La storia di Antonella, l’ambientalista che porta i bambini di Bologna a piantare gli alberi

Sono ormai cinque anni che Antonella Lodi si occupa di coinvolgere le scuole in progetti per piantare gli alberi attorno alle città. Cinque anni in cui si è impegnata con tutta se stessa per portare l’educazione ambientale nelle scuole.
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Sara Del Dot 20 Dicembre 2019

Gli alberi sono fondamentali per la nostra vita. Ma in un mondo soffocato da cemento, smog, strade ed edifici i nostri principali alleati per combattere il cambiamento climatico potrebbero avere bisogno di una spinta in più per nascere e crescere. Per questa ragione sempre più persone hanno deciso di dedicare del tempo proprio a loro, agli alberi. Per favorire la ri-connesione ormai perduta tra le persone e la natura, per fare bene all’ambiente e per stare bene loro stesse, affrontando la vita sul Pianeta con maggior consapevolezza e rispetto.

Antonella Lodi, bolognese di adozione e prosecutrice nella “rossa” del progetto "Un bosco per la città" dell’associazione Un punto macrobiotico, ha deciso di fare proprio questo. Dare la possibilità ai bambini di trascorrere del tempo nella natura contribuendo alla sua conservazione e tutela, piantando alberi e partecipando alla creazione di veri e propri boschi.  Sono ormai cinque anni che Antonella segue questo progetto ed è già riuscita a coinvolgere centinaia di bambini e insegnanti, con la speranza di poter ampliare sempre di più la propria rete.

“Mi sono appassionata a questo progetto, Un bosco per la città, qualche anno fa”, racconta. “E ho iniziato a portarlo un po’ in giro, organizzando interventi nelle scuole, parlando dell’argomento, promuovendo l’educazione ambientale dei bambini raccontando loro l’importanza di boschi, alberi e biodiversità e della loro correlazione con i cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, cercavo anche dei terreni su cui piantare. In questo lavoro cerca di mantenere i contatti con insegnanti, maestre, istituzioni ma anche privati, soprattutto perché il terreno deve pur mettercelo a disposizione qualcuno.”

Inizialmente si pensava di poter utilizzare il Parco Nord di Bologna, ma purtroppo il progetto non è andato a buon fine. Tutti però erano in attesa di sapere quando e dove sarebbero andati a piantare questo grande bosco e quindi Antonella ha dovuto cercare un luogo diverso.

“Ho conosciuto per caso un’artista che aveva a disposizione un ettaro di terreno. Lei era molto attenta e sensibile alle tematiche ambientali e aveva a disposizione un giardino bellissimo che aveva realizzato nell’arco di vent’anni, che ha curato talmente bene che le persone andavano a visitarlo. Accanto al suo giardino c’era un terreno coltivabile che ha deciso di metterci a disposizione. Così, finalmente ho potuto portare questi bambini a piantare il mio (e loro) primo bosco.”

Un’attività che ha riscosso da subito molto successo.

“Una cooperativa mi ha aiutata a lavorare il terreno e prepararlo per la piantumazione. Poi, nel giro di cinque giorni sono venuti a partecipare oltre 400 bambini e si sono anche aggiunte diverse associazioni. Sono state quattro giornate bellissime, si sono tutti divertiti tantissimo.”

Dopo questa prima, positiva esperienza, Antonella prosegue il suo percorso di educazione ambientale e realizzazione di boschi attorno alle città. Per due anni consecutivi organizza un progetto con le scuole di Castenaso in collaborazione con l’allora assessora all’Ambiente e poi a San Lazzaro nel novembre 2019. La sua determinazione e il suo spirito di iniziativa raccolgono sempre più persone intenzionate a collaborare con lei, addirittura viene contattata dai gruppi dei “Parents for Future” per organizzare giornate di piantumazione. Il suo obiettivo? Creare collaborazione, intessere una vera e propria rete di persone, di gruppi che si attivino in varie zone d’Italia. Ma qual è il beneficio che si trae da questa attività?

“Per quanto riguarda me personalmente, è una questione di salute mentale. Partecipare a un progetto del genere mi fa sentire coinvolta, fa bene all’ambiente, fa bene a me e mi rende meno passiva. Per quanto riguarda i bambini, vedo l’entusiasmo che ci mettono, che si trasmettono tra loro ma che trasmettono anche alle maestre. È importante che imparino e capiscano, perché questo è il loro futuro. È tutto per loro e se ne rendono conto, le maestre sono entusiaste e questo mi fa molto piacere perché significa che questi temi entreranno sempre di più a far parte dell’educazione scolastica.”

Educazione che, secondo Antonella, deve diventare obbligatoria il prima possibile.

“Dovrebbero diventare obbligatorie sia l’educazione civica che quella ambientale. È necessario, perché se magari sono le famiglie a essere poco sensibili, è compito dei bambini portare questi contenuti in famiglia, essere educatori dei loro stessi genitori. Anche perché ora come ora, quando parli con loro ti rendi conto che sono nati in un ambiente pieno di plastica, e quando spieghi loro che questo materiale esiste in realtà da pochi anni rimangono a bocca aperta e chiedono cosa ci fosse prima. È importante sensibilizzarli, fare capire loro che la natura è viva, è la nostra madre e va tutelata. Un tempo sentivo questa sensazione di solitudine quando mi occupavo di queste cose, mentre ora noto un risveglio generale delle persone che mi contattano per partecipare, per agire in modo concreto. Essere in tanti a crederci ci porta ad agire insieme. ”