La svolta green di Samsung: da metà 2019 solo imballaggi ecosostenibili

Il colosso dei prodotti hi-tech ha deciso di dare alla propria produzione una svolta ambientalista. Dalla metà di quest’anno, i suoi imballaggi in plastica inizieranno a essere sostituiti da materiali ecosostenibili, ma non solo. Il cambiamento investirà anche i caricabatterie e i manuali di istruzioni.
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Sara Del Dot 29 Gennaio 2019

Smartphone, tablet e computer delle grandi multinazionali della tecnologia sono venduti a migliaia ogni singolo giorno in tutto il mondo. E tutti arrivano nelle mani del cliente ben protetti dentro il loro comodo e accogliente imballaggio in plastica. Si parla di milioni e milioni di oggetti ogni anno, e quindi milioni e milioni di tonnellate di plastica gettata via non appena viene aperta la scatola. Sarà sicuramente capitato anche a te, quando hai comprato il telefono nuovo, di abbandonare la confezione dopo dieci secondi dall’apertura per dedicarti completamente a scaricare tutte le app. Certo, sicuramente la maggior parte di quella plastica finisce nella raccolta differenziata. Ma se invece non venisse proprio prodotta, ma fosse sostituita da materiali più ecosostenibili?

È proprio ciò che ha deciso di fare Samsung, il colosso sudcoreano di prodotti tecnologici. L’azienda ha infatti di recente annunciato la sua rivoluzione green: a partire da metà 2019, si impegnerà a sostituire i suoi imballaggi in plastica con materiali ecosostenibili, come plastica riciclata e bio-plastiche costituite da materiali vegetali, amido e canna da zucchero.

Ma non solo imballaggi: la svolta ambientalista di Samsung investirà anche il materiale con cui sono realizzati i caricabatterie, che saranno realizzati con materiali riciclati, e i manuali di istruzioni, creati con carta approvata dalle associazioni ambientaliste. Infine, l’azienda prevede di riuscire a riutilizzare 500.000 tonnellate di plastica riciclata e raccogliere 7,5 milioni di tonnellate di materiali di scarto.

Insomma, un bell’esempio da parte di una multinazionale globale, che potrebbe fare da apripista per tutte le grandi (e piccole) aziende utilizzatrici di imballaggi in plastica per i loro prodotti. Quegli stessi imballaggi che giocano un ruolo non indifferente nell’inquinamento da plastica nei mari, considerata la difficoltà di avviare a riciclo una tale quantità di materiale.