Comitato, che ci ha raccontato non solo come è nato il primo FrigoBook nel quartiere, ma anche come sia possibile migliorare strade e angoli della città rimboccandosi le maniche.

Quanto pesa il problema delle discariche a cielo aperto nel quartiere?

Il nostro è un quartiere piccolo, concentrato su un’area non troppo estesa, ma abitato da circa ottomila persone. Nel nostro quartiere c’è un affluente del Tevere che lo attraversa, un vero e proprio fiume, il Risaro. Purtroppo siamo sempre più preoccupati nel vederlo ricoperto di plastica e nel vedere come, nonostante sia stata richiesta la chiusura degli accessi al fiume per evitare sversamenti nelle sue acque, ci siano ancora continui abbandoni di materiali e spazzatura che dovrebbero finire in discarica e non sulle sponde di un fiume. Nel nostro quartiere lanciamo numerose iniziative proprio per alleviare questo degrado. Vivere in un ambiente indecoroso non è nei nostri piani.

L’idea del primo FrigoBook è nata da questi rifiuti abbandonati?

È stato un abbandono strano perché il frigorifero che abbiamo ritrovato era quasi immacolato, ci è venuto anche il dubbio che funzionasse e quando lo abbiamo controllato, era proprio così. Ad ogni modo quello che è stato primissimo FrigoBook è poi stato sostituito da un frigo con vetrata, perché non sono mancate le critiche riferite al fatto che i libri al suo interno potessero rovinarsi. Ci tengo a dire, comunque, che come abbiamo rispetto per il territorio, così lo abbiamo anche per i libri.

Un FrigoBook è stato posizionato in un parco per bambini. È un modo per coinvolgere i più piccoli?

Ci sono postazioni di presidio culturale in altri tre punti del territorio, per lo più spazi poco decorosi dove sistemiamo un tavolo, una panchina e una libreria di strada per creare un luogo di aggregazione; tra questi c’è anche un parcogiochi per bambini, dove ogni venerdì facciamo animazione per i piccoli e alcune mamme leggono loro delle favole. Abbiamo chiesto l’autorizzazione al Municipio per posizionare qui il FrigoBook, ma non ci è stata concessa. Così lo abbiamo messo a due metri di distanza su un punto privato accanto al parchetto e ora è funzionante: riceviamo centinaia di libri, li curiamo, li smistiamo dove ne abbiamo più bisogno e lo scambio libri funziona.

È vero che avete inventato anche una bibliocabina?

Nella via principale del quartiere c’era questa cabina telefonica completamente abbandonata, con un telefono non funzionante da diversi anni, sporca e addirittura spesso utilizzata come latrina. Credendo che fosse stata abbandonata del tutto, l’abbiamo trasformata con le dovute modifiche in una bibliocabina. Solo a quel punto la cabina è tornata funzionante, nel senso proprio di linea telefonica. Adesso convivono le due realtà: è tornata una cabina telefonica a tutti gli effetti (forse l’unica nuovamente funzionate sul territorio!) ma è anche una biblioteca da strada.

Il Comitato si occupa di altre iniziative di questo tipo?

Siamo circa una ventina di cittadini del quartiere, ma gli interventi vengono fatti da quattro, cinque persone alla volta. Quello che vogliamo è maggior attenzione sui quartieri della città. Noi abbiamo già fatto fiorire le rotonde del quartiere, abbiamo ripulito i graffiti dai muri, abbiamo riverniciato i muri esterni della stazione ferroviaria di Vitinia coinvolgendo 200 bambini delle scuole elementari che hanno lasciato le loro impronte colorate su 200 metri di muro.

Il nostro Comitato è attivo da 3 anni, tutto il lavoro fatto serve a dare un po’ di fiducia alla gente del quartiere, e non solo. È uno stimolo a fare di più per far sì che il degrado non abbia il sopravvento. Venti giorni fa delle mamme hanno pulito la piazza davanti alla Chiesa, ma è il Comune che deve intervenire.

Abbiamo organizzato anche delle iniziative nelle scuole; la nostra attività è arrivata anche all’attenzione degli insegnanti perché è fondamentale che questo tipo di messaggio arrivi ai bambini. Non è mai troppo presto (né troppo tardi) per combattere il degrado del proprio quartiere.