La vendita di animali selvatici vivi va fermata subito: a chiederlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità

Lo hanno chiesto in un documento l’Oms, l’Oie e l’Unep, per prevenire gravi rischi per la salute. È probabile che anche il SARS-CoV-2 si sia diffuso tramite questa pratica, come confermano i primi casi nel mercato di Wuhan, in Cina.
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Gianluca Cedolin 16 Aprile 2021

Una delle teorie più accreditate sulla nascita del nuovo Coronavirus SARS-CoV-2 vuole che questo abbia fatto un salto di specie dal pipistrello all'uomo passando da un ospite intermedio, forse il pangolino, tra le principali vittime del commercio illegale di animali selvatici. Seppur l'origine del virus non sia ancora chiara, è noto come i primi casi di Covid-19 siano legati al mercato alimentare di Wuhan, in Cina, dove molti proprietari di bancarelle e clienti sono stati i primi a essere contagiati e dove si vendevano abitualmente animali selvatici vivi, oppure venivano macellati lì sul posto, in condizioni igieniche spesso pessime.

Da qualche giorno l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), l'Organizzazione mondiale della sanità animale (Oie) e il Programma delle Nazioni unite per l'ambiente (Unep) hanno diffuso un documento in cui chiedono ai paesi di sospendere la vendita di animali selvatici vivi nei mercati, per «ridurre i rischi per la pubblica salute» ad essa associati. Le tre organizzazioni hanno dettato delle linee guida per rendere questi luoghi, fondamentali per fornire cibo e sostentamento a tantissime persone, più sicuri: la prima cosa da fare è proprio sospendere la presenza di animali vivi ai mercati, oltre che implementare gli standard di igiene.

Gli animali selvatici sono la fonte di oltre il 70 per cento delle malattie infettive emergenti nell'uomo e questi mercati, in cui gli animali vengono tenuti in delle gabbie e macellati senza rispettare nessuna norma igienico-sanitaria, rappresentano un rischio altissimo per la trasmissione di agenti patogeni. Per questo è importante che ci sia un aumento nei controlli e una maggior sensibilizzazione sia negli operatori sia nei clienti, perché capiscano i rischi di questa pratica e l'importanza della biodiversità e di un approccio legale e sicuro al mercato della fauna selvatica.