La «triplendemia» di influenza, Covid e virus respiratorio sinciziale? Pregliasco: “Torniamo alle mascherine al chiuso ma senza fare allarmismo”

Diversi esperti stano ragionando sui rischi di una stagione autunno-invernale caratterizzata dalla presenza di tre virus contemporaneamente: Sars-CoV-2, influenza e Rsv. Secondo il virologo Fabrizio Pregliasco, si tratta di una situazione normale nella quale serve fare maggior attenzione, magari anche tornando a indossare le macchine negli spazi chiusi.
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Kevin Ben Alì Zinati 10 Novembre 2022
* ultima modifica il 10/11/2022
In collaborazione con il Prof. Fabrizio Pregliasco Virologo dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano

Non uno e nemmeno due, bensì tre virus. Che nello stesso periodo di tempo potrebbero vagare per le nostre case, dentro gli ospedali, negli uffici pubblici, nelle scuole, ai convegni.

Secondo alcuni, questo è il quadro che ci aspetta nei prossimi mesi. La coesistenza di Covid, influenza e virus respiratorio sinciziale nell’arco della stessa stagione invernale.

La «triplendemia», come è già stata ribattezzata negli Stati Uniti, è uno scenario su cui la scienza sta ragionando da tempo, riflettendo sulle possibilità di una potenziale risalita di contagi da Sars-CoV-2 mista al tradizionale riaccendersi dell’influenza, negli adulti, e dell’Rsv nei più piccoli.

È un quadro verosimile, almeno in parte. Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, concorda infatti che la compresenza di infezioni diverse domani è possibile e anzi normale. Quella che arriva con molta probabilità sarà una stagione influenzale vivace a causa di questo mix di vari virus”. 

A non convincerlo, semmai, è il tono allarmistico in cui si rischia spesso di cadere quando si mettono insieme concetti come virus, infezioni e comunità: “Quella della «triplendemia» è più che altro la narrazione di una certa frangia giornalistica – ha spiegato il Direttore Sanitario dell'Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano – La possibilità di convivere con più virus esiste e perciò serve tenere alta la guardia perché sì, sarà una situazione più complessa. Bisogna però smorzare un po’ i toni e non fare allarmismo”.

La stagione autunno-invernale da sempre è caratterizzata dalla circolazione di più virus respiratori, due in particolare. Da un lato c’è il virus respiratorio sinciziale che, come ti abbiamo spiegato provoca bronchioliti (un'infezione all’apparato respiratorio inferiore) nei bambini e forme simil-influenzali nell’adulto, può determinare anche casi mortali e non può essere contrastato con un vaccino perché ad oggi non ne abbiamo a disposizione.

Dall’altra parte c’è appunto l’influenza. Che tra l’altro staremmo aspettando con una certa rapidità anche a causa di quanto successo in Australia dove, ha spiegato Pregliasco, “lo scorso agosto è stata registrata la peggior stagione influenzale degli ultimi 5 anni, quindi il virus è pronto ad arrivare in Europa”. 

A ciò va unita la potenziale ripresa dei contagi da Sars-CoV-2. Se non altro perché l’abbandono ormai quasi totale dell’obbligo di mascherina, insieme alla maggior tendenza a prediligere spazi chiusi e all’imprevedibilità delle nuove varianti del virus, apparentemente meno aggressive ma più contagiose, potrebbero effettivamente preparare il terreno per una nuova impennata di casi.

Non sarebbe comunque il caso di allarmarsi, ha rassicurato Pregliasco, né di evocare paure e o spauracchi come la possibilità di ospitare dentro di sé più di un virus contemporaneamente, uno condizione rarissima di cui oggi sono stati osservati davvero pochi casi. In genere non possono coesistere insieme nello stesso organismo, si tratta semmai di una cocircolazione”.

Secondo il virologo, serve semmai fare più attenzione, dal momento che c’è il rischio di "confondere le diverse infezioni non distinguendo bene di cosa stiamo soffrendo” per via, come sai, di una sintomatologia molto simile, e mettere in campo il buon senso per tutelare i più suscettibili. Ovvero i bambini (“che non hanno avuto pregresse infezioni”), gli anziani fragili e ovviamente chi non si è vaccinato contro il Covid e nemmeno per l’influenza.

Che cosa fare, dunque? La raccomandazione del prof Pregliasco va prima di tutto nella direzione della vaccinazione, specialmente per le perosne fragili e a rischio: “la protezione contro i due virus riduce la diffusione e gli effetti più pesanti delle malattie”.

In questi mesi però potrebbero ritornare utili anche le mascherine. “Forse nei luoghi chiusi è meglio utilizzarle ancora. È stato giusto averle liberalizzate ma non sono vietate. I soggetti fragili e a rischio, quando si trovano nelle situazioni più particolari perché non dovrebbero usarle, in un’ottica di minor rischio?”. Tre parole d’ordine, insomma, per Pregliasco: vaccino, mascherine e niente allarmismo.

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