Lampioni, vetrine, stadi ma anche auto e case: l’inquinamento luminoso ha superato la soglia critica

Uno nuovo studio mostra che la luce artificiale ha superato un punto critico in due terzi dei principali osservatori astronomici del mondo.
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Gianluca Cedolin 24 Dicembre 2022

L'inquinamento luminoso, l'alterazione della luce naturale della notte dovuta alle attività umane, è un fenomeno in crescita e dannoso per la nostra salute e per quella del Pianeta.

Una recente ricerca curata tra Italia, Cile e Spagna ha misurato il livello di inquinamento luminoso da 28 dei principali osservatori astronomici del mondo (tutti con telescopi con apertura maggiore di tre metri), utilizzando il modello di propagazione della luce nell'atmosfera sviluppato dall'astronomo Pierantonio Cinzano, da ormai oltre trent'anni tra i pionieri nella sensibilizzazione e nella lotta all'inquinamento luminoso.

I risultati, pubblicati sulla rivista Monthly Notices della Royal Astronomical Society, non sono incoraggianti e dicono che in molti luoghi abbiamo superato la soglia critica di illuminazione artificiale in eccesso: due terzi degli osservatori hanno oltrepassato il 10% di aumento della luminosità artificiale consentita rispetto ai livelli naturali.

Per arrivare a questa conclusione, i ricercatori non hanno misurato solo la radianza zenitale, cioè la luminosità della volta celeste allo zenit, che è solitamente quella meno inquinata e quindi più buia, ma anche la radianza media a 30 gradi e sotto i 10 gradi di altezza sopra l'orizzonte, oltre a quella media in tutto il cielo e l'illuminazione del suolo causata dalla luce artificiale.

L'osservatorio meno contaminato dalla luce artificiale si trova in un lodge immerso nel deserto della Namibia. "Utilizzando gli strumenti di cui disponiamo ora, dobbiamo cercare di ridurre l'inquinamento luminoso in tutti gli altri siti, proteggere gli ingenti investimenti per la ricerca astronomica e consentire un lungo futuro all'astronomia da terra», ha detto Fabio Falchi, primo firmatario dello studio.

Il professore del dipartimento di Fisica applicata dell'Università di Santiago di Compostela ha evidenziato un paradosso dei nostri tempi: "L'inquinamento luminoso cancella la possibilità di vedere le stelle per la maggior parte dell'umanità e, paradossalmente, istalliamo delle luminarie con la forma delle costellazioni. Siamo all'assurdo: si sostituisce l'artificiale all'infinitamente migliore spettacolo del cielo stellato, un tempo a disposizione di tutti in ogni notte serena".