La riforestazione frena il riscaldamento globale negli USA: uno studio rivela l’impatto degli alberi sul climate change

Un nuovo studio dimostra che la riforestazione del Nord America orientale ha contribuito a raffreddare il clima. Le foreste possono essere un alleato prezioso nella lotta contro il cambiamento climatico.
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Roberto Russo 19 Febbraio 2024

Gli alberi sono sentinelle verdi del nostro pianeta, essenziali per la vita e foriere di innumerevoli benefici. Oltre a nutrirci, a darci riparo e a produrre ossigeno, un recente studio pubblicato sulla rivista Earth's Future ha messo in luce un ulteriore potere degli alberi: la capacità di mitigare gli effetti del riscaldamento globale.

Sebbene gli Stati Uniti d'America, come gran parte del mondo, abbiano subito un aumento delle temperature a causa delle emissioni di combustibili fossili, una regione del Nord America orientale presenta un'anomalia: il cosiddetto warming hole (buco/foro di riscaldamento). In quest'area, le temperature sono rimaste stabili o addirittura diminuite, nonostante il trend globale di inesorabile crescita.

Il nuovo studio, guidato dalla scienziata ambientale Mallory Barnes dell'Indiana University, ha individuato la principale causa di questa anomalia nella massiccia riforestazione che ha interessato gli Stati Uniti orientali. A seguito del disboscamento iniziale avvenuto con l'arrivo dei coloni europei, gran parte di queste zone è stata nuovamente popolata da alberi, con una velocità impressionante: nel corso del secolo scorso, la superficie forestale è aumentata di ben 15 milioni di ettari, un'area più grande dell'Inghilterra.

Come agiscono gli alberi in questa battaglia contro il riscaldamento?

Il segreto sta nella traspirazione, processo per cui gli alberi assorbono acqua dal terreno attraverso le radici e la rilasciano nell'atmosfera sotto forma di vapore acqueo. Questo processo ha un effetto rinfrescante sull'aria circostante, proprio come la sudorazione per gli esseri umani.

Analizzando i dati satellitari e delle stazioni meteorologiche del periodo 1900-2000, Barnes e il suo team hanno scoperto che le aree riforestate hanno un impatto di raffreddamento su larga scala, con un effetto più marcato entro 400 metri dagli alberi. In totale, le foreste rigenerate abbassano la temperatura degli Stati Uniti orientali di 1-2°C ogni anno, con un'efficacia maggiore durante le giornate più calde dell'estate, quando la riduzione può arrivare a 2-5°C.

È importante sottolineare che la riforestazione non è l'unica responsabile del warming hole. Altri fattori, come gli inquinanti atmosferici che bloccano la luce solare e l'irrigazione agricola, potrebbero aver contribuito. Tuttavia, lo studio sottolinea l'importanza di pianificare in modo strategico la riforestazione, soprattutto vicino alle aree urbane che soffrono maggiormente per le alte temperature a causa della mancanza di alberi ombrosi.

Risulta provato anche scientificamente un principio ben noto: gli alberi hanno un impatto davvero benefico sulle temperature superficiali attraverso la traspirazione, e di fatto hanno raffreddato molto le cose. Aspetto benefico evidenziato anche da un recente studio italiano che ha scoperto che le chiome degli alberi non solo respirano, ma “mangiano” anche l’azoto e sono, così, formidabili alleate per la tutela della biodiversità.

Questo studio rappresenta un'ulteriore prova dell'importanza degli alberi nella lotta contro il cambiamento climatico. Piantare alberi non è solo un gesto simbolico, ma un'azione concreta con effetti tangibili sul nostro pianeta. Ogni albero piantato è un piccolo gesto con un grande impatto per il futuro del nostro pianeta.

Fonte | A Century of Reforestation Reduced Anthropogenic Warming in the Eastern United States – Earth's Future